SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quella che precede Renate-Samb è forse una delle conferenze stampa più significative dell’era Moriero. Per i contenuti, certo, ma anche perché il mister dà vita al primo vero sfogo della stagione che, paradossalmente, arriva nel momento migliore da quando è alla guida della Sambenedettese, uno sfogo che il mister si era tenuto dentro anche dopo le due sconfitte contro Fermana e Padova, arrivate entrambe in circostanze che avevano poco di ordinario e molto di giustificabile.

L’incontro coi giornalisti si apre nel più normale dei modi. Si parla del primato e della prossima partita col Renate, non la partita della vita (“Non c’è bisogno di questa partita per capire il tipo di campionato che dobbiamo fare” è la prima battuta dell’allenatore) ma uno scontro diretto, anche perché lo stesso Moriero definisce i lombardi  “una delle candidate alla vittoria del campionato perché sono una squadra solida, che gioca e che prende pochi gol”.

TRA “GAZZA” E REALTA’. Il mister si scatena però quando si inizia a parlare del primato in classifica. “Non so se possiamo stare in questa posizione” sottolinea “ma quel che è certo è che ce la siamo guadagnata”. Parole, quelle dell’allenatore, che un po’ stridono con le dichiarazioni apparse poche ore prima sulla Gazzetta dello Sport (CLICCA QUI) in cui a Nicolò Schira (il giornalista della “rosea”) Francesco Moriero parlava di “margini di miglioramento incredibili” per la squadra. Dichiarazioni presto spiegate dall’interessato: “Ho detto certe cose perché me le fanno pensare i miei ragazzi. Ho delle speranze verso i miei calciatori perché me le danno loro, la loro voglia di emergere e di uscire da questa categoria”.

ALTRI ALLENAMENTI…L’ambiente, in sala stampa, comincia a farsi più caldo. E pian piano esce fuori quello che il mister pensa e, forse, quello che più teme in un momento così. “Conosco l’ambiente e conosco i miei ragazzi. Il tifo ci dà la carica e l’entusiasmo è l’essenza del calcio ma io so che devo stare sempre addosso ai miei calciatori”. Abbastanza chiaro il concetto, si temono giustamente cali di tensione e inattesi calici amari proprio nel momento più dolce, meno chiari però i motivi. Almeno finché lo stesso coach non li spiega: “Non dobbiamo abbassare la guardia; in questa settimana non mi sono piaciuti gli allenamenti e devo capire il perché”.

…E ALTRI ALLENATORI In realtà, probabilmente, il perché di allenamenti giudicati sotto la media, dentro di sé Moriero se l’è già figurato. Il rischio, quando si lavora con dei giovani e quando questi giovani lavorano in una piazza che le gratificazioni sa darle e anche evidenti, è che qualcuno si monti la testa. Il concetto è immaginabile e condivisibile ma la sorpresa più grande è la schiettezza con cui l’ex calciatore di Inter e Roma tira fuori quello che ha dentro. Mettendo i puntini sulle “i” con l’ambiente e con la stampa. “Mi dà fastidio che si vadano a “pompare” troppo i calciatori e la situazione di classifica” E’ sibillino Moriero. E anche le sue richieste. “Voglio giudizi equilibrati e giusti e il giudizio giusto, in questo momento, è che dobbiamo lavorare”. D’altronde in pochi danno credito a questa squadra a livello nazionale. Il Padova e il Pordenone, per fare due nomi, sono sempre i purosangue su cui scommettere. “I miei colleghi dicono che la Samb non è pronta per stare sù. E hanno ragione. Non siamo ancora nessuno e dobbiamo ancora fare tanto in un campionato lunghissimo”.

PIEDI PIANTATI A TERRA…PER VOLARE. Piedi piantati a terra, briglie a un ambiente che sa correre come pochi con la fantasia e equilibrio nei giudizi, quell’equilibrio che è normale che possa essere precario nella testa di ragazzi che hanno il talento ma non la maturità dei grandi. Non a caso Moriero ripete, nel giro di 10 minuti cinque volte la parola “umiltà”. Ma non è solo la paura di rompere il “giocattolo” la miccia che fa scoppiare la prima, piccola “bomba” della stagione. Ci sono anche motivi fattuali. “Col Santarcangelo non abbiamo giocato bene e abbiamo anche rischiato di perdere. Abbiamo fatto meglio con Padova e Fermana” è una delle ultime frasi del mister prima che il colloquio con la stampa rientri nei ranghi e prosegua su un solco normale fra notizie sulla condizione fisica dei rossoblu (a parte Conson, che tornerà dopo la Coppa Italia, stanno tutti bene per la cronaca), discussioni tecniche e tattiche (“Vallocchia e Gelonese, se imparano i tempi, possono darci tanti gol”) e impegni che vedono oltre Meda (“Col Gubbio farò giocare i nostri giovani”).

Resta dentro tutti, però, il sapore di una conferenza stampa importante. E che traccia uno spartiacque nella stagione. Più della classifica e dei risultati. Le parole del mister non possono essere viste come le parole di chi non crede alla lotta promozione. Non possiamo crederlo. Crediamo invece a un Moriero che si sta ambientando velocemente e cominci a capire, più di altri, la piazza in cui allena e l’importanza storica che potrebbero avere certi traguardi. Talmente importanti da rendere sacrificabile ogni temporanea quanto effimera gloria personale.