Ho vissuto a Macerata molti anni. Quelli universitari, dai 18 anni ai 23, e quelli dei primi anni della professione. Ho lasciato definitivamente la città da 3 anni, ma molte delle mie più care amiche sono ancora là. Nel nostro gruppo Whatsapp, il primo messaggio di oggi era un audio, con la voce del sindaco.

Buongiorno, sono Romano Carancini, il sindaco di Macerata. Chiedo a tutti di restare in posti protetti. Dentro alle proprie case, dentro alle proprie scuole perché in città gira uno squilibrato che spara. Ripeto. Restate nelle vostre case perché gira in città un uomo che spara. Vi prego di avvertire tutte le persone che potete avvertire restando in luoghi chiusi. Grazie”.

Era mezzogiorno circa ed è subito scattato il panico. Le mie amiche, con i bimbi bloccati nelle scuole, hanno cominciato a postare foto e video delle scene di terrore in strada. “Quanti sono?” “Hai visto passare l’alfa?” “Stanno fermando tutte le Alfa  Romeo nere” “La città è blindata” “La macchina sventola delle bandiere” “Sono in due” “L’hanno preso? Ehi aspettate, ma non erano due? Quindi l’altro è scappato?” “Perché tengono ancora i bambini bloccati dentro se l’hanno preso?”.

Un mio amico è volontario al 118 e ha raccontato di aver visto cose che non avrebbe mai voluto vedere in un paese civile. Ho visto la foto di Luca Traini subito dopo la cattura, prima che venisse divulgata dalla stampa e, visto che era conosciuto in zona, le mie amiche mi hanno detto subito il suo orientamento politico. Tra l’altro una delle mie amiche ha il marito impegnato in politica, e le foto alla sede del partito violato, sono state postate subito tra di noi.

Un’altra mia amica mi ha raccontato che la badante della madre era accanto ad uno dei ragazzi colpiti in strada. Ha chiamato l’ambulanza prima di scappare dalla strada.

E poi  ci sono il saluto romano prima della cattura, quella bandiera sventolata con orgoglio per aver sparato addosso allo straniero. C’è il fresco caso di Pamela Mastropietro. L’arresto di Luca avvenuto senza resistenza e la confessione. Ci sono 28 anni. Una svastica malamente tatuata in fronte. Lo schieramento a suo favore di Forza Nuova. E poi c’è la Lega Nord e Matteo Salvini che dichiara, cito, che la responsabilità morale di questi episodi di violenza è “di chi ha trasformato l’Italia in un enorme campo profughi”.

Ora. Ci sono argomenti su cui possiamo tutti essere in disaccordo. E su cui, nonostante la dialettica del confronto, continueremo ad essere in disaccordo. L’orientamento politico. Gli strumenti da utilizzare per regolare e mantenere il governo di un Paese. L’orientamento religioso. Il modo di concepire e vedere il futuro del nostro Paese e le idee sullo sviluppo delle nuove generazioni. Ma ci sono argomenti per cui il solo diventare oggetto di contraddittorio, rappresenta una minaccia. Ed un pericolo.

Quando ho ricevuto il messaggi delle mie amiche ero fortemente preoccupata. Quando ho letto le reazioni delle varie parti, invece, sono rimasta addirittura sconvolta.

Ci sono cose che un Paese civile non può e non deve tollerare. Avere un figlio chiuso in aula mentre fuori qualcuno gioca al tiro a segno con la gente in strada, straniera o no, non dovrebbe essere neanche concepibile. E’ peggio che inneggiare al passato. E’ vivere al passato remoto.

Ce lo ricorderemo tra un mese?