SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si terrà mercoledì 21 febbraio, ore 17,  a San Benedetto del Tronto presso la Sala Conferenze dell’Hotel Progresso, in viale Trieste 40, l’iniziativa organizzata dalla Flai Cgil di Ascoli Piceno, in collaborazione con Libera e Gus Ascoli Piceno dal titolo “Il lavoro, strumento di integrazione e lotta all’illegalità”.

L’iniziativa nasce dopo un corso, durato oltre tre mesi, che la CGIL insieme a Libera hanno tenuto ai richiedenti asilo del GUS di Ascoli Piceno sui diritti dei lavoratori, sulla legge sul caporalato e sulle mafie. Introdurrà e modererà i lavori Daniele Lanni, Segretario Generale della FLAI CGIL di Ascoli Piceno, interverranno Maria Chiara Di Vita, Responsabile di Libera Ascoli Piceno, Barbara Nicolai, Segretaria Generale della CGIL Ascoli Piceno, Luca Orsini e Cristian Ciarrocchi del Gus di Ascoli Piceno, Marco Omizzolo, sociologo e Responsabile Scientifico dell’Associazione In Migrazione, concluderà i lavori Jean René Bilongo, della FLAI CGIL Nazionale.

“Una iniziativa che acquisisce un valore particolare”- commenta Daniele Lanni, della FLAI CGIL di Ascoli Piceno- “Non soltanto per ciò che è accaduto a Macerata, ma soprattutto per il clima che purtroppo si respira anche nella nostra Provincia e in particolare negli ultimi mesi.”

“Siamo convinti” – continua Lanni – “che l’integrazione, per quanto difficile, sia la strada da seguire per garantirsi un futuro positivo ed evitare che razzismo e fascismi prendano piede. Siamo convinti che l’integrazione si pratichi a partire dai diritti, a partire dai luoghi di lavoro e dando a tutti la possibilità di lavorare tutelati dai contratti, combattendo con forza il lavoro nero, lo sfruttamento e il caporalato.”

“La Flai Cgil si è lungamente battuta per una legge nazionale contro i caporalato – conclude il sindacalista Cgil – “perché in particolare nel settore dell’agricoltura le situazioni di sfruttamento, lavoro nero, evasione contrattuale, e troppo spesso anche di vero e proprio caporalato, sono davvero troppe e contribuiscono a fomentare divisioni  e rendere l’integrazione impossibile. La nostra iniziativa, e il nostro corso, vanno nella direzione opposta: quella di creare consapevolezza dei propri diritti per costruire un futuro di integrazione, per dare a questo Paese e a questa provincia un respiro nuovo e ricostruire una rete di tolleranza e solidarietà che è sempre stata fondamento della cultura picena.”