SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ stato un Ferragosto che, dal punto di vista politico, ha avuto pressoché un solo protagonista: stiamo parlando di “Ittico”, il nuovo festival del pesce di San Benedetto che ha “scoperchiato” un vero e proprio Vaso di Pandora a livello politico fra prese di posizione, critiche e dichiarazioni di ogni genere, spesso e volentieri legate ai paragoni col suo predecessore “Anghiò”. Molte di queste, poi, nascono da un’intervista rilasciata a Riviera Oggi da Sandro Assenti, ideatore del nuovo format, intervista in cui il presidente della Confesercenti presentava l’evento alla sua vigilia. Per chiudere, diciamo così, il cerchio, abbiamo deciso di intervistare di nuovo Assenti chiedendogli sia un suo personale giudizio sulla riuscita di “Ittico” sia un parere sulle ripercussioni che la manifestazione ha avuto sul particolare “microcosmo” che è la politica sambenedettese.

P.s. Nel frattempo ci siamo anche informati con i Vigili Urbani riguardo alla denuncia che ieri faceva Bruno Gabrielli, che, parlando del festival raccontava di “puzza e liquami riversati in strada”. Il comandante Giuseppe Coccia conferma che c’è stato un accertamento da parte degli agenti e, in base alle risultanze, “si deciderà se applicare oppure no delle sanzioni”. L’intervento si è reso necessario, rivela inoltre Coccia, non solo per la segnalazione del consigliere ma “anche per altre chiamate da parte di attività commerciali che insistono nella zona”.

 


Buongiorno Assenti. Vorremmo tracciare un bilancio della prima edizione di Ittico anche se, nel farlo, non possiamo non rilevare che in questi giorni l’evento abbia scatenato una serie di reazioni e prese di posizione della politica che, a memoria, ha pochi precedenti, soprattutto legate ai paragoni col passato.

“Voglio dire che per me non esiste un evento di destra né di sinistra, il pesce come elemento della nostra tradizione marinaresca non può essere classificato politicamente. Stiamo parlando di un evento importante per la promozione locale e gli eventi riescono oppure no, questa è l’unica unità di misura.”

E Ittico è stato un evento riuscito?

“Voglio darvi qualche numero: abbiamo venduto oltre 400 chili di pesce fra brodetto, alici e frittura a cui si aggiungono 300 bottiglie di vino messe a disposizione dal Consorzio “Vini del Piceno” per un totale di oltre 600 pasti serviti in due giorni.”

C’è poi stato un elemento, quello dello spettacolo, da qualcuno discusso ma che ha comunque portato molte persone in piazza.

“La componente dello spettacolo è stata sicuramente l’elemento che ha caratterizzato Ittico perché lo spettacolo si è inserito molto bene tra i momenti legati alla gastronomia ed ha rappresentato il “nuovo” in eventi di questo genere. I numeri, poi, sono chiari ma basta vedere le foto di Piazza Giorgini gremita. Gli spettacoli (circo e trasformismo ndr.) hanno coinvolto per due ore una folla di 3 o 4 mila persone accorsa ogni sera. C’è poi un elemento che voglio sottolineare: abbiamo puntato su un intrattenimento prettamente visivo e a impatto acustico zero, portando fra l’altro a San Benedetto quello che per me è un artista di rilevanza nazionale come Michele Tomatis (il trasformista ndr.).”

Mi pare che il suo giudizio sulla manifestazione, seppur ovviamente di parte, sia positivo.

“E’ stato sicuramente un successo di numeri e di qualità in una vetrina che è durata il giusto, ovvero 2 giorni, il format che, secondo la mia tesi, dovrebbe caratterizzare gli eventi di questa città”.

Mi pare fosse una sua tesi quella che sostiene che, eventi gastronomici di durata maggiore, possono arrecare danno ai ristoranti.

“Certamente. In ogni caso per l’edizione dell’anno prossimo abbiamo già in mente di coinvolgere i ristoratori proponendo un “menù Ittico” nei ristoranti di San Benedetto, in modo che tutti possano beneficiare di quello che è un evento che è stata una sintesi del nostro territorio perché ha unito fritto, brodetto e pesce azzurro, tutte specialità che che negli anni sono state proposte separatamente.”

Un altro aspetto che le è stato criticato è l’aver voluto accostare le potenzialità future di Ittico con un grande evento marchigiano come il Summer Jamboree di Senigallia. E’ una seria aspirazione o una semplice ispirazione?

“Voglio dire solo una cosa. Nessun evento nasce mai con numeri importanti, lo stesso Summer Jamboree, di cui si fa un gran parlare, è nato come una festa a tema in uno chalet. E’ chiaro che, per crescere, una manifestazione abbia bisogno di un aspetto finanziario che cresca di pari passo ma per fare le cose in grande bisogna pensare in grande perché se sogni qualcosa di piccolo ottieni qualcosa di piccolo. Magari, poi, non ci si riesce a fare qualcosa di quella portata ma avere grandi modelli è l’unica strada. In ogni caso, vista la riuscita di questa edizione, credo che Ittico possa crescere e magari se lo farà dovremo trovare un altro posto, più grande di Piazza Giorgini.”