TERAMO – Approvata all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci (presenti 29 Comuni della Provincia di Teramo) una delibera riguardante la “sicurezza del sistema acquifero del Gran Sasso” in vista dell’annunciato esperimento Sox  in programma per la prossima primavera nel Laboratorio di fisica nucleare. Un esperimento che suscita le preoccupazioni di cittadini, associazioni ambientaliste e enti locali perché prevede l’utilizzo di fonti radioattive.

Le amministrazioni locali, Provincia e Comuni, questa mattina, hanno deliberato di:

richiedere al Governo di individuare e deliberare le risorse economiche necessarie per la messa in sicurezza del sistema acquifero del Gran Sasso da ogni possibile contaminazione;

richiedere alla Regione Abruzzo l’avvio delle attività di studio e progettazione per la realizzazione degli interventi strutturali idonei ad azzerare il rischio di interferenze tra il sistema di captazione delle acque e di tutte le condutture con le strutture dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e con il tratto autostradale della A 24, rimettendo all’Assemblea dei Sindaci  l’elaborato e le proposte che si intendono adottare;

sottoporre l’avvio di nuovi esperimenti presso i laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare alle procedure di verifica e controllo di cui al protocollo d’intesa, nelle premesse richiamato, sottoscritto dagli Enti intervenuti;

richiedere, nelle more della realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, la sospensione delle attività e degli esperimenti, come il Sox, che comportano il ricorso all’uso di sorgenti radioattive;

rimuovere dai Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso le sostanze radioattive e comunque pericolose attualmente stoccate, non immediatamente utilizzabili;

promuovere, in caso di mancato riscontro positivo entro 30 giorni in merito ai punti sub 3, sub 4 e sub 5, d’intesa con i Comuni, le opportune azioni per la tutela della collettività, per ottenere giudizialmente quanto sopra richiesto.

Piena adesione dell’Assemblea alla manifestazione promossa dall’Osservatorio indipendente delle acque del Gran Sasso (in programma per l’11 novembre con partenza alle ore 15 a Viale Mazzini a Teramo) che riunisce 11 associazioni ambientaliste e i cui rappresentanti, questa mattina, sono intervenuti all’assemblea lanciando un appello alla partecipazione: “Le associazioni possono fare molto – ha dichiarato Giorgio Giannella presente insieme a Massimo Fraticelli e Giuliano Di Gaetano – ma abbiamo bisogno della politica per sostenere una campagna per la trasparenza e per la sicurezza”.

In apertura dei lavori il presidente Di Sabatino, ha illustrato la proposta di delibera, poi implementata nel corso del confronto, sostenendo, fra le altre cose: “Siamo di fronte a dei nodi che attengono alla politica nazionale, all’assetto dello Stato, al ruolo delle popolazioni e degli enti locali. Si delinea un nuovo centralismo che limita il diritto dovere di partecipazione del cittadino, da una parte le Province svuotate di poteri e enti come l’Ersi che esistono ma non operano – ha affermato –  Ci sono cinque Ministeri e la stessa della Regione che hanno autorizzato la realizzazione dell’esperimento: autorizzazioni e informazioni che non sono mai arrivate al tavolo regionale istituito dal vicepresidente Lolli proprio per condividere un percorso per la messa in sicurezza del bacino acquifero. Immagino che le autorizzazioni siano state rilasciate dalle strutture amministrative sulla base di protocolli regolamentari e di leggi ma si tratta di capire per cosa è stata richiesta l’autorizzazione. In ogni caso la criticità del sistema idrico, i rischi di interferenze e, quindi di contaminazioni, oggi sono ampiamente riconosciuti e nelle more di lavori di messa in sicurezza è impensabile porre in essere altre attività che riducono margini di sicurezza”.

Molti gli interventi nel corso del dibattito: “Sono preoccupato – ha commentato Umberto De Annuntiis, sindaco di Corropoli – la Regione si è mossa solo dopo le indiscrezioni di stampa”. Ha insistito sulla mancanza di trasparenza il sindaco Diego Di Bonaventura di Notaresco proponendo la via del ricorso giudiziale: “Dopo i fatti di contaminazione accaduti, l’istituzione di un tavolo regionale istituzionale, le informazioni non rassicuranti sullo stato delle interferenze esistenti, si continua a registrare una assoluta mancanza di trasparenza sui procedimenti”.

Secondo il sindaco di Penna Sant’Andrea, Severino Serrani: “E’ il momento giusto per porre delle condizioni perché c’è la giusta attenzione e una filiera politica di Governo omogenea”.

Massimo Di Giancamillo, assessore del Comune di Isola del Gran Sasso ha affermato: “Che di fronte ad un simile rischio non c’è ristoro ambientale ma che in questi anni i territori coinvolti non hanno avuto nemmeno questo”.

Robert Verrocchio, il sindaco di Pineto, ha invitato a partecipare compatti alla manifestazione: “Dobbiamo dare prova di un sentimento comune, quello che unisce cittadini e enti locali”.

Molte le domande che attendono una risposta: il Laboratorio di fisica nucleare opera in zona protetta, in piena area Parco, è stata chiesta la valutazione di incidenza del rischio? E’ stata chiesta la valutazione di impatto ambientale? Esistono dei piani di emergenza esterni in caso di incidenti?

Quindi la decisione di porre un termine, 30 giorni, entro il quale ricevere delle risposte altrimenti ci si muoverà per via giudiziale. “Ho già dato mandato agli uffici di ripercorrere la schema utilizzato per i ricorsi contro le trivelle” ha chiosato Di Sabatino a margine dell’Assemblea.