TERAMO – Sono ventitré su ventotto gli edifici scolastici sottoposti agli studi di vulnerabilità sismica in questi tre mesi: negli altri cinque erano già stati misurati. Per tutte le strutture scolastiche, la Provincia ha commissionato anche le prove statiche (vera discriminante di legge sulle  eventuali chiusure degli edifici per ragioni di sicurezza) in maniera da avere un quadro complessivo sulla tenuta delle strutture. I risultati sono stati presentati il 3 agosto in conferenza stampa dal presidente Renzo Di Sabatino e dal consigliere delegato all’edilizia scolastica, Mirko Rossi. Prima della conferenza stampala Provincia ha incontrato i dirigenti scolastici, l’Ufficio scolastico e la Consulta degli Studenti.

E’ la prima Provincia abruzzese, una delle poche in Italia, a dotarsi di una mappa del rischio su tutti gli edifici anche se l’obbligo della dotazione della vulnerabilità sismica è scaduta nel 2013 e solo il 30% del patrimonio edilizio pubblico italiano è stato “misurato”.

L’ente ha investito fondi propri di bilancio utilizzando le risorse derivate dalla vendita della Caserma dei carabinieri di Teramo: finanziamenti con i quali, nel corso dell’estate, sono stati realizzati anche tutti gli interventi riguardanti l’antincendio mettendo a norma ciò che non era e sostituendo gli impianti obsoleti.

Al momento, sono ancora in corso le elaborazioni in alcune strutture di Atri e Roseto e dell’Istituto d’arte Grue di Castelli, due scuole, l’Ipsia “Pagliaccetti” di Giulianova e il “Marino” di Teramo, non superano la soglia dello 0,20. La legge, in proposito, non fissa una soglia minima di sicurezza (valore massimo 1) limitandosi a sottolineare che sono prioritari gli interventi in quelle strutture dove l’indice è più vicino allo zero. Occorre tener conto che in una stessa struttura possono esserci tanti indici di vulnerabilità quanti sono i corpi di costruzione e che solo la combinazione fra la vulnerabilità sismica e le prove statiche rimandano un quadro corretto e completo.

Altro calcolo compiuto sulla base di convenzionali indicatori tecnici ed economici quello relativo ai costi di adeguamento sismico di tutto il patrimonio scolastico: per arrivare al valore massimo di 1 occorrono 163 milioni di euro.

La Provincia, come annunciato questa mattina, chiuderà le strutture che si trovano al di sotto dello 0,20 in area sismica 2 (dove possono verificarsi forti terremoti) quindi il “Marino” di Teramo (200 studenti circa) e l’Ipsia di Giulianova (circa 120 studenti) che pur trovandosi in area 3 (la possibilità che si verifichino forti terremoti è rara) ha registrano numerosi parametri negativi anche nelle indagini statiche. Stesso principio sarà adottato per le altre strutture che non raggiungono lo 0,20 in area 3: saranno chiuse se l’indagine statica darà parametri negativi (è il caso ad esempio del magistrale Saffo di Roseto).

Soluzioni a breve termine

“Faremo subito i lavori nelle strutture che hanno un buon indice e che in tempi brevi e con investimenti già previsti possono raggiungere un grado di sicurezza ottimale– ha dichiarato questa mattina il presidente Renzo Di Sabatino – il Milli, il Comi, il Pascal a Teramo sono tutte strutture sulle quali certamente investire anche perché hanno spazi significativi e che rappresentano una risorsa significativa in un piano di riorganizzazione. Gli indici sono solo l’inizio di un percorso: sulle scuole c’è la nostra massima attenzione sia per ragioni di sicurezza sia perché è chiaro che le scelte hanno ricadute socio-urbanistiche determinanti per le città dove sono ospitate: la Provincia si è fatta una sua idea ma ci confronteremo con gli enti locali”.

Gli studenti del “Marino” di Teramo saranno ospitati in una delle scuole dove c’è disponibilità di aule (si stanno valutando in queste ore un paio di opzioni ma certo si pensa ad una soluzione di prossimità ha specifico Mirko Rossi);  quelli dell’Ipsia “Pagliaccetti” di Giulianova verranno momentaneamente trasferiti all’Iti “Cerulli” (stessa dirigenza scolastica);  inizieranno a breve lavori al “Milli” di Teramo, scuola che ha fra gli indici migliori (0,68) per sistemare il tetto e i solai e recuperare altri spazi che verranno utilizzati nel breve periodo per le esigenze che si porranno.

A illustrare la mappa degli indici lo stesso consigliere delegato Mirko Rossi, che è entrato nel dettaglio delle schede (VEDI ALLEGATO): “Entro fine agosto arriveranno anche gli indici delle scuole che ancora mancano all’appello – ha sottolineato– ma allo stato delle conoscenze non ci aspettiamo sorprese negative. Il lavoro è complesso significativo sul piano delle procedure tecnico-amministrative: ogni scuola ha più corpi, ogni corpo deve essere valutato singolarmente. Ogni scuola ha una storia, all’Einstein di Teramo, ad esempio abbiamo deciso di compiere tutti e tre i livelli di esame perché volevamo essere certi del risultato”.

Soluzioni a medio termine

La Provincia ha a disposizione un ampio patrimonio di edilizia scolastica che, a prescindere dalle priorità determinate dal terremoto e dalla messa in sicurezza, consente di pianificare la riorganizzazione degli spazi anche sulla base dell’andamento delle iscrizioni e della popolazione studentesca.

“Al Pascal” di Teramo sono già stati destinati 5 milioni e 400 mila euro per un intervento che porterà la struttura a raggiungere l’indice massimo sui corpi di fabbrica oggetto di intervento – ha proseguito il Presidente – L’Ufficio scolastico per la ricostruzione ha approvato definitivamente il progetto di miglioramento sismico del “Comi” di Teramo che porterà l’intera struttura del corpo più antico (quello frontale) allo 0,80. in questo caso si recupera uno spazio “sicuro” per una popolazione studentesca di circa oltre 800 persone. Il liceo “Delfico”  è titolare di un intervento che prevede la sistemazione dell’ultimo piano e del tetto per un importo di 1 milione e 175 mila euro ma questo, pur migliorando l’assetto complessivo della scuola non aumenterà l’indice di vulnerabilità.  La Provincia ha chiesto alla Regione altri 2 milioni e 500 mila euro per completare l’intervento e recuperare ad uso scolastico anche questa porzione”.

Soluzioni a lungo termine

Considerato che la messa in sicurezza al massimo degli indici di tutte le strutture scolastiche esistenti comporterebbe una spesa di 163 milioni di euro, la Provincia, come sottolineato questa mattina in conferenza stampa –  avvierà un ragionamento su nuovi poli scolastici che costerebbero meno e sarebbero realizzati utilizzando le migliori tecniche e tecnologie antisismiche.  Un nuovo polo, già previsto, sarà realizzato a Roseto, dove la Provincia ha numerosi plessi in affitto (l’attuale ubicazione del nuovo Polo, Voltarrosto, non ha mai convinto la comunità rivierasca e occorre individuare una nuova area); anche ad Atri bisogna iniziare un ragionamento per dismettere ciò che non è utile o poco conveniente adeguare e realizzare una nuova struttura.

Un discorso a parte merita la città capoluogo: la Provincia vorrebbe rilanciare l’idea di un Polo scolastico di ampie dimensioni e di nuova concezione nello spazio della “Gemma Marconi” a Piazza Dante: la struttura è di proprietà dell’ ASP (ex Ipab). Ma c’è anche la possibilità di acquisire strutture antisismiche esistenti.  E’ chiaro che a Teramo come negli altri Comuni scelte di questo tipo saranno condivise e concertate con gli enti locali e la comunità.