SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il via libera al Testo unico sulla pesca rappresenta una boccata d’ossigeno per un settore che negli ultimi 30 anni ha visto scomparire un peschereccio su tre e ben 18mila posti di lavoro”.

Ad affermarlo è la Coldiretti Impresapesca in occasione dell’approvazione alla Camera della proposta di legge che contiene interventi per il settore ittico, oltre alle deleghe al Governo per il riordino normativo, per la semplificazione amministrativa ed anche in materia di politiche sociali e servizi alle imprese nel settore della pesca professionale.

“La norma – sottolinea la Coldiretti Impresapesca – va a regolare molti aspetti del comparto ittico nazionale, con deleghe che lasciano al Governo ed al confronto con il sistema associativo spazi importanti di definizione della riforma. Completata inoltre la norma delle sanzioni, che accoglie in parte la rivisitazione richiesta dal comparto”.

“Nei mari italiani si pescano all’anno – precisa Coldiretti Impresapesca – circa 180mila tonnellate di pesce con la flotta peschereccia italiana che conta circa 13mila imbarcazioni, il 35 per cento in meno rispetto agli anni ‘80, a causa della concorrenza sleale del prodotto proveniente dall’estero e spacciato per italiano soprattutto nella ristorazione ma anche a causa dell’eccessiva burocrazia, oltre che all’introduzione di regole eccessivamente penalizzanti per le imprese ittiche”.

Nel 2017 gli arrivi di pesce fresco e congelato dall’estero hanno raggiunto le 554mila tonnellate, con un balzo in avanti del 10% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2016, secondo un’elaborazione Coldiretti Impresapesca su dati Istat. Il risultato è che ben tre pesci su quattro venduti nel nostro Paese provengono dall’estero, pronti per essere serviti come tricolori nella ristorazione, dove non c’è l’obbligo dell’indicazione d’origine.

Proprio per combattere questa situazione Coldiretti Impresapesca è impegnata per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola anche con progetti che riguardano la ristorazione, dove si sta diffondendo la “carta del pesce” per distinguere il prodotto made in Italy mentre enormi passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita.

Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).