Intervista tratta dal numero 1144 del settimanale di Riviera Oggi, in edicola dal 22 dicembre

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Continuiamo il nostro “viaggio” di fine anno attraverso le personalità della politica sambenedettese. Dopo l’intervista al sindaco abbiamo deciso di sentire due esponenti dell’opposizione: Antimo Di Francesco e Flavia Mandrelli. Alla consigliera abbiamo chiesto di raccontarci com’è stato il suo anno da un punto di vista personale, col passaggio da una lista civica a un partito più organizzato, passando per il rapporto con l’area democratica e quello, sempre più burrascoso da quando c’è il project sul tavolo, con l’amministrazione Piunti. 

Un anno particolare e forse concitato per Flavia Mandrelli. Il passaggio da una lista civica ad Articolo Uno, “l’abbandono” quasi immediato di Perazzoli al consiglio e adesso anche una prospettiva nazionale (la consigliera è stata eletta delegata a Roma per il partito n.d.r.). Che esperienza è stata? La rifarebbe?

“E’ un’esperienza che rifarei e che soprattutto vorrei continuare, perché man mano che entri dentro le cose capisci come dovrebbero andare e invece non vanno. Nel momento in cui abbiamo creato un gruppo interno ed esterno al consiglio comunale ho avuto dalla mia parte un grande sostegno, perché ci confrontiamo frequentemente su tutti gli argomenti mentre prima ero completamente sola.La scelta fatta è stata dettata anche da questo oltre che dal fatto ideologico, perché io mi ritrovo con queste persone e mi ritrovo con la loro visione del mondo. Anche il passaggio in liberi e uguali mi piace sinceramente.”

Proprio su questo nuovo “polo” di sinistra. Quali sono le prospettive di collaborazione con l’area Pd? A livello nazionale, anche se qualcuno ne parla, un’alleanza elettorale sembra difficile. Diverso il discorso a livello locale, ci sembra di capire.

“A livello locale noi e il Pd non abbiamo mai avuto motivi di scontro e anzi abbiamo sempre lavorato insieme. Ho notato però una cosa e forse riguarda il fatto che sono nuova in questo mondo. Tendo forse ad andare più dentro alle cose mentre vedo molti miei colleghi che lanciano un problema e poi, però, non vanno fino in fondo. A livello comunale col Pd quindi non c’è mai stato problema. E’ chiaro, però, che invece a livello nazionale la vediamo in modo diverso o almeno la vediamo diversamente dal Pd di Renzi. Io sono convinta che una gran parte della “base” che vota Pd la pensa come noi sul lavoro, sulle diseguaglianze, sulla scuola e sulla necessità estrema di un cambio totale di rotta.”

Quindi non c’è chiusura. A tutti i livelli.

“Io non vedo una chiusura e spero che ci sarà un riconoscimento degli errori fatti dal Pd dopo le elezioni e che questo sia poi un modo per rimettersi a ragionare insieme su alcuni argomenti fondamentali. Questo, però, a patto che il Pd torni a fare il partito di sinistra, perché se fa il partito di destra o delle lobby non ha nulla a che vedere col lavoro che stiamo tentando di fare noi. E’ chiaro che le elezioni a scadenza così breve non ci aiutano e a volte la fretta non agevola i percorsi di partecipazione. In ogni caso a prescindere dal risultato, che credo che sarà oltre il 6%, speriamo che il progetto continui. Anche a livello locale. Col Pd locale ci sono state e ci sono alleanze su problemi che quasi mai rispecchiano quelli nazionali, anche se noi siamo molto critici con il governo della Regione Marche su argomenti come la gestione del terremoto o la sanità. Sono cose che continueremo a dire, indipendentemente da quello che succederà.”

Sempre a proposito dell’anno che sta per terminare, vorremmo focalizzarci sul vostro e suo rapporto in particolare con l’amministrazione Piunti. La questione project financing  ha dominato questo rapporto che è diventato a tratti uno scontro frontale. Si è chiesta i motivi? 

“E’ stato uno scontro per certi versi incomprensibile. Mi spiego. Nel momento in cui tu sei in buona fede, accetti le critiche che ti vengono rivolte e ci rifletti. Tutti noi dell’opposizione abbiamo fatto delle critiche a questo project che credo siano state equilibrate. Noi abbiamo detto guardate secondo noi è una sciocchezza buttarsi su questa cosa, soprattutto quando ci sono strade molto più semplici per riaprire la piscina esterna. E invece la privatizzeranno, ci dovranno mettere dei soldi e probabilmente i cittadini avranno meno spazio per il nuoto. Mi chiedo dov’è l’interesse in tutto questo?”

In effetti chances di riaprire il discorso e di far cambiare idea alla maggioranza non ne avete mai avute.

“Il punto focale, infatti, è un altro. Questa amministrazione è nata della collaborazione, del “facciamo le cose insieme” mentre alla fine si scopre che erano tutte bugie. Io ho fatto forse dodici interrogazioni da quando sono in consiglio comunale e non ce n’è stata una a cui abbiano risposto: “Ok, risolviamo questo problema”. Gli è stato chiesto di riallacciare un tubo di una fontana e di ripitturare un pontino, perché queste sono alcune delle interrogazioni fatte da me e invece perseguono le loro finalità e se ne fregano di tutto quello che gli puoi dire in buona fede.”

Un argomento a cui si è appassionata ultimamente è la Picenambiente. Sotto diversi punti di vista.

“Anche su questo tema vale un po’ quanto detto prima. Alla mia prima interrogazione su Picenambiente hanno risposto che hanno comprato mezzi nuovi e invece vengo a sapere che sono state acquistate due o tre macchine di servizio. Poi vengo a sapere, anche dai sindacati, di come vengono trattati gli operai, che non ci sono tutele di base per quel tipo di lavoro. Noi siamo il primo socio pubblico di Picenambiente e ci dovremmo preoccupare per primi di come vengono trattati i suoi operai. Io ho chiesto di fare una commissione di 3 o 4 persone per visitare i siti (il depuratore, il sito di Pagliare e Relluce) perché voglio poter entrare come rappresentante dell’amministrazione per vedere se funzionano bene e soprattuto le condizioni di questi lavoratori. Questa è una delle cose che non vanno, ma tu a questa amministrazione puoi farlo notare con la certezza che non faranno nulla. Siccome l’ha detto l’opposizione non lo fanno. San Benedetto non può essere gestita in maniera personalistica. Mi sembra di vedere una maggioranza che crede che il Comune sia cosa loro, perché in questa direzione vanno certi episodi come quello di Muzi col comitato. Anche sulla questione del parere di Polidori sul project, che non è stato mostrato in commissione, ho scritto praticamente a tutti. Ma nessuno mi ha risposto, perché è così che fanno. Però io non mollo. Ci metterò tempo magari, ma ci arriverò a delle risposte.”