DI ALESSANDRO MARIA BOLLETTINI

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I Disoccupati Piceni hanno emesso un nuovo comunicato in cui denunciano la situazione critica a livello occupazionale del territorio. Mentre i dati nazionali sottolineano quelle che sembrerebbero le parvenze di una ripresa economica, le file di disoccupati nei centri per l’impiego sono sempre più lunghe, soprattutto ora che è definitivamente terminato il periodo estivo e che non c’è più richiesta di lavori stagionali.

La crisi economica continua a mordere con durezza le famiglie del territorio, che non vedono, a detta del comunicato, piani di sviluppo per la ripresa. Per via di questa situazione “molti studenti devono rinunciare all’università, perché i genitori hanno perso il lavoro o hanno chiuso le attività”.
Il Gruppo parte poi all’attacco di viale De Gasperi:” Tempo fa, alle varie amministrazioni locali incontrate, avevamo chiesto di redigere un elenco dei propri cittadini senza lavoro e delle varie professionalità a disposizione. Era stata chiesta la possibilità di lavorare per un massimo di tre mesi nelle partecipate o nelle amministrazioni locali; sarebbe stato un “segno” molto importante per aiutare le famiglie senza reddito e lavoro, ma ovviamente ci fu risposto che non era possibile. Riguardo questo argomento, molti cittadini incontrati in questi giorni ci hanno chiesto di commentare la recente notizia di 35 assunzioni effettuate dal Comune senza avere approvato il bilancio consolidato. Come dire, se l’amministrazione comunale avesse intenzione di assumere, si potrebbe fare.”

I Disoccupati Piceni presentano così un loro slogan: “Ridurre l’orario di lavoro e lavorare tutti”, infatti, citando sempre il comunicato: “Sarebbe stato sufficiente che l’amministrazione avesse deciso di assumere, a rotazione per un massimo di tre mesi, i disoccupati con maggiore anzianità d’iscrizione al centro per l’impiego, così come avevamo suggerito tempo addietro; questa amministrazione comunale, invece di collocare in questo caso solo 35 cittadini per dodici mesi, avrebbe potuto assumere temporaneamente almeno 140 disoccupati per tre mesi, ovviamente inserendo la spesa nel bilancio e rispettando la legge.”

Un’altra riconosciuta piaga occupazionale è rappresentata dalle disparità di trattamento tra uomini e donne, penalizzate dal “pericolo” di entrare in stato di gravidanza: “Purtroppo quando la crisi ‘morde’, salta anche il rispetto di diritti fondamentali e imprescindibili come la maternità. Denunciamo alcune gravi situazioni, che alcune giovani donne ci hanno riferito; situazioni che come uomini e genitori ci colpiscono e ci fanno male, come il sentire ancora e sempre più spesso che all’annuncio di una maternità arriva puntuale la richiesta di licenziarsi. Sicuramente dobbiamo fermarci e riflettere: la violenza sulle donne non è solo fisica, ma assume varie e nuove ‘forme e colori’, ed i segni lasciati, anche se non visibili esteriormente, sono sempre più terribili.”
Il Gruppo fa poi delle proposte: “perché non è ancora possibile, come in molte Nazioni del nord Europa, assicurare alla neo mamma un impiego part-time e un reddito fisso mensile di tre o quattrocento euro fino al raggiungimento della maggiore età della nuova vita che sta per arrivare? Tassiamo del 3% gli stipendi pubblici superiori ai quattromila euro mensili per esempio, oppure troviamo con un altro sistema queste risorse.”

I Disoccupati Piceni concludono poi così il loro comunicato: “Ricordiamo che una nostra delegazione sarà presente tutti i martedì e i venerdì al mercato di San Benedetto del Tronto e i mercoledì mattina e giovedì pomeriggio ad Ascoli Piceno in Piazza Arringo. Ci rivolgiamo a tutti i Cittadini che decidono di dare liberamente il loro contributo per migliorare la vita della propria Comunità.”