SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Consigliere Regionale Peppe Giorgini che risponde alle critiche piovutegli addosso dopo una conferenza stampa indetta dallo stesso politico in cui, il grillino metteva in guardia dal rischio di presenza di amianto fra le macerie delle zone del sisma destinate allo stoccaggio a Monteprandone e al successivo trattamento presso il quartiere Agraria.

“Premessa

Il crollo delle strutture antropiche prodotto dallo sciame sismico tuttora in corso, ha avuto conseguenze largamente prevedibili ma difficilmente affrontabili dalla nostra società ormai fondata sulla (quasi) perenne emergenza e sullo “stato di calamità”.

Nel 2017 sono veramente poche le situazioni a cui non si sarebbe potuto porre rimedio (perché imprevedibili) con una gestione oculata della cosa pubblica, se solo l’approccio fosse stato in funzione della difesa della incolumità e del benessere del cittadino.

Sfortunatamente il clientelismo e la rincorsa sfrenata all’accaparramento delle poche risorse pubbliche rimaste portano inevitabilmente allo svilimento delle valutazioni scientifiche a favore delle improvvide considerazioni dei professionisti della politica che si aggrappano alla pelosa compiacenza di qualche belato pseudoscientifico da social network, per provare a tranquillizzare il cittadino sempre più in balia delle follie di una classe dirigente lontana anni luce dalla gestione del “buon padre di famiglia”.

L’amianto è da anni un cancerogeno acclarato (Stanton et al., 1981), si discute solo su quale sia l’aspetto più incidente, se la forma, la composizione chimica e mineralogica o la biopersistenza (Fubini, 2001); le sue fibre micrometriche sono pericolose già quando si disperdono a piacimento nell’aria (ASTDR, 2003) e chi ha la sventura di respirarle è più esposto a patologie irreversibili.

Ma sono micidiali quando questo materiale viene sollecitato meccanicamente e quindi in questo caso può rilasciare fibre nell’ambiente circostante anche più piccole di un micron ( mille volte un capello).

Si badi bene, come per altri cancerogeni riconosciuti, ne è sufficiente una quantità minima respirata, poi è una questione di probabilità.

La soluzione: limitare al massimo il trasporto, proteggersi attentamente dall’esposizione accidentale, per esempio sotterrarlo in cave dismesse contigue alla zona di accumulo evitando lunghi trasporti.

L’amianto non è indistruttibile, tutt’altro; evitare accuratamente di romperne la macrostruttura (fibre) è l’unico antidoto a liberarlo nell’aria poiché una volta inalato è incompatibile con il nostro organismo quanto una micro(nano)particella (Gatti, 2002).

Ora, qualcuno vorrebbe convincermi, sarei il primo a gioire di questa immane conquista in campo di bonifica di micro particelle tossiche all’uomo, che si è riusciti a selezionare i milioni (miliardi?) di pezzetti centimetrici di amianto che con molta probabilità sono presenti all’interno delle macerie dei crolli generalizzati legati al sisma.

Vi sveliamo il segreto di Pulcinella: ripulire completamente dall’amianto le macerie di centri abitati devastati da un sisma (presente in canne fumarie, serbatoi, condotte, onduline, coperture in genere) diventa una operazione di una complessità che diventa quasi maniacale, e triturare delle macerie che potrebbero contenere delle particelle così piccole e difficilmente estrapolabili, diventa un’operazione che a mio avviso reputo da irresponsabile perché di fatto si aumenta ancora il rischio, rompendo le fibre rimaste integre e liberandole nell’aria.

Dopo questa dovuta premessa generale di natura tecnico-scientifica, utile però a far capire il motivo della mia enorme preoccupazione e quella di molti altri miei concittadini che da mesi sollevano un mio intervento, e il perché mi sono sentito in obbligo di fare una conferenza stampa.

Vivo in un’area che è fortemente antropizzata ed una delle aree più inquinate della regione Marche, dove tra le altre cose sono ubicate due o tre aziende che lavorano gli inerti.

Vorrei chiarire che la mia conferenza stampa si basava sull’analisi di un piano macerie regionale e su altri documenti che contemplavano lo scenario “presenza di amianto” andando perfino a stabile un protocollo di trattamento del contaminante.

Era un mio dovere – visto anche quanto descritto in premessa – sollevare un possibile problema, vista che gran parte delle macerie potrebbero arrivare proprio nella zona Agraria, per essere poi lavorate su di un’area ad elevatissima densità abitativa e già inquinata a livelli di allarme.

Mi aspetto quindi da cittadino, e da uomo delle istituzioni, non la polemica politica stucchevole fatta da un assessore regionale che ben conosce la mia preparazione su questa tematica così delicata, ma risposte certe e sicure da dare, non a me, ma a tutta la comunità del comprensorio che rappresentiamo nelle istituzioni, e soprattutto la certezza scientifica e matematica che non vi sia alcuna possibilità di contaminazione legata alla presenza anche della minima fibra di amianto, sia nelle aree dove sono ubicate le macerie, sia nelle zone dove vengono stoccate e lavorate.

Preciso ancora che nel corso della conferenza stampa in questione non ho mai fatto nomi di alcuna ditta operante nel processo di triturazione delle macerie, pertanto mi riservo la possibilità di acquisire gli articoli di giornale in questione e valutare le possibili azioni legali contro chi ha scritto falsità.

Come consigliere regionale sono sempre disponibile, prima di qualsiasi azione legale, a chiarimenti con qualsiasi degli attori coinvolti in questa storia.

Non ho mai affermato che arriveranno a San Benedetto del Tronto centinaia di tonnellate di amianto, ma ho utilizzato le percentuali di tipologia di rifiuto elaborate dalla Regione stessa, per stimare una possibile quantità di amianto sulle macerie complessive ipotizzate ( ho fornito i documenti ufficiali come è stato ben spiegato nella c.s.).

Questa stima era propedeutica per cercare di capire quante potrebbero essere le piccolissime quantità di amianto, in forma di polverosa, che potrebbero essere rimaste nella terza parte di “scrematura” delle macerie, che successivamente, con la lavorazione, potrebbero disperdere nell’ambiente fibre di amianto, caratterizzate dalla divisione di fibre in senso longitudinale con grandezza anche al di sotto di un micron .

In conferenza stampa abbiamo anche parlato di studi epidemiologici sulla popolazione e sugli operatori impegnati sulle lavorazioni delle macerie, che sarebbero stati utilissimi per monitorare ed escludere qualsiasi rischio alla salute umana. Su questo tema si dovrebbe fare un dibattito politico, e non su temi che non interessa nulla ai cittadini, perché circoscritti alla sterile polemica politica.

Per quanto riguarda la dichiarazione dell’assessore del PD Sciapichetti – che ho preso dai giornali – mi sento di dire che è stato quantomeno superficiale, in quanto la mia PEC di accesso agli atti è stata inviata il 25 luglio 2017, alle ore 13,23quindi due (2) giorni prima della CS – e che non ha nessun collegamento con la conferenza stampa, perché finalizzata alle mie prossime azioni ispettive su questa tematica, ma in via generale. Inoltre sempre l’assessore prima afferma “ Niente Eternit nel sito di Monteprandone “ poi invece si smentisce e afferma che la limitatissima possibilità che qualche pezzetto di eternit sfugga nella fase di preselezione è prevista dalla legge (questo secondo i giornali). Insomma il Partito Democratico dice come al solito tutto e il contrario di tutto.

Devo anche dire che questa tipologia di comportamento non mi è mai appartenuta, e non mi appartiene, perché i miei fini non sono in alcun modo quelli di avere ritorni “politici”, come invece fanno costantemente altri.

Io che rappresento le istituzioni sono sinceramente stanco di vedere questa continua opera di screditamento – che molte volte sfocia in intimidazione verso il mio operato e la mia azione politica volta unicamente a tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini, e alla tutela dei beni comuni.

Detto questo mi sento di invitare l’assessore Sciapichetti a San Benedetto del Tronto o a Monteprandone, in una assemblea pubblica, dove con la presenza del solo moderatore, potremmo io e lui spiegare le nostre posizioni e rispondere alle domande legittime dei cittadini che quotidianamente chiedono a me chiarimenti su questa sensibile problematica che vivono con enorme preoccupazione.”