SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nuovi nomi per alcune strade e intersezioni di San Benedetto. Li ha decisi la Giunta che si è fatta ispirare dalla storia marinara di San Benedetto andando dunque a “creare”, per esempio Via delle Retare, via del Ponte Rotto e via dei Trabaccolari tutti nuovi toponomastici che di traverse, le prime due in zona Ponterotto e l’ultima in area portuale.
Già noto, invece, che il giardino sul pennello dell’Albula avrebbe preso il nome della celebre canzone sambenedettese Nuttate de Lune. E anche un artista che musicò proprio quella canzone avrà una via tutta sua, ovvero Attilio Bruni, pianista e compositore nato a fine ‘800 che ha anche creato l’inno della Festa della Marina.
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Non vorrei essere pignolo, ma un vero sambenedettese direbbe “nuttate de lone”! Dalle nostre parti la traduzione dialettale di luna è LONE ovvero per la luna in dialetto si dice LA LONE. Povero dialetto sambenedettese, riflettete “veri sambenedettesi”. Mai sentito la lune, che cos’è? Forse parola di qualche località vicina? Intitolare un posto così caratteristico con termine di altro dialetto, è un’offesa alla città intera e si rischia di innescare polemica con chi è qui da generazioni!
Come vero sambenedettese la luna in dialetto mi sembra che si dica la lone
@nuovo rossoblu. Sottoscrivo in pieno, e non ci dovrebbe essere nemmeno bisogno di dirlo: in dialetto sambenedettese si dice “lóne” e n’ze tosce! Chi dovesse avere dei dubbi chieda a qualsiasi sambenedettese verace… Secondo me un artista può anche prendersi una licenza poetica e scrivere come vuole, ma ciò non significa che è opportuno utilizzare un dialetto “asculà” o “streppiàte” per intitolare ufficialmente uno spazio pubblico sambenedettese. Si usi l’italiano, “Nottata di luna”, o il vero dialetto sambenedettese, “Nuttate de lóne”. Chiederei anche al Circolo dei sambenedettesi di esprimersi, io credo che su un nuovo contesto come la denominazione di… Leggi il resto »
Ti ho risposto sopra, guarda l’immagine e vedrai la differenza tra l’originale e il “puro” sambenedettese. Daje Marià!!
Scusa Mariano, vuoi forse dire che per te si dice correttamente “lune” ??
In sambenedettese non esiste proprio, è “lóne”, avviene lo stesso cambio di vocale U/O di altre parole molto simili come lócie (luce), lóme (lume), móte (muto), na mócchie (un mucchio), e centinaia di altri esempi simili. Per me se si vuole utilizzare il dialetto, deve essere fatto o bene o per niente!
Guarda @vesperinimariano:disqus , che quello sia il testo originale non ci piove, ma che sia puro dialetto sambenedettese invece non penso proprio.
Mi stupisce un po’ che un sambenedettese come te lo ritenga “puro”, tempo fa con un gruppo di sambenedettesi veraci abbiamo provato a trascriverlo in modo più aderente alla pronuncia reale, prova a leggerlo e potrai constatare tutte le differenzeche abbiamo riscontrato, evidenziate in giallo…
Un illustre sambenedettese, Gabriele Cavezzi, propose di mettere una targa davanti all’abitazione di Giovanni, rilanciai l’idea non solo per l’amicizia che mi legava al grande poeta ma il silenzio sull’argomento continua. Come sempre fra 50 anni tutto si sistemerà.
allora ben venga la giustissima “LONE”
Ne approfitto per far presente una cosa che mi chiedo da tanto tempo: perché non proporre al circolo dei sambenedettesi la stesura di un vero e proprio libro di grammatica sambenedettese comprendente di dizionario, coniugazioni dei verbi, ecc?
@elefantino:disqus Direi che non si può proporre ad altri di mettersi a fare un lavoro, sembra una pretesa autoritaria, semmai bisogna prima farlo (o almeno abbozzarlo) e poi proporlo. Certo che si tratta di una impresa complessa, che per essere fatta bene richiede tempo, fatica, passione, partecipazione, costi. Chissà, per me forse si potrebbe anche fare in futuro…
Per ora c’è un ottimo libro di F.Palestini sul dialetto, che il Circolo diffonde ai soci e in parte su internet.
Ma certamente, la mia era una proposta, non un’imposizione. Dico questo perché io per primo comprerei un libro sul dialetto sambenedettese.
@elefantino:disqus Adesso ho capito cosa intendi, sarebbe bello avere un libro che parla diffusamente del dialetto samebenedettese, grammatica, dizionario, e che le istituzioni locali, sindaco, Circolo, ecc. lo supportino ampiamente. Sono d’accordo. Da parte mia penso che il dialetto sia ancora vivo, sepolto nei ricordi dei nostri paesani più veraci e anziani, e che da lì vada riscoperto, descritto e codificato. Certo che bisogna essere parimenti veraci per poter discriminare e raccogliere bene le informazioni. Oggi tramite i social esistono più possibilità che in passato per condividere informazioni, quindi sono fiducioso che si possa fare questo lavoro. Aggiungo che io… Leggi il resto »