SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quella del 2018, fra i tanti aggettivi che merita, sarà sicuramente ricordata come una campagna elettorale molto veloce, visti i tempi abbastanza stretti intercorsi fra lo scioglimento delle Camere e la data del voto.

Sarà per questo, forse, che nel panorama politico che si affaccia al 4 marzo, da sinistra a destra, abbiamo notato diversi errori. Ma si sa, quando bisogna “correre” si scrive veloce, specie sul web e sui social dove abbiamo “pescato” una serie di strafalcioni, alcuni dei quali anche piuttosto divertenti, in cui sono incorsi i candidati piceni e i partiti che li sostengono.

Giorgio Fede litiga con l’inglese

Fra errori di grammatica, errori ortografici e simpatici refusi ecco una carrellata di strafalcioni “elettorali”. Partiamo con il brutto rapporto che sembrano avere i nostri politici con le lingue straniere. A partire da Giorgio Fede che sui manifesti elettorali bisticcia un po’ con l’inglese trasformando “business” in “businnes”. E ancora il compagno di partito Roberto Cataldi, candidato coi 5 Stelle all’Uninominale Camera che su Facebook fa diventare la spending review, “spending rewiew”. Per non parlare di Rachele Silvestri, che non sa bene se declinare gli euro al maschile o al femminile.

Gli euro o “le” euro nette cara Rachele? Noi optiamo per la prima ipotesi

Arriviamo poi all’avvocato Giorgia Latini (Lega Nord), che dimentica come si scrive proprio una direttiva europea. La Bolkestein sul suo profilo twitter si trasforma in in “Bolkestain”, di certo una versione un po’ più maccheronica. Nello stesso post l’assessore di Ascoli scrive anche Salvini Premiere (anziché “Premier”) ma sarà stata certamente una svista dovuta alla grande amicizia fra il “Carroccio” e il Front National di Marine Le Pen, anche se, in quel caso, qualche accento in più l’avrebbero gradito anche i francesi.

Giorgia Latini cade sulla…. “Bolkestain”. O come si scrive.

Continuando a navigare sul sito della candidata leghista scopriamo poi che i famosi confini italiani che la Lega vuol difendere si sono trasformati improvvisamente in “confeni”. Proseguendo poi con quegli errori che strappano una risata, arriviamo alla candidata Graziella Ciriaci, che correrà per il Senato sotto la bandiera di Forza Italia. L’imprenditrice, su Facebook, dimostra di saperci fare in quanto a strategia e allora trasforma subito l’avversaria di collegio Flavia Mandrelli (LeU) in un “Mandrillo”. Chissà se la consigliera comunale sambenedettese sarà stata felice dell’accostamento “zoologico”.

Graziella Ciriaci ha trasformato la povera Flavia Mandrelli in un “Mandrillo”

Rimanendo in casa “Liberi e Uguali”, la candidata alla Camera Lara Ricciatti dimostra di conoscere bene la geografia delle Marche, visto che le sta girando un po’ tutte (qui un post a commento della sua visita a Santa Vittoria in Matenano). La deputata uscente, però, conosce un po’ meno la grammatica visto che definisce, a ragion veduta, la suggestiva località del fermano “uno DEI splendidi paesi delle Marche”. Anche se sarebbe stato meglio “degli” onorevole.

Ferrata in geografia, Lara Ricciatti dovrebbe però ripassare un po’ di grammatica

La campagna “elettorate” del centrodestra

Il nostro viaggio arriva infine al Pd, che annuncia un evento elettorale a Stella di Monsampolo. O meglio, “Stellla” con tre “elle” per i democratici. Vabbè che siamo marchigiani e raddoppiamo le consonanti, ma non vi pare un po’ troppo?

Tutti a STELLLA!