SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Come previsto, alla Camera dei Deputati la maggioranza formata da Partito Democratico e Alleanza Popolare ha approvato il Disegno di Legge di riforma delle concessioni balneari, quindi con le gare per concedere le spiagge, secondo le linee della Direttiva Bolkestein.

Il provvedimento, ora passa al Senato, dove non avrà vita facile. Il centrodestra unito ha annunciato battaglia in una conferenza stampa e promossa dai gruppi parlamentari di tutti i partiti del movimento politico e alla quale hanno partecipato diversi rappresentanti dei balneari tra cui Giuseppe Ricci dell’Itb Italia e Bettina Bolla di Donnedamare, che a differenza dei sindacati confederali che si sono già da tempo dichiarati favorevoli al Ddl, continuano a portare avanti la lotta a nome delle migliaia di balneari.

Il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio Renato Brunetta, ha assicurato che “quando andremo al governo ci dovranno essere le condizioni per trattare con l’Europa per adattare quello che rimarrà della Bolkestein alle condizioni specifiche delle nostre spiagge. Questo – ha aggiunto – è un governo debole coi poteri forti e arrogante con le piccole imprese”.

Al Senato, ha assicurato l’azzurro Maurizio Gasparri, “non faremo passare questo disegno di legge. Dobbiamo tutelare le imprese che hanno fatto investimenti e rendono fruibili le nostre coste”. Anche perché, ha aggiunto l’azzurra Deborah Bergamini, la legge “tocca un comparto importantissimo della nostra economia” e la legge “di fatto espropria le concessioni balneari in essere”.

Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega nord, ha accusato la maggioranza di “non voler schierarsi dalla parte dei cittadini. L’unità del centrodestra l’abbiamo vista molto sulla questione Bolkestein. I balneari non sono una lobby, sono famiglie, cittadini italiani che fanno reddito e consentono ai parlamentari di portare lo stipendio a casa”.

“Il Disegno di Legge che la maggioranza in Parlamento sta portando avanti è sbagliato – tuona Giuseppe Ricci Presidente dell’Itb – aumenta le insidie e le incertezze per le imprese, ma soprattutto apre le porte alle aste, che noi riteniamo ingiuste di principio, pericolose e dannose per un tessuto economico che, in un periodo di rilancio del turismo, dovrebbe invece essere tutelato, sostenuto e garantito, facendo quello che hanno fatto altri Paesi europei, ovvero garantendo le concessioni demaniali esistenti, dando loro certezze concrete per il futuro e non colpendole aprendo la strada delle aste”.