Aridità 6: Si vede che in casa Aridità c’è da riprendere confidenza col calcio giocato dopo le vacanze perché appare un po’ incerto in un paio di episodi. Per il resto da segnalare una bella parata nel secondo supplementare sull’ex Tavanti.

Mattia 5,5: Forse non è il suo ruolo quello di terzino destro ma di certo è indubbio che nel pacchetto arretrato Mattia rappresenti l’anello più debole. Timido davanti dove non va oltre l’appoggio scolastico e un po’ in confusione, a tratti, anche dietro.

Conson e Patti 6,5: W l’ignoranza! Un po’ di “sana” ignoranza nel calcio ogni tanto ci sta, soprattutto in zone delicate come la difesa e la coppia Conson e Patti ci mette quella ruvidezza che scoraggerebbe anche il più tosto degli attaccanti. Da rivedere, sul versante di Patti, qualche licenza di troppo che l’esperto centrale si prende in uscita, rischiando di perdere la palla.

Tomi 7,5: La forma fisica è migliorabile (e di certo migliorerà) ma il piede di Tomi assomiglia più a un telecomando che a un qualcosa fatto di carne, ossa e pelle. Tra lanci al millimetro e cross calibrati la punizione con cui sblocca la gara(con tanto di salto mortale) è solo la ciliegina sulla torta.

Bacinovic 6: Da un punto di vista fisico la “pancetta” che mostrava lo scorso anno sembra stia sparendo. Ha bisogno di trovare la giusta condizione e lucidità e il giallo che si becca stroncando una ripartenza di Fanucchi e poi la scelta di Moriero di lasciarlo ai box all’intervallo avvalorano le sensazioni.  (45′ Di Cecco 6: Ci mette una buona verve e prova pure a rilanciare qualche contropiede ogni tanto. In ascesa.)

Damonte 6,5: Fa un lavoro oscuro e fuori dai riflettori per quasi tutti i 120 minuti che gioca con buon dinamismo e sagacia tattica, nonostante il suo fisico, da gigante, non sia ancora entrato probabilmente nella forma migliore.

Troianiello 6: Non si risparmia nel primo tempo e prova a dare fastidio al terzino/esterno lucchese Bragadin, riuscendo però solo in un paio di scorribande a destra e un cross in mezzo di media pericolosità. Nel secondo tempo resta in panchina. La forma migliore arriverà anche per lui. (45′ Di Massimo 7,5: Confermate le buone sensazioni dopo la Salernitana per il talento abruzzese che segna un gol in cui un buon 80% di merito è da attribuire a Vittorio Esposito ma mostra in ogni caso verve e voglia di stupire. Lanciato in campo aperto, poi, fa sempre paura e in un’occasione del genere rischia anche di segnare la doppietta di giornata ma conta male i passi per scartare il portiere e la palla finisce sull’esterno.)

Vallocchia 7: Il ragazzo cresce a vista d’occhio: impressionante, a tratti, la padronanza con cui smista i palloni e imbecca i compagni oltre alla lucidità che ha nel provare pure qualche “break” palla al piede. Non si comporta male neanche quando Moriero lo abbassa stabilmente a mezz’ala nella ripresa.

Valente 6,5: E’ un cavallo da corsa instancabile e pure corazzato. Da subito si vede che è il più in forma dei suoi non risparmiando polmoni e pure parastinchi visto che va a disturbare spesso e volentieri le intraprendenze avversarie in costruzione di gioco. Prezioso. (75′ Esposito 7,5: Entra nella partita come un deus ex machina e trasforma uno scialbo 0-0 in una partita spettacolare quando la palla ce l’ha lui. Pronti e via appena entrato sfiora il gol con dribbling+tiro a giro che già scaldano la curva. Poi si procura la punizione che cede a Tomi nonostante la posizione fosse più congeniale a un destro come lui. Infine mette due volte davanti alla porta Di Massimo con due giocate da genio assoluto e da una di queste viene fuori il secondo gol. Se Esposito è questo il divertimento, nel campionato alle porte, è garantito.)

Miracoli 6: Si vede che i movimenti da attaccante vero fanno parte del suo repertorio, sia in fase di appoggio e “sponda” che nel modo con cui attacca l’area di rigore. Evidente però ieri il ritardo di condizione, aspetto che in un calciatore con la sua struttura fisica è inevitabilmente destinato a essere notato.

Moriero 6,5: L’impressione è che abbiamo di fronte un allenatore che non ha paura di prendere decisioni drastiche per il bene della partita. Forse anche troppo. Si accorge che aver schierato Bacinovic e Troianiello dall’inizio era un errore e li lascia ai box nonostante la mossa, in una gara in cui i supplementari erano una possibilità concreta, potesse rivelarsi un’arma a doppio taglio.