TERAMO – Un confronto sulla filiera dei servizi di prevenzione e assistenza a sostegno di donne vittime di violenza partendo dal rafforzamento di quelli gestiti dalla Provincia di Teramo: il centro “La Fenice” e la casa rifugio “Maia”.

Nei giorni scorsi, in sala Giunta, si sono incontrati tutti gli attori che con diverse competenze e funzioni si occupano di questo fenomeno e che già nel 2016 hanno sottoscritto, su iniziativa della Procura di Teramo, di un protocollo interistituzionale per migliorare le azioni di contrasto.

La Provincia, sulla base dei dati, dell’esperienza maturata con i casi gestiti e, quindi, delle’anlisi dei punti di forza e delle criticità rilevate sul campo, ha avanzato alcune proposte e fra queste quella dell’organizzazione di un’informazione sistematica, costante e comune sui servizi esistenti (non solo quelli della Provincia) con un maggiore orientamento all’utenza partendo dai luoghi di primo approccio delle donne: medici di base, farmacie, pronto soccorso, consultori.

Una carenza da colmare è quella della copertura del servizio nelle aree interne: sarebbe importante avere più punti di accoglienza e informazione e a questo proposito la consiglierà delegata alle pari opportunità, Federica Vasanella, ha chiesto collaborazione alla Asl per verificare la possibilità che le operatrici del Centro antiviolenza possano essere ospitati periodicamente nei poliambulatori e nei consultori esistenti.

L’incontro ha fornito l’occasione per illustrare le iniziative assunte dall’ente per rafforzare i propri servizi: il centro antiviolenza, infatti, oltre alle tre operatrici, la psicologica/psicoterapeuta Cristina Bellocchio, all’assistente sociale Federica Di Gregoria e all’avvocato Shaula D’Antonio, si è arricchito con la presenza di volontarie esperte in violenza domestica e abusi, di mediatrici culturali e di un’interprete. Anche per la casa rifugio sono state introdotte delle novità che migliorano sensibilmente il servizio, oggi attivo h24 con il cosiddetto “ingresso in emergenza” che consente di accedere alla struttura senza un vaglio preliminare rinviando in un secondo momento gli accertamenti del caso.

Casa Maia, unica casa rifugio sul territorio provinciale, può accogliere fino a tre nuclei familiari con minori e si trova in un luogo segreto che garantisce protezione alle donne nel momento più delicato: quello della scelta di allontanarsi da una situazione di abusi.

Alla riunione ha partecipato anche il presidente Renzo Di Sabatino che ha ribadito l’impegno dell’ente a sostenere i servizi antiviolenza che, va sottolineato, non hanno una linea di finanziamento diretto e che, quindi, vanno alimentati presentando periodicamente progetti alle istituzioni che finanziano il sociale, dalla Regione alla Fondazione Tercas.

“Il confronto periodico su un tema tanto delicato è molto utile, rappresenta un metodo che consente di valutare e migliorare quanto si sta già facendo; i cambiamenti portati avanti in questi mesi, infatti, sono il frutto dell’analisi dei punti di criticità e dei risultati ottenuti: torneremo a incontrarci di nuovo e la Provincia si farà carico di elaborare un piano di informazione capillare che possa supportare tutta la rete” ha dichiarato a margine della riunione la consigliera Vasanella.

Si ricorda che il centro antiviolenza (presente a Teramo, Martinsicuro e Pineto) e casa Maia sono raggiungibili telefonando allo 0861/029009.