SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo tutto l’Adriatico dove il blocco si estende dal 28 agosto anche al tratto di costa da San Benedetto e Termoli dopo quelli da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari.
A darne notizia è Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che nei tratti da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari terminerà il 10 settembre mentre nel tratto da San Benedetto e Termoli durerà fino all’8 ottobre.
“In un Paese come l’Italia che importa più di 2 pesci su 3 nei territori interessati con il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare”. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.
“Per Ionio e Tirreno – precisa Impresapesca Coldiretti – il blocco delle attività prevede un calendario che andrà dall’11 settembre al 10 ottobre per il tratto da Brindisi a Civitavecchia, mentre le marineria da Livorno a Imperia si fermeranno dal 2 ottobre al 31 ottobre. Per Sardegna e Sicilia il fermo sarà disposto con provvedimenti regionali e sarà di almeno 30 giorni, nel rispetto dei periodi di cui ai piani di gestione. Secondo quanto assicurato a livello istituzionale si tratterà dell’ultimo anno di applicazione dell’attuale formula del fermo biologico che, come abbiamo più volte denunciato, si è manifestata fallimentare – conclude Coldiretti Impresapesca -. L’auspicio è che dal 2018 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie”.
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Allarmismo puro. Non è detto che il pesce importato sia peggiore di quello adriatico. Anzi molte volte è nettamente superiore. Bisogna stare attenti a quelli allevati a basso costo, come spigole e orate, che sono molte volte piene di antibiotici perchè non depurate prima della vendita. Si possono riconoscere dallo stomaco da una leggera colorazione giallognola e alla masticabilità, troppo tenera e molliccia. Quelle di mare sono più fibrose e le carni si infilano tra i denti. Massima attenzione al ristorante ai rombi, perchè nella totalità sono di allevamento e hanno le caratteristiche di quelle dette sopra. Per il resto… Leggi il resto »
Allarmismo lo ha fatto lei. Noi proprio a tutela dei ristoranti abbiamo scritto nel titolo: ‘dell’Adriatico’. Per far capire che ci sono altri mari dove si può trovare pesce fresco e farlo arrivare in tempi brevissimi sulle tavole delle nostre strutture. Altrimenti si poteva far credere che il pesce fresco non può essere più servito nelle coste dell’Adriatico interessate al fermo nel periodo indicato
direttore una domanda…..
in realtà molti ristoratori dicono che importano pesce dal versante est dell’adriatico per tranquillizzare i clienti e garantire sulla qualità del pesce servito!
Lo si può fare realmente?
Secondo me no. Ma chi ha più certezze di me è pregato di intervenire.
Che senso ha se poi in Puglia e in Dalmazia pescano nello stesso periodo?