SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Con l’allagamento di Via Monte Conero a San Benedetto del Tronto la burocrazia centra ben poco e risulta essenziale informare con correttezza e completezza la cittadinanza che ha subito gravi disagi. A tale riguardo, l’Amministrazione Provinciale intende fare alcune doverose precisazioni su varie inesattezze e lacunose chiarificazioni emerse nella riunione con Ciip e Comune di San Benedetto del Tronto sulla complessa questione delle vasche di raccolta per la regimazione delle acque meteoriche in varie zone della città”. Eloquente il comunicato diramato dal presidente della Provincia di Ascoli, Paolo D’Erasmo, dopo gli ultimi episodi e la riunione avvenuta in municipio a San Benedetto nei giorni scorsi.

“Innanzitutto, per sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti, è bene immediatamente evidenziare che la problematica di Via Monte Conero non è affatto collegata alla richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) avviata dalla Suap del Comune di San Benedetto il 19 luglio scorso che riguarda invece l’impianto di depurazione Brodolini gestito dalla società Ciip Spa e degli scolmatori di piena a servizio delle reti fognarie afferenti lo stesso impianto – afferma D’Erasmo – L’AUA, in base alla normativa, può essere adottata dalla Provincia e rilasciata dalla Suap comunale solo una volta che sono stati acquisiti i pareri tecnici dell’Arpam, dell’Asur e degli altri enti coinvolti. Ed il parere dell’Arpam richiesto ripetutamente con sollecitudine da Provincia e Comune, ad oggi non risulta ancora pervenuto. Pertanto l’Autorizzazione Unica Ambientale non è stata ancora rilasciata perché non è stato acquisito il parere dell’Arpam e, ad ogni modo, non riguarderebbe lo scolmatore di Via Conero, perché non è stata chiesta in questo procedimento l’autorizzazione per lo scarico dello stesso“.

“Inoltre, appare a dir poco molto singolare e curiosa la circostanza che la società Ciip Spa abbia presentato alla Provincia la documentazione dello scolmatore di questa arteria cittadina proprio il 25 settembre, ossia il giorno prima del famoso summit convocato dal Comune – conclude il presidente della provincia di Ascoli – Certamente il Servizio Ambiente della Provincia è sollecito nell’esame della documentazione trasmessa, ma stigmatizzare ritardi burocratici su atti inviati dopo appena un giorno risulta quanto mai anomalo ed inopportuno. Forse all’origine di disagi e problematiche subite dalla cittadinanza ci sono questioni tecniche ben più complesse che si sommano ai necessari iter burocratici”.