CASTELLI (TE) – Sotto un cielo stellato e in una gremita piazza Roma si è dato avvio ieri sera alla quinta edizione del Festival della Storia dell’arte di Castelli, il caratteristico borgo del Teramano famoso in tutto il mondo per la tradizione della ceramica e presente con le sue opere nei più importanti musei del mondo. La rassegna è un evento unico nel panorama nazionale e ha avuto anche quest’ anno come padrino il critico d’arte Vittorio Sgarbi che è intervenuto incantando i numerosi presenti con una lectio dal titolo “ Dall’ombra alla luce.”

Da Caravaggio a Tiepolo” tratta dal IV volume della sua raccolta “ I tesori d’Italia”. Un vero e proprio excursus sull’arte del ‘600/’700 che ha toccato le varie regioni italiane travalicando i limiti nazionali e gli artisti del periodo illustrando le opere dei più noti come Caravaggio, Tiepolo e Velasquez, ma soffermandosi sui meno conosciuti che “ non sono meno importanti e sono protagonisti anch’essi dell’immenso patrimonio artistico” come ha sottolineato il professore. E non poteva mancare il riferimento all’importante tradizione artistica castellana da dove è partito il primo stimolo per la nascita di un festival della storia dell’arte, un unicum in Italia. “ A Castelli bisogna riconoscere il primato del Festival perché è stato il promotore di questa kermesse che ben si lega alla sua tradizione artistica e che ha il grande pregio di avvicinare ed educare i cittadini all’arte” – ha detto Sgarbi – “ E l’Abruzzo è un luogo di grande civiltà e un esempio per tutti nell’importanza che viene data ai piccoli borghi che devono essere recuperati come è accaduto a Santo Stefano di Sessanio, un modello da imitare ed esportare”. E nel ricordo del 24 agosto del 2016 e di tutti gli eventi calamitosi che si sono susseguiti nell’ultimo anno che hanno interessato Castelli, l’Abruzzo e tutta l’Italia centrale, è stata “partorita” proprio dal critico l’idea di un FESTIVAL ITALIANO della Storia dell’arte con valenza internazionale che coinvolga le città d’arte delle regioni terremotate: Castelli, Perugia, Assisi e Urbino, città segnate dal sisma e che hanno subito un calo del turismo.

“L’Italia centrale che sta pagando il peso del terremoto reale e supposto e che ha recuperato quasi tutto il suo patrimonio artistico mobile deve ripartire dall’arte e dalle sue quattro città d’arte in un percorso che rappresenti un momento di incontro stimolante e attraente, che coinvolga anche i paesi vicini” – prosegue Sgarbi – “e che aumenti l’interesse generale per questo mondo promuovendo l’educazione artistica”. Una data simbolica quella del 24 agosto per l’inizio della manifestazione per non dimenticare ciò che è accaduto, ma anche per ripartire. E farlo proprio dall’arte. “ E’ stata un’autentica emozione vedere piazza Roma piena di gente” – commenta il sindaco di Castelli Rinaldo Seca – “Il festival può realmente acquisire un respiro internazionale grazie alla sinergia con altri importanti centri di cultura del centro Italia e in questo confido che Sgarbi assuma il ruolo di regista di questo ambizioso progetto”. E d’accordo è anche l’ideatore e direttore artistico del festival, lo scultore, ceramista, pittore castellano Nino Di Simone che ha aggiunto che “ è necessario fare un passo avanti e guardare in un’ottica più ampia. Castelli ha sempre ricercato la bellezza che è il proseguimento dell’arte”.

Stasera, in onore delle celebrazioni per i 400 anni del soffitto a tavelle di ceramica di San Donato, definita da Carlo Levi la “ Cappella Sistina” della maiolica interviene alle 18 lo storico dell’arte Giovanni Corrieri e alle 21 in piazza Roma la direttrice del Polo Museale d’Abruzzo Lucia Arbace che espone sulla Madonna Lignea di Castelli. Sabato giornata di musica con il “ Concerto della Rinascita” e di arte – terapia, la terapia che utilizza la bellezza dell’anima. “ Sono molto soddisfatto per la riuscita della serata inaugurale” – conclude il consigliere delegato alla cultura Raffaello Di Simone – “ La piazza di Castelli nei mesi scorsi era il simbolo delle ferite inferte dal sisma e oggi diventa un salotto culturale da dove è partita la nostra rinascita”. Da ricordare che in questo periodo Castelli accoglie quattro importanti mostre: “ I Cascella e la ceramica in Abruzzo del primo Novecento” nel locale Museo delle ceramiche , “La tradizione del futuro – I 110 anni della scuola d’arte di Castelli” nel Liceo artistico statale per il design “Grue” in contrada Convento, la “Personale Nino e Giantommaso di Simone 3.0” nel centro storico del borgo e “Roberto Bentini e la poesia della materia” nei locali dei ceramisti De Fabritiis in via Grue ed è possibile visitare le botteghe dei ceramisti, l’angolo “ Dipingi il tuo piatto”, la mostra – mercato, l’esposizione – vendita di ceramica e la cappella di San Donato.