SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è tenuto nella mattinata di sabato 30 settembre il Consiglio Comunale di San Benedetto. Il punto di discussione più atteso all’ordine del giorno era quello dell’approvazione del nuovo Regolamento dei Comitati di quartiere così come modificato dall’emendamento, che sulla incompatibilità alla elezione a membri dei Comitati di quartiere dei politici rappresentanti di organi di partito. In poche parole la ineleggibilità nelle assemblee dei rioni, come specificato in un intervento di De Vecchis, dei segretari locali dei partiti e dei presidenti delle liste civiche.

Così come presentato dall’Assessore Traini nella introduzione alla delibera di regolamentazione dei Comitati di quartiere, la Giunta del sindaco Piunti ha voluto sottoporre al voto del Consiglio comunale un nuovo ordinamento, che sostituisce quello vigente dal 2011, ispirandosi ai criteri di semplificazione, trasparenza e aumento della partecipazione. Tra le novità la possibilità di inglobare per incorporazione o di fondere insieme più quartieri con i relativi Comitati così da rafforzare la rappresentatività dei Presidenti dei quartieri, che attualmente sono ben sedici, molti in un territorio e con una popolazione come quella di San Benedetto. Previsto inoltre il limite alla rielezione dei Presidenti per più di due mandati, che saranno scelti dal direttivo dei rioni anziché tra i candidati che hanno ricevuto più preferenze. Il nuovo Regolamento è stato approvato, insieme all’emendamento sull’incompatibilità, con 18 voti favorevoli e 4 contrari.

Non sono invece stati deliberati i tre emendamenti proposti in mattinata, quindi solo all’ultimo momento, dal consigliere Marzonetti, sulle cosidette quote di genere, in base ai quali le preferenze dovevano essere obbligatoriamente date sia a candidati uomini che a donne con un massimo all’interno di ciascun Comitato di non più di due terzi di rappresentanti maschili o femminili. La mozione Marzonetti non è stata approvata, ricevendo 15 voti contrari e 4 sfavorevoli con 3 astenuti, in quanto secondo il Consiglio, come sottolineato dallo stesso sindaco Piunti, condivisibile e meritevole di approfondimento, anche se nell’imminente di non facile realizzazione. Positivo secondo Piunti che l’amministrazione comunale abbia individuato referenti tecnici a cui rivolgere le istanze dei Presidenti.

I consiglieri di maggioranza Balloni e Troli, pur apprezzando l’intento e lo spirito dell’emendamento, hanno fatto presente che sarebbe comunque di difficile applicazione in quanto già risulta difficile trovare candidature disponibili a questo tipo di incarichi. Per Flavia Mandrelli le quote femminili sarebbero state invece un’opportunità e non un limite. La Mandrelli ha inoltre sottolineato la scarsa rappresentatività dei Presidenti dei Comitati e incidenza nelle scelte politiche istituzionali. Per il forzista Valerio Pignotti i Comitati andrebbero ridotti da sedici a un numero tra otto e dodici. Secondo Pellei, considerando l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i cittadini nella vita di quartiere, la possibilità di ridurre i Comitati è un modo per dare più forza ai quartieri. Per Capriotti andrebbero fissate delle scadenze per rendere istituzionale il dialogo tra Giunta e Presidenti rionali e la stesura del Regolamento doveva essere approvata anche dai Presidenti che invece, ha replicato Troli, sono stati comunque sentiti più volte e coinvolti. Secondo Gabrielli il Regolamento dei Comitati non costituisce una priorità, che invece spetterebbe all’approvazione del regolamento sul suolo pubblico. Curzi ha messo in evidenza che i fondi destinati ai Comitati sono stati ridotti, scendendo a soli 500 euro circa a Comitato per il rimborso spese, e che spesso esiste un problema di convivenza tra associazioni e Comitati, che non dispongono dell’uso di sedi gestite e condivise con le associazioni. Anche Di Francesco sugli  emendamenti di genere ha evidenziato che non è facile trovare la disponibilità a prendere impegni a titolo gratuito e che occorreva un percorso di condivisione più approfondita per votare la proposta Marzonetti. Per Sanguigni occorre ricordare che la vera rappresentatività è dei Comitati e non solo dei Presidenti e che a questi spetterebbe non solo la segnalazione di malfunzionamenti come buche nelle strade o potature, ma la possibilità di sollevare questioni più ampie come ad esempio la cattiva illuminazione di un parcheggio pubblico.

Precedentemente il dibattito si era animato sulla proposta della Giunta, a nome del presidente del Consiglio comunale Chiarini, di emendare una parte di un documento di un dirigente del Comune che chiedeva la verifica della congruità di un atto della Picenambiente. Secondo i consiglieri  di opposizione De Vecchis, Capriotti e Di Francesco l’atto amministrativo del dirigente non poteva essere stralciato da un provvedimento di tipo politico essendo le due sfere separate, come previsto dalle leggi Bassanini prima e Brunetta poi. Per De Vecchis la proposta di delibera andava presentata dal sindaco e non a firma del presidente Chiarini. A questi avevano replicato il Segretario Comunale per il quale le righe emendate non facevano comunque parte dell’atto amministrativo in quanto inserite in un allegato e il consiliere di maggioranza Balloni per il quale le polemiche dell’opposizione erano eccessive.

Il Consiglio alla fine respinge anche la mozione del duo Mandrelli-Marzonetti per la pulizia semestrale dell’alveo del fiume Tronto dopo che una segnalazione diretta dei due consiglieri dell’area di centrosinistra aveva sollecitato sopralluogo e contestuale pulitura di una campata ostruita sotto il ponte ferroviario. Sull’argomento è intervenuto anche Piunti che ha precisato  che al Comune spettano i compiti di segnalazione delle criticità facendo intendere che la responsabilità dovrebbe essere condivisa dalle autorità di Marche e Abruzzo, territori che condividono il letto del fiume.