SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non poteva mancare una bella intervista all’allenatore più amato dalla tifoseria sambenedettese ma anche di Mestre dove il tecnico friuliano ha trascorso stagioni importanti con Mestrina, Mestre e Venezia Mestre. Giocava anche mezzala nella Samb quando 55 anni fa i rossoblu batterono la Reggiana a casa sua con gol di Merlo e Pennati. Insomma tanta roba tra Samb, Mestre e Portogruaro (vi ha esordito nel campionato 1956-57 prima di passare al Marzotto di Valdagno e quindi alla Samb Ndr) dove la compagine arancione gioca le sue partite casalinghe per l’inagibilità del proprio stadio. Stadio di Mestre che (“è casa mia”) si trova a due passi dalla sua abitazione. Anche se adesso risiede quasi stabilmente a Lignano Sabbiadoro.

Buongiorno Giorgio, forse prima della gara passo a trovarti. Come va?

“Beh sai, purtroppo l’età avanza ed è normale non essere più quelli di un tempo anche se la forma non mi manca. Come per gli atleti in attività è importantissima. Se passi mi fa piacere. Avrei dovuto chiamarti io, stavo per farlo ma tu mi hai anticipato”

Ti contatto perché siamo quasi alla vigilia di Mestre-Samb e tu hai allenato anche gli arancioni?

“Io ho allenato prima la Mestrina, poi il Mestre e poi il Mestre Venezia. La storia ha diverse tappe, col Mestre ho anche vinto il campionato, sono l’unico nella storia ad aver allenato tutte le compagini veneziane

Un bel traguardo…

“Parliamo di storia, il Venezia di Pippo Inzaghi per intenderci, ancora oggi gioca in neroverde ma con una striscia arancione che rappresenta il Mestre. I colori simboleggiano la terraferma (l’arancione n.d.d.) e l’acqua, il neroverde, che è Venezia. Il Mestre ha lasciato la sua traccia storica a Venezia perché il cibo e tutti gli approvvigionamenti per il capoluogo vengono da lì”

Che squadra è il Mestre di oggi che mercoledì affronterà la Samb a Portogruaro dove hai iniziato la tua carriera di calciatore?

“Ho sempre seguito le vicissitudini del Mestre, come benemerito mi hanno anche premiato con una targa e ho un buon rapporto col presidente. Come squadra il Mestre è una buona compagine nel complesso, sono riusciti a mantenere l’intelaiatura dell’anno scorso e anche l’allenatore, stanno facendo bene. È vero ho anche a cuore Portogruaro dove ho iniziato a giocare quando avevo appena diciotto anni, chissà che non ci faccio… una scappata anche se al momento ho un impedimento proprio mercoledì prossimo”

Se ti decidi passo a prenderti. La Samb invece la stai seguendo? Arriviamo da una bella vittoria a Reggio Emilia, la prima dal 1962 (25 marzo) quando tu eri calciatore rossoblu con gol di Merlo e Pennati, un’altra coincidenza…

“San Benedetto è come casa mia, è una costola per me e mi informo sempre sui risultati della Samb. Mi è dispiaciuto tremendamente, soprattuto per la partita di Fermo perché poteva essere un’impresa storica vincere in un’ora di partita. E invece hanno vinto loro”

Hai preso particolarmente a cuore quella gara

“Sì, non perché ho qualcosa contro la Fermana ma perché la squadra avrebbe potuto prendere sia il primato in classifica che un primato storico riferibile a queste gare particolari, che non durano esattamente 90 minuti. Anch’io sono un po’ nella storia per la vittoria della Coppa Italia (di Serie C del 1991-92) che conquistammo battendo il Siena con un eurogol di Piccioni e il raddoppio di Minuti nel finale”

Aggiungerei che a proposito di Coppa Italia resta indimenticabile il gol (della bandiera) che segnasti con un tiro da 30 metri alla Juventus che aveva in porta Mattrel, allora portiere della Nazionale azzurra. Fu un gara storica perché valevole per i quarti di finale di Coppa Italia che vinsero proprio i bianconeri.

Cosa pensi dell’attuale allenatore rossoblu, Francesco Moriero?

“Non lo conosco personalmente ma Moriero dev’essere una garanzia per l’esperienza che ha avuto come giocatore e anche allenatore visto che è stato in piazze importanti. Secondo me siete in buone mani”

Dove può arrivare la Samb in questo campionato?

“Il percorso è ancora lungo ma la Samb ha sia la storia dalla sua che il pubblico per poter riuscire in ogni impresa. Per conservare i vantaggi o per poter reagire nei momenti di difficoltà, ha le basi storiche e l’anima della tifoseria da cui poter prendere energie”