SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La “super commissione” a tre di mercoledì scorso ha segnato probabilmente uno spartiacque della vicenda legata al project financing per la piscina. Troppo rumorose le obiezioni dei tecnici per non scatenare le reazioni di chi, a questo progetto di riqualificazione, si è opposto fin dall’alba.

All’indomani della super riunione furono infatti i No-Project a sottolineare le relazioni dei dirigenti e a bocciare il project (si è parlato di pietre tombali). Arrivati a fine settimana la vicenda è tutt’altro che sopita e, praticamente in contemporanea, sia il Partito Democratico con una lunga e affollata conferenza stampa, sia il comitato con l’ultimo di una lunga serie di comunicati stampa, tornano ad accendere i riflettori sullo “spartiacque” di cui poc’anzi, facendo passare un messaggio per certi versi simile: “Dobbiamo riaprire il dialogo sulla piscina”.

Tanti i punti in comune fra i No-Project e il Pd, a partire dallo squilibrio finanziario scritto dal ragioniere capo Antonio Rosati, passando per il parere di Polidori sull’Urbanistica e per quello della Massi che chiede una riallocazione del rischio economico finanziario sulla gestione futura dell’impianto. Non solo aspetti tecnici, però, anche quelli politici sembrano non aver convinto Di Francesco & Co. “Mai successo che in una commissione così importante un sindaco sia rimasto in silenzio, e così pure il suo vice Assenti, che si è limitato a una battuta finale per dire di abbassare i toni” tuona il capogruppo in consiglio.

Per Antimo Di Francesco la questione dei pareri (o non pareri visto che non sono decisivi in una fase in cui il project è ancora in stallo) “è un autogol del tandem Piunti-Assenti” mentre la vicenda Polidori fa arrabbiare entrambi i fronti con democratici e comitato che stigmatizzano (non è la prima volta) il fatto che alla commissione del 22 settembre il No espresso dal dirigente all’Urbanistica quasi due mesi prima, non sia stato portato all’attenzione dei partecipanti.

E mentre il consigliere Tonino Capriotti “contesta” anche la dieta del personale che dovrebbe essere la contromisura alle passività che scrive Rosati (“dicono di voler risparmiare sul personale, ma quel risparmio è fisiologico perché è la legge e pure le innovazioni, con diverse figure professionali sempre più rimpiazzate dalla tecnologia che impongono una spending review sulle assunzioni”) il messaggio di tutte le parti è chiaro. Da una parte Di Francesco: “Il progetto è finito in un binario morto e va riaperto il confronto con la città e con le forze di minoranza che rappresentano il 70% del consenso elettorale della città, un consenso di cui non si può non tenere conto”. E dall’altra i No-Project: “La maggioranza deve ascoltare i cittadini che hanno aderito al Comitato e che vorrebbero fare proposte concrete per il nuoto senza lo scoglio di un project che finora ha solo posto domande inquietanti”. Quale sarà la risposta?