VARESE – I militari della Guardia di Finanza di Malpensa, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno portato a termine un’articolata operazione denominata “Cash in the clouds” finalizzata al contrasto al traffico illegale transfrontaliero di valuta.

In particolare, negli ultimi mesi, sono stati selezionati e sottoposti a controllo, in seguito ad un’accurata attività di intelligence e di profiling, quasi 4 mila passeggeri in partenza e in arrivo, dalle nazionalità più disparate, con ingenti quantitativi di valuta contante al seguito.

Quasi 1.900 soggetti hanno violato la normativa oggi vigente che prevede, per i passeggeri, l’obbligo di dichiarare in Dogana gli importi di denaro contante portati al seguito, pari o superiori a 10 mila euro. Fra questi anche due cittadini cinesi provenienti dalla provincia di Ascoli e due cittadine, sempre di nazionalità cinese, residenti nella provincia di Teramo.

Nello specifico nei guai sono finiti un uomo di Fermo (20 mila euro), uno di Appignano del Tronto (10 mila euro), una donna di Alba Adriatica (15 mila euro) e un’altra donna di Giulianova (10 mila euro).

L’obbligo della dichiarazione, oltre a consentire un costante monitoraggio dei flussi monetari, assolve anche al compito di arginare il fenomeno del riciclaggio dei proventi criminali ed il finanziamento del terrorismo.

Nel periodo in esame, sono state comminate nei confronti dei passeggeri verbalizzati, sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa 600 mila euro e sono stati effettuati sequestri per un importo complessivo che sfiora i 400 mila euro (mentre le somme di denaro contante complessivamente intercettate “in partenza e in uscita” dall’aeroporto di Malpensa sono pari a quasi 40 milioni di euro). In molti casi, la verbalizzazione costituisce solo il primo step di un ciclo investigativo ben più ampio, finalizzato al contrasto dell’evasione fiscale e del riciclaggio dei proventi illeciti.

Gli accertamenti effettuati nei confronti delle persone controllate hanno consentito infatti di scoprire, in diverse circostanze, che le predette somme erano trasportate da soggetti completamente sconosciuti al Fisco. Per i successivi approfondimenti sotto il profilo economico-finanziario, di volta in volta sono stati interessati i Reparti del Corpo territorialmente competenti.

I risultati conseguiti, anche grazie al contributo delle unità cinofile specializzate (cash dog), danno il senso dell’importanza del servizio svolto da quanti, appartenenti alle varie Istituzioni preposte, vigilano sulla salvaguardia degli interessi economico-finanziari nazionali e comunitari, anche e soprattutto nel rispetto degli obblighi fiscali e a tutela della maggioranza dei cittadini onesti.