MICROCREDITO PICCOLE E MEDIE AZIENDE. Avevo già constatato di persona la complessità di accedere al microcredito tanto decantato dal Movimento 5 Stelle. Gli ‘esperti’ mi hanno tutti riferito che era soltanto una trovata pubblicitaria di Grillo & C. perché era quasi impossibile ottenerlo come conferma la nota sottostante: “L’obbligo che la regione Marche (ma anche Abruzzo e Toscana. Ndr) impone ai finanziamenti sotto i 150.000 euro di passare attraverso i confidi vanifica lo spirito del microcredito”. A questo punto una domanda è d’obbligo: perché le altre regioni permettono alle PMI di accedere direttamente al microcredito mentre Marche, Abruzzo e Toscana no? A pensar male si fa peccato -scriveva alcuni giorni fa un nostro lettore- ma spesso ci si azzecca. Mi fermo qui e vi propongo il comunicato stampa integrale inviato ai giornali da Gaia Galassi per conto del consigliere regionale del M5S Peppe Giorgini. Eccolo:

Già nel 1996, con legge n. 662, lo Stato ha previsto “il finanziamento di un fondo di garanzia costituito presso il Mediocredito Centrale Spa allo scopo di assicurare una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore delle piccole e medie imprese”. Per inciso, è proprio in questo fondo che i parlamentari M5S versano i tagli dei propri stipendi.

Detto con parole più accessibili, il microcredito è uno strumento che permette alle piccole e medie imprese di accedere al credito senza garanzie reali: viene finanziato il progetto, dando fiducia alla possibilità di crescita della nostra imprenditoria. In un momento particolarmente delicato dell’economia come quello che stiamo attraversando, strumenti di questo tipo diventano essenziali.
Ma le Marche, insieme ad Abruzzo e Toscana, sono le uniche regioni italiane a porre limitazioni all’utilizzo del fondo di garanzia sul proprio territorio, introducendo la necessità di una controgaranzia da parte dei Confidi (i consorzi di garanzia collettiva fidi), in tutte le altre il fondo viene erogato direttamente alle imprese. Questo ulteriore tassello impedisce di fatto alle piccole medie imprese di accede direttamente al microcredito.
L’obbligo che la regione impone ai finanziamenti sotto I 150.000 euro di passare attraverso i confidi vanifica lo spirito del microcredito. Non solo, rappresenta un ulteriore appesantimento buorocratico nonché un aumento dei costi a carico delle imprese, che devono pagare il servizio dei Confidi.
Noi del Movimento avevamo chiesto con una mozione di impegnare la Giunta a revocare la DGR 1125/2014 con cui si è introdotto l’obbligo del ricorso ai confidi. Chiedevamo di farlo ora, senza perdere ulteriore terreno nella rincorsa alla ripresa.

Il Consiglio ha bocciato la mozione, decidendo di fatto di continuare a penalizzare le imprese marchigiane rispetto a quelle delle altre regioni nell’accesso al credito, senza però riuscire a motivare con convinzione la propria contrarietà: il M5S con il microcredito aiuta le piccole imprese mettendoci i soldi dei propri eletti, mentre il PD aiuta i Confidi con i soldi delle piccole imprese”