SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Piunti dice che non ho fatto domanda per Anghiò quest’anno ma lo scorso anno il Comune mi ha fatto perdere un finanziamento regionale da 20 mila euro. Chi, in quelle condizioni, avrebbe ripresentato domanda?”. In questo modo, sulla “querelle” Anghiò-Ittico entra forse la voce che più ci si aspettava nel vortice di dichiarazioni a catena di questi giorni, ovvero la voce di Stefano Greco, quello che il Festival del Pesce Azzurro l’ha creato.

L’imprenditore, che dopo i fiumi di inchiostro versati in questi giorni decide di indire una conferenza stampa sul tema, per prima cosa chiarisce le dinamiche relative all’ultima edizione, la settima per Anghiò, targata 2016. “La Regione, per gli eventi legati al pesce (fra cui il Festival del Brodetto di Fano e altri ndr.) stanziava ogni anno circa 100mila euro” spiega Greco ” e come nel 2015 anche lo scorso anno ci aspettavamo di poter accedere a circa 20 mila euro di contributo da chiedere entro il 6 novembre”. Greco però racconta di un vero e proprio “muro” che si sarebbe trovato di fronte, “sia da parte dell’amministrazione che dei funzionari”. Il risultato? “Lo scorso anno ci siamo trovati in difficoltà economiche e dopo quello che è successo come potevo fare domanda per il 2017?” chiosa l’organizzatore che arriva a dire: “E’ palese che il Comune abbia voluto cancellare ogni evento legato al passato compreso il Maremoto, il Palanatale ecc.”

Greco, che dichiara di “non aver voluto fare polemica finora” non si spiega però certe prese di posizione. E fra le righe il riferimento a Sandro Assenti è praticamente scritto in grassetto. “Io non sono un ‘sagraiolo’, vivo di questi eventi (oltre ad Anghiò Greco organizza Fritto Misto ad Ascoli ndr.) e in ogni caso non capisco il significato dispregiativo che si dà al termine “sagra” che, da dizionario, è un momento di valorizzazione di un prodotto locale” prosegue il padre di Anghiò, a cui non va giù nemmeno un altro elemento che si è evidenziato in questi giorni, ovvero il fatto che, Anghiò, in qualche modo, andasse a danneggiare i ristoratori. “A Porto Sant’Elpidio (dove traslocherà il festival quest’anno a settembre ndr.) i primi ad avermi chiamato sono i ristoratori del posto e il Sindaco mi ha chiamato e si è preso il format dopo appena due giorni che era sul mercato” confessa Greco.

Insomma, dopo giorni in cui la sua creatura è stata al centro dell’attenzione (da qualcuno difesa, da altri un po’ bistrattata) Stefano Greco ci tiene a precisare certi punti. E lo fa sempre con quel termine lì, che fa fatica ad inghiottire: “A chi dice che Anghiò fosse diventato una sagra io dico che da nessuna parte trovo quel tipo di allestimento, ospiti, grandi chef e numero di ricette” chiosa l’imprenditore che conclude: “Anghiò non poteva essere quello che Fritto Misto è per Ascoli (“per questioni di date” precisa) ma so comunque di persone che programmavano le vacanze per venirci. Aveva i presupposti per essere il grande evento per San Benedetto”. Magari non come il Jamboree (che Assenti ha tirato in ballo) “ma dobbiamo capire che intendiamo per grande evento” precisa “perché a Senigallia il Comune spende 120mila euro l’anno e da questo punto di vista, allora, San Benedetto è piuttosto lontana dal grande evento…”