SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo la “super commissione” gli orizzonti per il project financing della piscina comunale si fanno un po’ più nebulosi. Almeno nell’immediato, visto che i progetti dei privati andranno “ritoccati” per una terza volta dopo le modifiche della scorsa primavera e quelle di novembre.

E se non è facile districarsi tra le opinioni o i “pareri” (il concetto è stato oggetto in serata di una disquisizione quasi semantica) dei tecnici comunali, quel che pare certo è che i progetti dei privati, così come sono stati presentati a novembre (CLICCA QUI) non potranno essere approvati né dalla Giunta né dal Consiglio, dilatando inevitabilmente i tempi per portare a bando la proposta, che fino a poco tempo fa sindaco e maggioranza misuravano entro il 2017 per la parte politica e a inizio 2018 per l’avvio delle fasi di gara ad evidenza pubblica.

Ma procediamo in ordine cronologico. L’ultima settimana è stata segnata da una serie di fatti che hanno accompagnato la questione piscina fino alla commissione “a tre” del 29 novembre. Un climax vorticoso che è passato per la seconda diffida spedita in Comune dal comitato e per la “guerra” fra Assenti e De Vecchis sulla famosa, ormai, conferenza dei servizi che, rimandata, è stata rimpiazzata da una serie di “pareri” singoli di dirigenti depositati in mattinata, i quali non avendo dato il semaforo verde definitivo al project attuale non possono considerarsi pareri appunto (come quasi tutti i tecnici hanno voluto precisare) ma semplici espressioni scritte di opinioni.

Ma cosa dicono e scrivono i tecnici del Comune?

URBANISTICA (Germano Polidori) Il dirigente all’Urbanistica subordina il suo futuro parere positivo(che invece sui parcheggi, almeno quelli interni alla piscina, sostanzialmente già darebbe) a quattro condizioni a cui il nuovo progetto deve sottostare.

a) Il dirigente dà il via libera allo spostamento dei volumi (utilizzando le superfici dei magazzini al momento al di sotto della vasca scoperta si realizzano nuovi edifici) a patto però che i nuovi locali siano destinati a ospitare le tipiche attività connesse a una piscina.

b) Il bar/ristorante potrà restare aperto solo durante le manifestazioni sportive ufficiali e l’area commerciale prevista nella c.d. “palazzina” potrà occupare un massimo di 100 mq e potrà vendere solo articoli sportivi strettamente correlati all’attività della piscina e c) in nessun altro locale previsto nel progetto potranno insistere altre attività commerciali o di somministrazione di alimenti.

d) I due campi da tennis/calcetto potranno restare coperti (con una copertura facilmente removibile e alta al massimo 7 metri) per un massimo di sei mesi l’anno.

ATTIVITA’ SPORTIVA (Catia Talamonti) Da un punto di vista sportivo la relazione del settore di riferimento farebbe una serie di osservazioni suggerendo, per esempio, che il Comune si riservi un tot di giornate ogni anno (una decina circa) in cui organizzare autonomamente degli eventi in piscina e nei campi sportivi adiacenti. Per quanto riguarda gli spazi acqua (di entrambe le vasche, esterna e interna) si chiede semplicemente che vengano date priorità nelle mattine feriali alle scolaresche e ai disabili e che vengano riservate due corsie per il nuoto libero.

GESTIONE DEL PERSONALE (Catia Talamonti) Da un punto di vista finanziario il settore fa una valutazione sulla spesa per il personale (circa 220 mila euro) che con la privatizzazione resterebbe a carico dell’Ente. Si prevede dunque di riassorbire il personale della piscina sia per mansioni a tempo indeterminato che determinato o stagionale generando risparmi (perché si evita di assumere personale dall’esterno) per una cifra stimata attorno ai 178 mila euro che consentirebbe di generare un risultato positivo di 33 mila euro all’anno [ovvero 178000-145000(cifra che rappresenta la passività nel bilancio del comune dal momento in cui la piscina diventerebbe privata, derivante dalla differenza fra la cessazione delle entrate e delle spese)].

BILANCIO (Antonio Rosati) Nel parere/opinione fornito all’Amministrazione il “ragioniere capo” andrebbe a disegnare, come effetto del project, passività per 181mila euro all’anno per l’Ente, date dai 145 mila euro che sono la differenza fra le minori entrate come ad es. i canoni che versano le società sportive annualmente(445 mila euro) e le minori spese per acquisto di beni e servizi come le utenze altro esempio (circa 300 mila euro) una volta che subentrerebbe la gestione privata a cui si aggiungono 36 mila euro (cifra che è una media) del canone pubblico che il comune andrebbe a corrispondere ai privati annualmente. Rosati dunque avanza l’ipotesi di riequilibrare le finanze attraverso una diminuzione di spesa per il personale (che dalla piscina sarebbe spostato all’interno del’organigramma dell’ente riducendo le assunzioni o evitando di sostituire i “pensionandi” con nuovo personale esterno), una condizione questa che ha portato il dirigente, in commissione, a sbilanciarsi e a avanzare l’ipotesi che il suo parere sul project, da un punto di vista di bilancio, potrebbe essere positivo (CLICCA QUI).