SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Tra Dup, variazioni di bilancio e riscossione tributi il Consiglio Comunale del 26 agosto, se si tralascia un antipasto da sei portate fatto di altrettante interrogazioni, è sembrato densamente permeato di tecnicismo. Almeno fino alle battute finali.

Al momento del voto sul documento programmatico, infatti, le questioni puramente politiche, o di pancia se vogliamo, escono fuori. E tutte insieme, manco a farlo apposta. La prima questione investe direttamente il gruppo di Forza Italia, diviso in due tronconi ormai almeno da marzo, ovvero da quando a Bruno Gabrielli è stato tolto il posto da presidente del Consiglio. Da quel momento infatti, sia lo stesso ex presidente che il capogruppo Pignotti hanno costituito, nei fatti, quasi un autonomo movimento d’opposizione mentre il duo Girolami-Muzi è rimasto più marcatamente fedele alle linee guida di maggioranza.

D’altronde molte espressioni di voto (qualche volta contrarie, ma molto spesso d’astensione) e pure qualche moto di contestazione (l’ultimo è di Gabrielli su Ittico) hanno fatto sempre pensare che in qualche modo l’esilio della coppia Gabrielli-Pignotti all’interno dello stesso gruppo e della stessa maggioranza, di cui formalmente fanno ancora parte, fosse in qualche modo volontario. Le parole di oggi da parte di Valerio Pignotti però, fanno emergere sensazioni, forse, diverse. “Sulla piscina non c’è stata collaborazione in maggioranza, mi dispiace che non ci siamo mai incontrati per parlare di questo progetto” si lamenta pubblicamente il giovane forzista al momento di dichiarare il proprio voto sul Dup (e di rimando sulla chiacchierata assenza, nello stesso, del progetto piscina). Pignotti poi va oltre e si dice dispiaciuto del fatto che, dal momento della cacciata di Gabrielli, “non abbiamo più partecipato a riunioni di maggioranza”.

Insomma quella che sembrava una situazione, particolare di certo ma quasi consolidata, riesplode con le parole del forzista e riaccende una questione mai sopita all’interno del partito che continua a vivere di posizione diverse, dichiarazioni e voti difformi con un quesito di fondo che, chissà quando, troverà risposta: ha senso che il gruppo continui a vivere nel paradosso o, prima o poi, una delle due coppie dovrà fare un passo indietro (o meglio, fuori)?