SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alle inaugurazioni all’ospedale di mercoledì ha lasciato parlare Ceriscioli e i vertici Asur (“per rispetto dei medici presenti” dice lui) ma a quanto pare Fabio Urbinati avrebbe voluto prendere parola. E forse per dirne quattro al sindaco Piunti che aveva detto al Governatore di ricordarsi dei problemi che affliggono la sanità picena da qualche anno. Poco male, il consigliere regionale decide di parlare oggi.

“Un sindaco dovrebbe essere contento che nella sua città si inaugurino 38 nuovi posti letto (20 in Geriatria e 18 di lungo degenza) ma invece è venuto all’ospedale per fare polemica, e per interposta persona per giunta” sottolinea il neo nominato capogruppo Pd al consiglio regionale. Già perché l’ex assessore di Gaspari sostiene  che, quando si parla di Sanità sambenedettese “parla solo Castelli” e ancora “sembra che Piunti sia il vicesindaco di San Benedetto” ci mette il carico l’ex collega di Giunta Margherita Sorge nel corso di una conferenza stampa “fiume” del partito (in cui, fra le altre cose, si è parlato molto della piscina comunale ndr.).

Per Urbinati il centrodestra avrebbe la colpa (e la “convenienza” è stato detto fra le righe da Urbinati) di non convocare la conferenza dei sindaci (presieduta da Castelli) a cui i vertici regionali hanno chiesto di localizzare la sede del futuro ospedale unico. Che per Urbinati resta un obiettivo vivo, reale e definito. “Grazie al Pd stiamo andando verso l’ospedale unico mantenendo i due presidi di San Benedetto e Ascoli nelle migliori condizioni” annuncia col petto in fuori il consigliere regionale, riferendosi ai nuovissimi reparti inaugurati mercoledì.

Ma anche Urbinati riconosce che non è tutto rose e fiori. E mentre si lamenta degli articoli di “certa stampa” sulla sanità, riconosce pure qualche pecca nell’attuale metro di redistribuzione regionale delle risorse da destinare agli ospedali. D’altronde la nostra area vasta attrae più pazienti di tutti dalle altre regioni (e San Benedetto, non fosse altro che per la posizione di frontiera, contribuisce grandemente) e ha una mobilità attiva (con i relativi introiti per la Regione) crescente tanto quanto quella passiva del Nord delle Marche (coi relativi costi per la Regione). “Questo territorio recrimina giustamente il lavoro fatto coi pazienti fuori regione” riconosce il democratico che annuncia: “Entro la seconda metà del 2018 verrà definito questo riconoscimento”.

Tutti ci auspichiamo dunque più equità nella redistribuzione delle risorse (quest’anno avremo la metà dei finanziamenti dello scorso anno), sperando che se la promessa di Urbinati dovesse diventare realtà, anche la distribuzione interna alla nostra area vasta, che lo scorso anno ha visto andare al Mazzoni metà dei finanziamenti soltanto per le nuove sale operatorie ascolane, sia altrettanto equa.