SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato Nazionale per la fusione di comuni italiani nella quale si annuncia una storica fusione tra due città che adesso superano per numero di abitanti il capoluogo della Provincia, Cosenza. Una decisione coraggiosa della quale la nostra Riviera può trarne vanto, visto che l’idea della formazione di un Comitato Nazionale (che ha preso forma a Grottammare il 28 gennaio scorso presso l’hotel Parco dei Principi) è nata da un input del nostro giornale e concretizzata dal comitato sambenedettese “Città Grande”, presieduto dal sindaco di Massignano, Massimo Romani. Il segretario del Comitato nazionale è Carlo Clementoni, segretario anche di Città Grande e uno dei principali artefici del progetto.
«I cittadini di Rossano e Corigliano Calabro – dichiara Antonello Barbieri presidente di FCCN Il Coordinamento Nazionale per le Fusioni che ha sede a Genova – hanno scelto la strada della Fusione con coraggio e lungimiranza, lo hanno fatto con entusiasmo e partecipazione, l’affluenza alle urne è stata considerevole, la prevalenza dei Sì, schiacciante.
Siamo in presenza di un evento storico che, siamo convinti, sarà un punto fermo per il ripensamento della geografia amministrativa dell’intero Paese. Il risultato calabrese, infatti, sarà un volano per tutti quei comuni che ancora oggi non hanno avuto la lungimiranza di intraprendere il percorso verso la Fusione. FCCN, Il Coordinamento Nazionale per le Fusioni accoglie questo risultato con entusiasmo e si congratula con le decine e decine di attivisti calabresi, veri artefici di questo risultato»
Presidente FCCN
Antonello Barbieri
Lascia un commento
Gli studi sono stati fatti e sono tanti ma se lei non se n’è accorto nessuno può far nulla. Se lo faceva prima di commentare sarebbe stato meglio. Per lei. Anche per quel che riguarda il nostro territorio lei dimostra ignoranza (nel senso che ignora) visto che parla di ‘continuità urbana’. Come nei dieci comuni che potrebbero formare la “Città grande’ non c’è nulla di simile in Italia. Dulcis in fundo scambia l’informazione per propaganda. Magari è meglio se mantiene l’anonimato…
Gentile direttore, premetto di essere favorevole ad una fusione dei comuni. Ho una domanda forse alquanto stupida che riguarda controllate/partecipate. Nel caso in cui avvenisse una grande fusione, alcune delle spa a partecipazione comunale vedrebbero rivisto l’assetto societario. Due sono le mie questioni 1) dal punto di vista di assetti societari il consolidamento di quote partecipative potrebbe comportare il superamento degli attuali assetti societari facendo ritrovare un socio di maggioranza relativa come socio non piu’ detentore di tale maggioranza e quindi con “potere” diluito in sede di amministrazione. Non so cosa prevedono gli statuti in questo caso 2) l’eventuale riassetto… Leggi il resto »
Buonasera Fabio grazie della domanda Ad es. nella PicenAmbiente i soci privati detengono il 49% e quindi non ci sarebbe nessuno squilibrio. Ad ogni modo gli assetti societari delle S.P.A. sono assoggetate al Codice Civile e dunque il rapporto con i soci privati non cambierebbe fino alla scadenza dei vari contratti salvo diversi accordi tra le parti. Non dimentichiamo poi che con la fusione nasceranno dei moderni Municipi e determinati aspetti verranno decisi dalle parti e inseriti nel nuovo Statuto. Per quanto riguarda invece la lottizzazione politica, a livello nazionale è proprio l’eccessiva frammentazione istituzionale a causare circa 8mila enti… Leggi il resto »
Ciao Carlo,
grazie mille della delucidazione sulla duplice domanda. Sei stato chiarissimo e in bocca al lupo per la promozione del progetto che spero veda luce presto
Buona giornata
Fabio
CuorDiLeone-Anonimo-Elefantino constatiamo nuovamente la sua loquacità sulla questione. Se davvero interessato, anche se pigro, credo non abbia nulla in contrario nel ricevere i volumi. Basterà comunicarlo alla Redazione. Se Elefantino non va dall’Informazione è l’Informazione che va da Elefantino. Scoprirà che non c’è niente di “propagandistico”. Nella speranza che non si esprima più goffamente sulla fattibilità tecnica di un argomento che non conosce affatto. Magari poi arriveranno solo critiche attendibili. Al momento troviamo bizzarro che si richiedano studi precisi trattando statistiche con grossolanità. Infatti sia nel nuovo comune calabrese sia a San Benedetto, in sole tre righe, si è dimenticato… Leggi il resto »
Anche io resto molto perplesso di una proposta di aggregazione che è sulla carta ma non è sempre nell’economia, nella struttura sociale, urbanistica e spesso neanche culturale. Credo che forse solo il 10% dei sambenedettesi conosca montefiore, se arriviamo a Monsampolo o Monteprandone forse la percentuale scende ancora. Abbiamo strutture economiche molto diverse (commerciale in riviera, industriale a Monteprandone e Acquaviva, rurale-artigianale più all’interno). Non capisco perché volete fare una battaglia per unire situazioni non unibili, non è pensabile che un eventuale consigliere comunale di Porto d’Ascoli o Centobuchi sia in grado di conoscere le esigenze di un montefiorano o… Leggi il resto »
La mia prima e debita premessa è che la notizia riguarda un traguardo importante (anzi il secondo dopo l’innalzamento dei contributi ai Comuni che si fondono) raggiunto dal Comitato Nazionale per le Fusioni nato e voluto fortemente da 10 persone residenti nella riviera e non gli obiettivi del comitato locale “Città Grande”. Obiettivi che possono essere discussi anche se va precisato che la fusione proposta per determinati comuni (San Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupra Marittima, Monteprandone, Acquaviva Picena, Ripatransone, Massignano, Montefiore, Monsampolo del Tronto) nasce da approfonditi studi dell’Istat (controllare per credere) che lo considera un solo territorio per continuità… Leggi il resto »
Direttore più volte ho espresso la mia opinione sulla necessità di una fusione, ma ho anche criticato l’approccio dogmatico al perimetro dell vostra proposta. Sebbene l’Istat dia una indicazione c’è anche da tener conto che la Regione Marche ne da altre, anche la comunità europea, a secondo della metodologia utilizzata (e identifica almeno 6 metodologie diverse) ottiene risultati molto diversi. Io non capisco perchè continuate imperterriti con questa visione allargata (che poi è da capire perchè Massignano si e Spinetoli no ed hanno la stessa distanza da San Benedetto con il vantaggio che Spinetoli è meglio collegata con una ottima… Leggi il resto »
Non hai capito che l’Istat ragiona giustamente e futuristicamente a ‘linea d’aria’ per cui in un territorio omogeneo non va misurata la distanza tra San Benedetto e Spinetoli bensì tra Cupra Marittima (Riviera) e Massignano (Grottammare.Ripatransone, San Benedetto-Acquaviva Picena) che si trovano a 5 chilometri di distanza. Montefiore a 9.Però, pur mantenendo certe caratteristiche disegnatee valutate dall’Istat, togliendo Montefiore, Monsampolo e Cossignano si manterrebbe il concetto della linea d’aria e anche i presupposti elencati da Pier Paolo nelle sue considerazioni. Non sarebbe… la fine del mondo ma si rischierebbe l’isolamento dei tre comuni citati che si verrebbero a trovare alla… Leggi il resto »
La proposta del Comitato Città Grande è una base di partenza che intende aprire un dibattito tra le eccellenze del compensorio. E come avvenuto in altre parti, oltre a semplici cittadini e ai politici locali si auspica l’intervento di intellettuali e delle associazioni di categoria. A proposito di macro-settori imprenditoriali ricordo la disamina di Nazzareno Torquati appena l’anno scorso. https://www.rivieraoggi.it/2016/04/01/217389/san-benedetto-scompare-lentamente-in-4-anni-persi-114-milioni-di-euro-di-fatturato/ Per quanto riguarda le struttute economiche, in chiave moderna, è indubbio che esista una certa complementarietà sia nel distretto industriale agro-alimentare (26 comuni) sia nell’offerta turistica del STL, il Sistema Turistico Locale (tutti e 33 i comuni) D’altronde anche nel… Leggi il resto »
Caro Carlo, per la questione “dei soldi” ho più volte invitato il Comitato ad anteporre la politica ad una logica esclusivamente tecnica alla quale rischia di piergarsi. Altrimenti non produrrete “cultura” in senso ampio ma soltanto un adattamento via via più stringente alle logiche del liberismo. Dunque la “fusione” va pensata non perché “non ci sono i soldi”: quella è una conseguenza, semmai, non una soluzione. L’unione di Pescara con Montesilvano o Spoltore potrebbe avere una sua logica come quella di San Benedetto con Grottammare o Monteprandone. Se a questo punto altri enti come Acquaviva o Cupra/Massignano/Monsampolo intenderanno aggregarsi, ben… Leggi il resto »
Pier Paolo fa particolarmente piacere sentire il tuo pensiero. Ad ogni modo e qui mi fermo perchè continuerei all’infinito, non è l’aspetto economico il tema prioritario, d’accordo, però senza coperture o peso politico facciamo solo filosofia. Spero solo che soffermarsi troppo su Cossignano o Montefiore non ti faccia perdere di vista la bontà dell’iniziativa e la necessità di aggiornare le istituzioni del Piceno. Più in generale nelle Marche sono tutti i comuni dell’Entroterra (tranne Fabriano) a morire a differenza di quelli umbri. Eppure le potenzialità le troviamo proprio lì. Per quanto riguarda la riduzione dei servizi nelle periferie o addirittura… Leggi il resto »
Appunto, ma hai scritto tu che i parametri Istat tenevano conto di distanze esagerate (Per me non lo sono) citando Spinetoli e Massignano. Io ho semplicemente detto che spostando forzatamente un po’ verso nord-est il baricentro, non succederebbe niente agli effetti della fusione, isolamento di tre comuni esclusi a parte.
Alessandro fa piacere che ne parli. La metodologia Istat/Eurostat con la collaborazione dell’Università di Pisa misura l’interazione dei comportamenti umani. Sono proprio questi ultimi a definire i Sistemi Locali dell’istat. E dunque non si parte da un punto prestabilito. L’area omogenea si disegna da sè. In effetti, aprioristicamente, perchè confinare le variabili umane in un recinto? Ed è proprio per questo motivo che i SL sono più reali degli enti istituzionali che a forza di idealizzarli, per paradosso, stanno contribuendo a dissolvere le identità locali. Da non confondere con il GeoMarketing che, partendo da un punto, misura un potenziale commerciale… Leggi il resto »
Tuttavia valutare solo l’interazione dei comportamenti mi sembra riduttivo, ci sono una molteplicità di aspetti da considerare ed ognuno va pesato per il loro trade-off costi/benefici. L’aumento della complessità è un costo che va bilanciato con l’aumento delle economie di scala e un maggior peso politico. E’ chiaro che questo trade-off porti ad una dimensione ottima (che alcuni studi dell’Anci identificano in 70.000 abitanti circa) che secondo me è l’obiettivo da raggiungere. Poi se ci sono altre motivazioni parliamone.
Gli studi sono stati fatti e sono tanti ma se lei non se n’è accorto nessuno può far nulla. Se lo faceva prima di commentare sarebbe stato meglio. Per lei. Anche per quel che riguarda il nostro territorio lei dimostra ignoranza (nel senso che ignora) visto che parla di ‘continuità urbana’. Come nei dieci comuni che potrebbero formare la “Città grande’ non c’è nulla di simile in Italia. Dulcis in fundo scambia l’informazione per propaganda. Magari è meglio se mantiene l’anonimato…
Guardi che io non solo non l’avevo rimosso ma avevo anche risposto come può controllare. Non so perché poi è finito nel cestino. Adesso è tornato tra gli approvati
Personalmente sono favorevolissimo ad una fusione ben ragionata, ritengo però come già Alessandro84 e Pierpaolo, che il perimetro proposto dei 10 comuni sia troppo ampio e possa solo rallentare il processo; si nota infatti come in altre realtà la fusione riguardi quasi sempre 2/3 entità alla volta, e spesso di piccole dimensioni. Promuovere una raccolta popolare di firme o un pronunciamento di interesse dei consigli comunali di SBT, Grottammare e Monteprandone (che sono confinanti senza nessuna soluzione di continuità) già sarebbe un input molto forte per spingere verso la fusione, a cui si inviterebbero poi gli altri 7 comuni limitrofi… Leggi il resto »