SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aveva dieci anni quando da Settimo Torinese prese la strada verso Torino, per vestire la maglia della Juventus: “Per le prime due stagioni non fu semplice, poi incontrai allenatori molto bravi che mi hanno aiutato e mi sono sbloccato”. Fino a vestire quella maglia per nove anni e diventare capitano della squadra Primavera. Un percorso di crescita che lo ha infine portato a San Benedetto, a 19 anni.

“Sarei potuto restare alla Juve, so che c’erano anche altre offerte ma il mio procuratore mi ha suggerito la Samb dicendomi che molti calciatori volevano venire qui. E non mi sono pentito della scelta”, afferma il centrocampista rossoblu, impiegato da mister Moriero nel ruolo di play-maker basso, come un altro grande juventino quale Andrea Pirlo, al quale, fatte le debite proporzioni, assomiglia per caratteristiche fisiche e tecniche. Anche perché, come Pirlo nacque fantasista per poi trasformarsi in regista, così Bove a San Benedetto sta cambiando ruolo: “Anche in passato ho giocato sia come trequartista che mezz’ala che regista basso, però se devo essere sincero mi piace giocare vicino alla porta, prossimo agli attaccanti”.

Ruolo che per lui aveva pensato Moriero – si veda la partita di esordio col Modena – ma che poi è stato costretto a ripensare per mantenere gli equilibri tattici: “Per me va benissimo così, sto imparando molte cose sia dai giocatori più anziani che da quelli più giovani”. E oltre agli Aridità e ai Di Cecco, Bove fa riferimento a Bacinovic, che chiama col diminutivo di “Bacio”, anche perché sono i due calciatori che si stanno alternando a centrocampo: “Lui è un grande giocatore, esperto, sa come tenere la palla: da lui imparo molto a livello mentale”.

Per Bove le differenze maggiori dal settore giovanile della Juventus al suo primo campionato professionistico riguardano “l’aspetto atletico: c’è molto più agonismo, in campo si fa valere molto la forza fisica. A livello tecnico invece non vi sono molte differenze, ero abituato a giocare con giovani di buon livello”.

“La sosta può incidere forse, considerando che arrivavamo da un buon periodo. Abbiamo superato la prima delle quattro fasi del campionato e siamo nei primi posti, stiamo andando bene: ora dobbiamo migliorare nel gioco, qualche volta concediamo troppo il possesso di palla agli avversari. Ma siamo una squadra nuova e ci stiamo conoscendo settimana dopo settimana, possiamo far meglio” conclude il giovane centrocampista, il quale si dichiara “grato a Moriero: lo stimo come allenatore e mi concede la possibilità di giocare”.