Grazie all’archivio storico di Giuseppe “Pino” Perotti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le ultime settimane sono state piuttosto importanti(vorremmo dire decisive, ma visto il passato la cautela deve esserci amica) per quanto riguarda il destino dello stadio “Ballarin”. Dopo l’idea lanciata dal presidente della Samb Franco Fedeli (CLICCA QUI) di trasformare il vecchio impianto sambenedettese in campo di allenamenti per il club rossoblu, anche la politica ha recepito e organizzato subito un tavolo (CLICCA QUI) con la società di Viale dello Sport. Ne è nato un disegno di riqualificazione che passerà dall’impegno della Samb di sistemare il terreno di gioco e di quello parallelo da parte del Comune di occuparsi del resto. E in questo senso un incontro decisivo fra le due parti è fissato per il 16 novembre.

L’attenzione attorno al “Ballarin” (anche i tifosi rossoblu si sono espressi eloquentemente) testimonia una volta per tutta la centralità del problema “vecchio stadio” che abbraccia tanto la sfera sportiva quanto quella dello sviluppo della città, visto che quella struttura nel cuore di San Benedetto è urbanisticamente “prepotente”. Ogni proposito di riqualificazione, nonostante lo stato in cui versa l’impianto, non può non passare per un attento rispetto della storia del “Ballarin”, la casa della “Fossa dei Leoni” e un fortino testimone delle più esaltanti stagioni calcistiche in riva all’Adriatico. Un tempio laico e un totem cittadino, ma anche un simbolo di una città che deve progredire. Ma il progresso, e il futuro, spesso devono passare per un attento studio della storia.

Non tutti sanno che il Ballarin, un tempo, era chiamato “Campo Littorio”, un’evidente testimonianza dell’epoca fascista che in qualche modo vive ancora oggi (parte della tribuna Ovest è infatti vincolata dalla Soprintendenza perché esempio di architettura razionalista). La costruzione dello stadio, che solo dopo la tragedia di Superga fu intitolato ai fratelli Ballarin, avvenne fra la primavera e l’estate del 1931 mentre l’inaugurazione risale al 22 novembre 1931 con la partita Samb-Fano, che finì con la vittoria degli ospiti per 4 a 2.

Qui vi proponiamo, col contributo decisivo dell’archivio storico di Giuseppe “Pino” Perotti, la replica di un documento risalente all’aprile 1931, che descrive analiticamente i costi che il Ministero spese per la costruzione del “Campo Littorio”, costato poco più 192mila lire. Una cifra che ai più farà sorridere oggi (solo per la eventuale demolizione, negli anni passati, si parlava di 300mila euro) così come il registro linguistico utilizzato nella relazione progettuale con parole come “giuoco”, “magazzeno” o frasi che inneggiano alla “robustezza delle masse”, se ci fosse il bisogno di specificarlo, un altro chiaro retaggio dell’epoca fascista. 

 

PROGETTO DEL NUOVO CAMPO SPORTIVO ‘LITTORIO’ PER LA CITTÀ DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

 

RELAZIONE

 

Per disposizioni Ministeriali, e di partito, nuovi e grandi Campi Sportivi, si vengono costruendo in tutta Italia, allo scopo non solo di rendere forte ed intelligente la nostra gioventù, ma bensì per l’educazione delle masse, le quali appunto dagli esercizi fisici ritraggono robustezza e coraggio.

Anche a San Benedetto del Tronto i dirigenti il Partito, e gli Amministratori del Comune hanno sentito la necessità di fare sorgere in località adatta, un nuovo Campo Sportivo, in sostituzione di quello esistente, non più conforme per la sua ubicazione, e per le sue dimensioni, allo scopo cui deve servire.

La zona prescelta è quella posta oltre la località denominata del molo Nord, e più precisamente, la parte di arenile demaniale fronteggiante la proprietà della Società Sapri;

l’area di terreno prelevato per la costruzione del campo misura mq. 18.000, avendo i lati di metri 200 x 90 così suddivisa;

 

1°) una pista podistica con sviluppo di mt. 433,52 e larghezza di m. 6

2°) il giuoco del Foot Ball delle dimensioni di 110 x 60

3°) il giuoco del Tennis 20 x 36

4°) un reparto per atletica leggera dalle dimensioni di 33 x 71

 

La rimanente parte del campo è adibita a spazio per il pubblico, il quale desidera assistere in piedi gli spettacoli, mentre per quelli i quali vogliono assistere seduti, è stato studiato un’ampia tribuna dalle dimensioni di 60 x 8 a 6 gradinate, posta a metà dell’intera zona.

La chiusura del campo è in lastre di cemento armato, con pilastri pure in cemento armato dell’altezza di metri 3, ciò per evitare al pubblico che si trova all’esterno, di assistere ugualmente alla partite di giuoco.

Il campo invece adibito per il Foot Ball è recinto con una rete metallica sostenuta da paletti in ferro, dell’altezza di m. 1.50, ed anche per questo giuoco si è pensato di recingerlo con rete piuttosto alta, ciò per evitare nelle finali discussioni delle partite, l’invasione del pubblico nella zona di giuoco.

La Tribuna costruita con gradinate in legno, e sostenuta con travi pure in legno, è capace di circa 800 persone, sotto l’impalcatura sono stati progettati  N° 3 locali e cioè, uno per uso magazzeno, uno per spogliatoio, ed uno per uso latrina e bagno.

Un ampio stradone, continuazione del viale Cristoforo Colombo, è stato progettato per arrivare al Campo. L’intera opera, come risulta dal preventivo, ammonta a L.

 

firmato: l’ingegnere Capo Progettista

 

PREVENTIVO DI SPESA PER IL NUOVO IMPIANTO SPORTIVO

 

1) Movimento di terra per lo spianamento della zona L. 027.000

2) Formazione del piano per il Campo destinato

al giuoco del Foot Ball   L. 022.400

3) Battuto di cemento per la formazione

del giuoco del Tennis   L. 002.520

4) Recinto con rete metallica del Foot Ball   L. 003.232

5) Costruzione della Tribuna e rispettivi camerini   L. 047.633,12

6) Scavo di fondazione e riempimento in

calcestruzzo per la chiusura dell’intero Campo   L. 004.908,04

7) Formazione del portone d’ingresso   L. 010.000,00

8) Formazione della chiusura del Campo

   in cemento armato   L. 065.998,41

9) Il 5% per imprevisti e spese varie   L. 009.137,60

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TOTALE   Lire 192.829,17