Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il mestiere più vecchio del mondo lo chiamano. E non a torto perché dai lupanari dell’antica Roma alle case di tolleranza, la prostituzione è uno dei punti fermi della storia dell’uomo (non intendiamo affatto umanità in questo caso), una dinamica di domanda e offerta che non ha mai conosciuto pause nei secoli. Italia compresa.

Nell’epoca di internet, diventata una protesi cibernetica applicabile a ogni appendice della vita e a ogni attività sociale, era inevitabile che anche il mestiere più antico si mettesse al pari coi tempi. E il segno più tangibile del processo di innovazione sono le migliaia di annunci che si possono trovare online.

Ma c’è di più. Assieme all’offerta anche la domanda nel recente passato si è lo stesso modulata e ha creato delle vere e proprie piattaforme in cui i clienti delle prostitute, o escort se preferite, hanno creato un microcosmo di recensioni. Sì recensioni. Come quando volete andare a mangiare il sushi e cercate un ristorante su TripAdvisor.

Cerchiamo di inquadrare il contesto prima. Secondo alcune stime si pensa che in Italia “lavorino” fra le 75mila e le 120mila  prostitute. E’ chiaro che, visto che ci troviamo in un paese in cui la prostituzione non è regolamentata e non può esserlo per la Legge Merlin, parlare di lavoro non è propriamente corretto. Ma ci siamo capiti. Il 65 per cento di queste donne si prostituisce in strada, sempre secondo le stime. Ma a noi interessa il restante 35, quello delle prostiute che ricevono i loro clienti a casa e che poi sono quelle che vengono usualmente recensite.

Di TripAdvisor del sesso ce ne sono tanti nello sconfinato mondo del world wide web e si tratta spesso di siti di portata nazionale con migliaia di visitatori ogni giorno. Basta cercare la zona a cui si è interessati e spuntano decine di annunci con annessi commenti dei clienti. Ci sono però piattaforme interamente dedicate alle escort locali. Si fa per dire, visto che la maggior parte di queste ragazze provengono dall’Europa dell’Est o dal Sudamerica.

L’annuncio di una escort di base a San Benedetto

Un sito in particolare ha attirato la nostra attenzione. Si tratta di una piattaforma che raggruppa annunci di prostitute che operano fra Abruzzo e Marche. Basta entrare confermando semplicemente la maggiore età e ci si trova di fronte a un menù organizzato per località, che diventa inevitabilmente una mappa geografica della prostituzione nel Sud delle Marche e nel Nord dell’Abruzzo. Quattro escort a Martinsicuro, altrettante disponibili a San Benedetto e poi due a Grottammare, sei ad Alba Adriatica e così via. Ma è Porto D’Ascoli che attira la nostra attenzione perché nel momento in cui abbiamo visitato il sito ne ospitava addirittura 20. Della serie: frazione di cosa?

Basta dunque cliccare la zona a cui si è interessati e vi appariranno una sfilza di annunci di professioniste del sesso con tanto di numero di telefono e descrizione, anche piuttosto esplicita, dei servizi offerti. E poi le foto, con le facce spesso oscurate ma che per il resto lasciano poco all’immaginazione.

Il menù “geografico” che si presenta davanti ai navigatori di questi siti

Ma come detto è la sezione commenti quella che ci ha aperto un mondo. Il mondo dei “punters” (in inglese letteralmente “scommettitori”) perché è così che si fanno chiamare e si chiamano fra loro i clienti che si producono in recensioni che sono un compendio di quello che, a tutti gli effetti, è un linguaggio unico e singolare.

“Il letto con lei diventa un campo di battaglia, e non è detto che se ne esca vincitori. Con lei ho fatto di tutto e di più per un massimo di 100 rose”

Ecco cosa scrive un habitué del sito per descrivere, in questo caso, la sua esperienza con una escort di base a Grottammare. Il commento ci introduce a una gamma lessicale tutta particolare che è nei fatti un vero e proprio “balletto” fra acronimi ed epiteti fantasiosi che fanno riferimento alle specifiche del servizio recensito. Nel mondo dei punters, per esempio, non si fa mai riferimento ai soldi e gli euro diventano rose. Nel più banale dei casi. Perché vi avevamo avvisato della fantasia. E allora non è raro imbattersi in parole in codice come VU o VU2 che stanno a significare letteralmente “Velocità Urbana” e “Velocità Urbana Doppia”, ancora un riferimento al prezzario della prostituta di turno che può andare dai 50 ai 100 euro. E ancora non è raro imbattersi in sostantivi apparentemente fuori contesto come Rai1 o Rai2 per differenziare, venendo al sodo, i tipi di prestazioni offerte. Ci fermiamo qui, ma di sigle e acronimi come questi ce ne sono davvero una sfilza, in un habitat in cui il concetto di mercificazione del corpo femminile non è neppure rimandato a una riflessione posteriore poiché dichiarato e scritto ovunque.

Farsi un giro su queste piattaforme equivale dunque ad addentrarsi in un ecosistema tutto maschile in cui è evidente la solidarietà fra punters i quali, dietro a nickname che sanno di un machismo esilarante come “cavalcatore” o “mister30centimetri” per fare qualche esempio, consigliano e sconsigliano ragazze in base al prezzo e al tipo di prestazione che offrono, parimenti a quanto accade per i ristoranti su TripAdvisor. Alcuni nomi di piattaforme come GnoccaTravel o EscortAdvisor, poi, non fanno altro che confermare come le esigenze di base che portano a recensire siano fondamentalmente le stesse, che si tratti di un trattoria o di una escort. A strappare un sorriso, nei profani almeno, è semmai il contesto, permeato da un inevitabile senso di proibito.

Ma divertirsi a leggere certe recensioni è possibile solo se si mette da parte la triste consapevolezza che a essere valutate sono delle donne e non dei filetti al sangue con patate. E che la comunità virtuale in cui ci si trova è governata, di fondo, da una espressione di virilità a pagamento che, quando non è brutale, risulta quantomeno posticcia. La pietra angolare di un maschilismo spicciolo che, nonostante passino le epoche, è vecchio almeno quanto il mestiere più vecchio del mondo.