SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Noi pensiamo che sia stato chiarito tutto nel corso dell’ultimo, lungo, consiglio comunale. Se poi qualcuno rimane nelle sue posizioni…” Con queste parole il sindaco Piunti torna sulla “guerra” che si è consumata in consiglio lo scorso 23 dicembre, l’ultimo atto di un anno dominato, nella sua seconda parte, dalla questione project piscina.

CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO. Ma facciamo un passo indietro inquadrando il contesto. La maggioranza (sindaco, assessori e consiglieri) indice una conferenza stampa per salutare la fine del 2017 e tracciarne nel contempo un bilancio(conferenza stampa a cui abbiamo riservato trattazione separata n.d.r.). Una consuetudine che accomuna, in questo senso, la politica a tutti i livelli in questo periodo dell’anno. Fra Sanità, Sicurezza, Turismo, è stato accarezzato anche l’argomento piscina nel corso di un intervento, riassuntivo degli ultimi 12 mesi, condotto dal primo cittadino: “Avevamo promesso la vasca esterna in campagna elettorale e siamo riusciti a intervenire sull’intero impianto” è stato il rimando, uno dei primi in assoluto, del compendio sul 2017 firmato da Pasqualino Piunti.

SI TORNA SUL CONSIGLIO COMUNALE. Ma per tornare sull’argomento in maniera più approfondita, e in particolare sui “velenosi” contenuti dell’ultima assise dell’anno, c’è tempo a conclusione dell’incontro; quando si apre una di sessione di “question time” della stampa all’amministrazione. E in questo contesto viene chiesto un parere ai vertici politici su due argomenti che hanno dominato la giornata del 23 dicembre: la questione relativa alla convenzione pubblico-privato per la gestione della piscina (che per l’opposizione continua a presentare rischi economici per le casse del comune n.d.r.) e la grave accusa mossa dai banchi dell’opposizione alla maggioranza, ovvero la presunta “esautorazione” del consiglio comunale dai poteri conferitigli dalla legge, nell’ambito del voto sulla convenzione stessa (in soldoni, la minoranza riteneva di essere legittimata a votare quel documento separatamente e non, come è avvenuto, come allegato alla delibera di giunta n.d.r.).

“SULLA PISCINA PERCORSO LINEARE E INFORMATO”. Sulla questione si esprimono sia Pasqualino Piunti che il vicesindaco Andrea Assenti. “La maggioranza è legittimata a portare aventi situazioni difficoltose, come quella della piscina, e i chiarimenti che ci vengono chiesti sono stati dibattuti. Noi rimaniamo dell’idea che abbiamo fatto un buon lavoro, all’interno di un percorso lineare e informato, e che ci sia stata collaborazione fra settori e politica”. Sull’accusa di “esautorazione” si esprime invece Assenti: “Ripetiamo che sulla questione delle competenze noi non abbiamo esautorato il consiglio comunale, ma abbiamo votato un progetto globale all’interno del quale c’era anche la convenzione. Mi sembra chiaro – prosegue l’assessore – che gli argomenti del fronte di opposizione siano diventati soltanto un motivo di puntiglio legale per fare eventuali e futuri ricorsi”.

Alla discussione segue poi un’ultima domanda, quasi scontata. “Sulla questione piscina temete ricorsi?”. Ed è ancora Piunti a rispondere: “I due argomenti principali di quest’anno sono stati la piscina e l’Anatra Zoppa: del ricorso sull’Anatra Zoppa abbiamo potuto osservarne l’esito, aspettiamo eventualmente quello sulla piscina”.

SU CURZI E MARZONETTI. Il primo cittadino, precisamente stimolato sulla questione in chiusura, si esprime anche sui “casi” di Marco Curzi e Pasqualino Marzonetti, allontanatisi dall’opposizione a autori si due voti diversi, rispetto alla minoranza, sul project (il primo ha dato il suo “sì” mentre Marzonetti non ha votato n.d.r.). “Io non vedo il consiglio comunale separato in forze politiche, ma lo vedo come un luogo dove poter discutere. E, in questo senso, essere contrari a qualcosa a prescindere non fa bene alla città” si esprime ancora Piunti con riferimento alla questione piscina. Sui due consiglieri, poi, la chiosa finale: “Io vedo un consiglio che decide autonomamente su ciò che decide. E ognuno si prende la responsabilità, non verso di me ma verso la città, di ciò che vota”.