MACERATA – Un incontro, quello svoltosi a Macerata lo scorso 23 ottobre, che scandaglia in più forme un tema più che mai attuale, un approfondimento riguardante i diritti della famiglia, la sua concezione naturale e la sua evoluzione sociale.

Presiede l’incontro il Prof. Giuseppe Rivetti, docente di diritto tributario dell’Università di Macerata, hanno partecipato: Il magistrato e presidente del Centro studi Rosario Livatino Alfredo Mantovano, il neurochirurgo e presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli Massimo Gandolfini, L’avvocato e mediatore familiare Simone Pillon, La docente esperta dei diritti dei minori Tiziana Montecchiari e la presidente del Movimento per la Vita Francesca D’Alessandro.

Dapprima vi è un’introduzione del prof. Rivetti, incentrata sull’importanza di quella che è definita la terza missione svolta dalle Università, oltre a formazione e alla ricerca, che consiste nell’applicazione diretta della conoscenza al fine di favorire lo sviluppo sociale.

Il primo degli esperti presenti ad intervenire è il magistrato Alfredo Mantovano, che esordisce con una citazione di Livatino “alla fine della nostra esistenza non ci chiedono se siamo stati credenti, ma credibili” . Mantovano focalizza l’attenzione sul titolo assegnato all’incontro “Famiglia e Modernità” evidenziando come la concezione che abbiamo di moderno oggi si fondi essenzialmente con quella di adeguato, ma al contempo, si distacchi da quella di obsoleto, di superato. La famiglia apparentemente si contrappone al cambiamento, giacché essa rappresenta l’emblema della stabilità che si protrae nel tempo.

“Dal 1968 al 2018 – asserisce Mantovano – è andata in scena la progressiva aggressione commpiuta dai vari governi a questo storico istituto. Nel 2014 sono state introdotte le formule di divorzio definite easy e sprint, fondate sul semplice fatto che si sono ridotti i tempi per la richiesta di divorzio, rendendo di conseguenza più difficili eventuali ripensamenti. Mentre un avvocato matrimonialista guarda di cattivo occhio questa digressione, l’aspetto mediatico sembra invece enfatizzare il cambiamento e la disgregazione graduale della famiglia”.

Alla domanda se l’attuale quadro normativo tuteli o annienti la famiglia, Mantovano risponde, apportando l’esempio del bonus di 80 euro concesso della scorsa legislatura: “L’agevolazione è stata ponderata considerando i singoli individui che possiedono un reddito e non invece i nuclei familiari, ciò ha portato a conseguenze assurde, se consideriamo due casi esemplari: quello della famiglia di cinque individui, di cui uno solo possiede un reddito e un’altra famiglia di tre persone, tutte aventi reddito. Stando alla scelta del governo, il secondo nucleo risulterebbe di certo avvantaggiato rispetto al primo; questo denota un annientamento totale del concetto di famiglia”.

Successivamente, affronta il sottile collegamento tra famiglia e figli naturali il neurochirurgo dott. Massimo Gandolfini. La distinzione apportata tra sesso e genere e l’illustrazione scientifica del rapporto simbiotico che intercorre tra una madre naturale e il proprio feto, manifesta la posizione di Gandolfini nei confronti di argomenti sociali moderni come la surrogazione di maternità: “I sessi sono due in natura, sono l’unico dato biologico che codifica la procreazione e la nostra permanenza come specie, i generi sono invece una scelta sociale, di appartenenza e di percezione di sé; uomo e donna non sono diversi ma differenti, complementari, entrambi necessariamente utili. Una madre, oltre a donare al feto nutrimento e impulsi psichici, che si ripercuotono nel cervello del figlio, riceve permanentemente un corredo genetico apportato dal figlio stesso. Questo è il motivo per cui sono contrario all’utero in affitto; la madre surrogata sarà biologicamente legata al partorito, per sempre”.

Interviene in seguito l’avvocato Simone Pillon che vira la questione verso un approdo leggermente differente: illustra la differenza tra la famiglia naturale e i suoi moderni surrogati, prima tra tutte l’unione civile. “Oggi incontriamo cinque tipi di famiglia, quella tradizionale ormai considerata obsoleta; quella uomo-uomo; quella donna-donna; quella ‘bricolage’ dove vengono pattuiti dal principio diritti e doveri; infine, quella dei non conviventi. Una società, così costituita, si fonda ovviamente sull’autonomia di scelta, non sui principi cardine del diritto naturale. Ciò va a discapito degli individui più deboli, gli anziani, i bambini, i disabili, che per forza di cose non sono affatto autonomi”.

Concludono l’incontro la Prof.ssa Montecchiari, che evidenzia l’iportanza della famiglia, in prospettiva dei diritti del minor e la dott.ssa Francesca D’Alessandro, che promuove il movimento per la vita, allo scopo di sensibilizzare circa l’importanza del concepimento, senza renderlo un diritto negoziabile: “troppe coppie oggi rinunciano a fare un figlio per problemi economici. La società non può impedire la procreazione”.

Sono intervenuti all’evento, studenti di Giurisprudenza di Macerata e dei Servizi Sociali.