Tra realtà e fantasie.  Se avete letto tutti i commenti in coda agli articoli sulla Samb relativi al momento attuale e in particolare al mercato invernale dei calciatori, il presente DisAppunto appare come una ripetizione. Credo che serva però per riordinare le idee.
Tre campionati fa, nel mezzo di un turbine societario che non prometteva nulla di buono (se non altro per una certa confusione di intenti), un certo Franco Fedeli che solo in pochi conoscevano, espresse il desiderio di voler rilevare la nostra amata Samb da Gianni Moneti. L’accordo andò in porto con la soddisfazione del 90% dei sambenedettesi che vedevano nel nuovo presidente un motivo di rinascita, visto che la sua potenzialità finanziaria e serietà professionale erano (e sono) fuor di ogni dubbio.

La promessa del fondatore dei supermercati Elite fu chiara fin da subito: riportare la Samb nel professionismo e, perché no, nella serie cadetta dove ha giocato per 21 anni. Un cammino fino ad oggi perfettamente in linea con le aspettative di noi sambenedettesi e di tutti i tifosi veri della squadra rossoblu.
a) Promozione subito con distacco dalla serie D alla Lega Pro (oggi serie C).
b) Primo campionato da matricola nel professionismo con un settimo posto che diede diritto alla partecipazione a play off particolarmente complessi dove passava in serie B soltanto una squadra. Ci fu l’eliminazione più che dignitosa contro il Lecce (una super squadra favorita per la B diretta nel girone C) grazie a due pareggi che permisero ai pugliesi di passare il turno perché erano arrivati secondi e noi settimi. Il primo turno lo avevamo superato vincendo 3-1 a Gubbio.
c) Nell’attuale campionato, il terzo della famiglia Fedeli, la Samb è terza a pari punti con la Feralpisalò che ha però una gara in più. Ha davanti due sole squadre: il Padova che, nonostante non stia convincendo, ha fatto una campagna acquisti sontuosa per vincere il campionato, correndo qualche rischio sul piano economico (magari no ma non sarebbe la prima volta!) in caso di mancata promozione. E il Renate, adesso secondo, che si può definire la classica ed immancabile sorpresa di ogni campionato. Da non trascurare anche il fatto che la Samb ha cambiato allenatore perché la famiglia Fedeli vuole sempre di più. Ne sta pagando due.

Tutto, insomma, è ancora possibile anche la serie B diretta, ma è sbagliato farsi prendere dall’euforia e dal pensiero che il ritorno subito tra i cadetti sia una questione di vita o di morte. Tanto meno va fatta una campagna acquisti (comunque necessaria) frettolosa e superiore al budget già prefissato e ad altri fattori che Franco e Andrea Fedeli conoscono benissimo.

Ho appena parlato con una persona esperta di calcio che conosce bene la squadra rossoblu. Mi ha detto testualmente: “La Samb possiede un allenatore esperto ma principalmente giovani giocatori come Mattia, Vallocchia, Bove e Di Massimo che in questa serie possono già fare la differenza. Visto anche che non vedo in giro squadre superiori alla nostra“, per il momento tengo per me il nome di chi me lo ha detto ma posso assicurarvi che è una persona che non ha alcun interesse a fare certe dichiarazioni in questo momento.

Detto questo credo che la cosa più giusta sia di mantenere la calma e dare tranquillità e serenità alla società, anche prima che alla squadra, visti i risultati in crescendo che ci ha regalato nei suoi primi tre anni di una gestione oculata, dalla quale tutto il mondo del calcio dovrebbe prendere esempio.

La realtà attuale è questa e volerla distorcere non mi fa fare buoni pensieri anche se so benissimo che, chi fa considerazioni diverse, lo fa nella sua maggioranza per eccesso di amore e di ambizioni. Condanno invece chi lo fa in malafede (magari esistono ancora nostalgici della società precedente) cercando di sfruttare anche le più piccole occasioni per destabilizzare un ambiente sportivo, sano e competente come pochi altri nella sua totalità.

Riviera Oggi, come sempre, continuerà a fare con onestà e serietà il proprio dovere seguendo ovunque e comunque i propri colori e agendo sempre per il bene della squadra per cui tifa. Ricordo sempre ai miei collaboratori che scoop o servizi giornalistici che possono nuocere alla nostra benamata vanno dosati con la massima attenzione. Ne indico due: non faremo mai girare nomi di calciatori da prendere o da cedere se non ci sono preventive dichiarazioni concrete da parte degli addetti ai lavori (il motivo è comprensibile) e non facciamo mai interviste a giocatori o allenatori che non fanno più parte della Samb se non in tempi più lontani e per pura curiosità storica.

Devono invece continuare le discussioni e anche le critiche (che ci sono mancate per tanto, troppo tempo) su quel calciatore, sull’arbitro, sull’allenatore e anche sulla società se c’è un motivo valido e costruttivo. Adesso non ne vedo il motivo e chi fa certe forzature non vuole bene alla Samb, secondo me.