GROTTAMMARE – Quale percorso artistico migliore di quello che riconduce a casa, nel luogo dove tutto è nato, quasi a chiudere un cerchio perfetto.

Il pittore Gianni Ottaviani torna a Grottammare con una mostra intitolata “Archeopatie – Tracce di un percorso artistico” a simboleggiare il tema dell’esposizione; un percorso retrospettivo fino alle origini.

La mostra si svolge dal 15 luglio al 20 agosto, orario (10-13; 16.30-19.30; 21.30-23.30) presso il Museo Mic della sala Kursaal di Grottammare.

Dichiara il sindaco Piergallini: “Sono orgoglioso di riaccogliere in città un grande esponente del mondo artistico italiano come Gianni Ottaviani, non poteva non essere Grottammare la città che da vita a questo progetto di memoria e retrospezione”.

Interviene poi l’artista Gianni Ottaviani, che racconta il senso di questa sua scelta, sia artistica, sia sociale: “Dipingo da 70 anni ed ho scelto di realizzare questa mostra per due motivi, da un lato, per ridar vita a una collezione che altrimenti sarebbe rimasta chiusa in una stanza, senza possibilità di raccontare la storia che la contraddistingue, dall’altro, ho deciso di contribuire ad uno scopo umanitario che ho molto a cuore. Lo scorso anno, infatti, dopo aver visto come il terremoto abbia mutilato parte del nostro patrimonio artistico, ho deciso di compiere il mio dovere di artista. Le opere esposte saranno regalate a tutti coloro che contribuiranno economicamente alla ricostruzione di queste opere dilaniate dal sisma, in più, circa il 62 per cento dell’incasso sarà devoluto allo stesso scopo”.

A tal proposito è intervenuta anche l’associazione “I Care”, ormai protagonista nel territorio locale per interventi sociali e umanitari. L’associazione, infatti, grazie alla sua creatura “La Banca del Tempo” ha contribuito alla realizzazione della mostra fornendo sin da subito importanti risorse, come l’impiego di personale per l’allestimento della location.

“Il perché del nome ‘Archeopatie’ – continua Ottaviani – dipende dal mio precedente lavoro di archeologo. Nel nostro mestiere cerchiamo ogni volta di ricostruire il passato attraverso lo studio di piccoli frammenti ritrovati e per questo motivo ho voluto organizzare una particolare performance. Essa consiste nel calpestare un’opera in terracotta da parte dei visitatori, questi potranno poi raccoglierne un frammento e portarlo via come ricordo”.

Nell’emiciclo centrale dello spazio allestito sono esposte 59 opere, finalizzate alla costruzione di un fondo da destinare al restauro delle opere mutilate dal sisma. Negli altri settori sono esposte 67 opere.

Tre performance sono state poi organizzate a favore dei visitatori, nel corso della mostra, allo scopo di alimentare un senso di rievocazione e di retrospezione.

1 – Pesca di un’opera grafica. Consistente nell’estrazione casuale di un’opera tra le 130 messe a disposizione

2 – La discarica. Uno scatolone in cui prelevare oggetti appartenenti a Ottaviani, che hanno caratterizzato tutti questi 70 anni di lavoro artistico.

3 – Frammentazione. I visitatori saranno invitati a camminare sopra un’opera in terracotta e prelevare un frammento della stessa, come simbolo del tempo che passa e dei ricordi che restano.