SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutti contro il project piscina. Dopo le barricate alzate un po’ da tutta l’opposizione nelle scorse settimane, sia quella in consiglio che fuori, oggi anche le società di nuoto dicono che questo progetto non s’ha da fare. Cogese e Pool, le società che da 40 anni fanno rima con nuoto a San Benedetto fanno infatti sapere che metteranno in campo “tutte le iniziative necessarie per fermare il progetto dell’Amministrazione, elaborato per distruggere quanto da noi costruito in questi anni” chiosa Fabio Eleuteri, presidente della Cogese che, assieme a Claudia Tirante della Pool, annuncia la nascita di un comitato di cittadini per salvare quello che i due definiscono “un interesse della città da salvare”.

Le società, fino ad ora erano rimaste “sornione” e attorno all’intera vicenda si sentiva la mancanza della loro voce visto che, messe insieme, le due portano alla struttura 1600 sportivi e 330 mila euro all’anno di affitto per le corsie, pari all’80% del fatturato dell’intera piscina. “Finora non abbiamo mai parlato perché durante il periodo di Gaspari la riapertura della vasca esterna era nel piano delle opere pubbliche (finanziabile con alienazioni di immobili pubblici n.d.r.) mentre l’attuale amministrazione, nei quattro incontri avuti da dicembre 2016 ci aveva sempre sostanzialmente tranquillizzati” spiega sempre Eleuteri. Come mai il cambio di rotta dunque? “Perché questo progetto non ci piace in primo luogo perché non dà nulla al nuoto” spiega il presidente della Cogese “ma anche perché da quanto appreso in commissione (alle due riunioni dell’organo sul tema erano sempre presenti parecchi esponenti delle due associazioni) le garanzie prospettate per le nostre attività (il 60% delle corsie restanti una volta tolto in nuoto libero e quello per i disabili disse Andrea Assenti n.d.r.) equivalgono a farci morire perché avremmo metà degli spazi che abbiamo oggi”.

Assieme all’idea di un comitato, però, le due associazioni non tralasciano le tutele legali. “Abbiamo già parlato con il nostro avvocato e si è capito che il piano ha gravi indizi di illegittimità” prosegue sempre Fabio Eleuteri, presidente della Cogese dal 2007 “e se vanno avanti non ci resterà che impugnare”. Già, l’impugnazione, uno spettro evocato anche da Giorgio De Vecchis più di una volta e che gira attorno alla presunta incompatibilità dell’iter finora seguito coi proponenti con il codice che disciplina gli appalti pubblici. Impugnare, però, per società che “vivono” in e della piscina vuol dire mettere, forse, a rischio anche la loro stessa attività. Per Eleuteri però “il progetto ci taglierebbe comunque le gambe” un progetto che, chiosa infine lo sportivo: “E’ nato nelle stanze segrete nonostante in aprile proponemmo al Comune di aspettare per farci presentare un nostro progetto”.

Adesso le due società, in attesa che l’iter politico attorno al piano si compia (sarà necessaria almeno un’altra commissione, anche se l’opposizione ha già chiesto più tempo, prima del voto dell’assise) annunciano che parteciperanno a tutti gli incontri sul tema e hanno anche una loro precisa idea: “Speriamo che i cittadini sambenedettesi siano contrari a questo progetto e siamo convinti che anche molti elettori di Piunti lo siano”.