SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da quasi un anno è il coordinatore comunale dell’Udc, da quando a dicembre 2016 prese il posto di Fabio Bagalini (che ora fra le altre cose è nel comitato dei “No-Project). Stiamo parlando di Fabrizio Capriotti con cui abbiamo fatto una lunga chiacchierata sull’attualità politica sambenedettese. Partiamo dalla piscina e arriviamo alle elezioni di quartiere passando per le questioni sicurezza e movida (“l’amministrazione ghettizza” accusa Capriotti “chiudere il pontino lungo è una sconfitta”). Ripercorriamo poi la genesi di un’idea che partì da lui e che ha fatto abbastanza discutere: trasformare il Ballarin in un parcheggio.

Buongiorno Capriotti, parlando di attualità politica l’acqua in piscina è sempre calda. Il comitato raccoglie le firme e chiede un consiglio aperto. Visto che è probabile che possano servire le firme dei consiglieri, voi come gruppo lo appoggerete?

“Noi, e l’abbiamo già detto, siamo contrari al project financing perché la città ha bisogno di opere ma non ha bisogno di un intervento invasivo come quello, noi pensiamo che la piscina possa essere ristrutturata senza dei mega interventi e con somme abbordabili. Si può accingere al credito sportivo ma mi pare che all’ultimo bando del Coni nessuno abbia risposto da San Benedetto. Siamo felici del fatto che un movimento spontaneo di cittadini guidi questa cordata che dice no agli interessi privati e sì a quelli pubblici. Sul consiglio aperto la volontà credo sia quella di appoggiarlo perché più facilitiamo la partecipazione dei cittadini e meglio è.”

Le sembra che questa maggioranza abbia offerto poca partecipazione sul tema piscina? Ha la sensazione, come molti dicono, che vogliano a i tutti costi mettere la firma sulla prima opera pubblica di rilievo dell’era Piunti?

“Siamo contenti che voglia essere messa una firma e si voglia fare qualcosa. Penso però che ora (anche con l’ipotesi consiglio aperto ndr.) avranno l’opportunità di far capire se hanno interesse a far partecipare la città. Vediamo se si arroccano su loro stessi oppure no”.

Nel comitato c’è anche il suo predecessore al coordinamento comunale dell’Udc. Per lei è un movimento politicizzato?

“Sì esatto, c’è Fabio Bagalini. Per quanto riguarda il comitato, noi abbiamo deciso di tenerci fuori perché è più bello e efficace se rimane un movimento di cittadini. Non ci scordiamo che chiunque può aderirvi, e dunque il carattere politico di questo comitato non lo vedo predominante.”

Un altro tema molto “caldo” è quella sulla sicurezza. Recrudescenze di fenomeni di disagio, piano telecamere che potrebbe vedere la luce fra poco, forse in risposta…

“Non c’è progettazione neanche sul tema sicurezza purtroppo. Oltre al sistema di videosorveglianza non si guarda. Prendiamo il caso del pontino lungo. Chiuderlo non è una soluzione perché si va a “ghettizzare” ancora di più la zona e allora un’idea sarebbe quella di riaprirlo alle auto, magari quelle di una certa altezza visto che è basso, chiuderlo è una sconfitta. Un’altra ghettizzazione è quella che si fa attorno al tema “movida”. Non si combatte la movida facendo chiudere i locali  “fracassoni” ma si tratta di analizzare la questione sociale relativa ai giovani. Se chiude un locale ne aprono altri dieci. Perché non si pensa alle alternative per i giovani in questa città?”

A proposito di programmazione e progettazione, termini che mi pare non le dispiaccia usare come strumenti di misura delle azioni amministrative: il Ballarin è uscito dal Piano Opere Pubbliche. Voi proponeste la sua trasformazione in parcheggio, siete mai stati presi in considerazione?

“Il Ballarin è stato cavalcato fortemente in campagna elettorale, anche da questa maggioranza, e adesso più nulla. Si era formato anche un comitato…”

Abbastanza politico anche quello, per rimanere in scia della piscina.

“Sì, direi di sì visto che c’erano dentro sia Bruno Gabrielli che Pierluigi Tassotti se non sbaglio.”

L’idea del parcheggio come è venuta? Se fosse un’ipotesi permanente non penso che i tifosi, almeno i nostalgici, la prenderebbero bene.

“La nostra idea era anche provocatoria, piuttosto che lasciarlo così lo avremmo pulito e avremmo favorito anche un’entrata per le casse del Comune che poteva essere utile per smantellare i capannoni del carnevale che sono inagibili e uno spettacolo orribile da guardare. Noi non vogliamo un parcheggio perenne ma solo finché non ci sarà una vera ristrutturazione. Per me le idee di un monumento alla memoria e un museo sono affascinanti.”

Si avvicina l’Election Day di dicembre e nei quartieri le primissime assemblee “prodromiche” sembrano non troppo partecipate…

“Ho saputo che le poche assemblee finora riunitesi sono state poco partecipate e se non c’è partecipazione la città muore. Molti pensano che i comitati non contino nulla e pensano che non serva a nulla candidarsi. Ma si sbagliano. Più la città è attiva più la politica è attenta alle esigenze. Sentire che non c’è nessuno che si vuole candidare a me personalmente rattrista, è avvilente.”

Riviera fuori dai Fesr straordinari per il terremoto, Ferrovia Salaria messa in un cassetto da Ceriscioli nonostante le aperture di Graziano Delrio. Il Piceno è abbandonato?

“La sensazione è quella ed è dovuta alla pochezza della politica locale, che è stata mediocre negli ultimi 20 anni. Si badi bene, parlo a 360 gradi sia a destra che a sinistra. Il quadrilatero Macerata-Foligno è spettacolare, con un’ora arrivi a Perugia mentre noi siamo lontani anni luce e non è colpa di Urbinati direi, ma di chi c’è stato nei 20 anni precedenti. Non c’è mai stata una forte volontà politica di fare grandi interventi. E’ stato tutto abbandonato dalla bretella alla Sentina per non parlare della Sanità.”

Lei per poco non è entrato in Consiglio Comunale nel 2016 e se il ricorso per “L’Anatra Zoppa” fosse stato accolto sarebbe stato reintegrato. Ha seguito le due recenti sentenze sui casi di Lecce e Avezzano, simili al nostro ma opposti per la giurisprudenza?

“Sì e ho anche letto le sentenze recenti come quelle originali che ci riguardavano. La realtà è sotto l’occhio di tutti, Perazzoli ha perso. Ma c’è anche un altro aspetto, ovvero che la città di fatto non ha votato una maggioranza di centrodestra perché le liste di Perazzoli hanno preso più del 50%. Al di là di questo però, non dobbiamo pensare che queste dinamiche facciano il bene della città. Il bene della città lo fa una seria programmazione di opere e interventi che non vediamo in Piunti e nella sua maggioranza.”