Foto di Alessandro Foschi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Palazzina Azzurra gremita nella serata del 10 luglio per la prima serata del “Premio Libero Bizzarri”.

L’argomento che ha aperto la rassegna è stato “La passione di una fede: la Sambenedettese Calcio”. Una tematica curata e organizzata anche in collaborazione con l’associazione Noi Samb. Si sono radunati numerose persone nostalgiche dei bei tempi rossoblu ma erano presenti anche molti giovani: un segno importante per conoscere e comprendere il valore della Samb. Un legame speciale che unisce la città di San Benedetto e la sua squadra di calcio.

Presentatori della serata i giornalisti Giorgio Mataloni e Sandro Benigni. In mezzo al pubblico vari giocatori storici della “Magica Samb” e l’ultimo presidente della serie B: Ferruccio Zoboletti, sambenedettese d’adozione date le origini emiliane. Con loro anche Fabrizio Roncarolo, pronipote di un altro grandissimo presidente rossoblu ovvero Domenico Roncarolo. A turno, incalzati dai conduttori, hanno raccontato i loro ricordi.

Presenti in platea, come rappresentanti dell’amministrazione comunale, gli assessori Ruggieri e Tassotti.

La serata è servita a far comprendere questo rapporto viscerale con la squadra di calcio che affonda le sue radici nella vocazione marittima della città. L’appuntamento è stato aperto prima da un filmato che raccoglieva le voci di gestori di locali e cittadini, naturalmente tifosi rossoblu e poi dall’auspicio della professoressa Maria Pia Silla: “Questo viaggio nel passato, oltre a rinfrescare la memoria, deve dare nuovo vigore a questo bellissimo legame”.

Un viaggio nel passato compiuto con quattro proiezioni dei Cinegiornali dell’Istituto Luce: immagini in bianco e nero della Samb dal 1956 al 1959. Spiccano la partita promozione a Cremona che nel 1956 valse la B, il ‘prudente’ debutto del Torino nel campionato cadetto al Ballarin nel 1959 (partita che finì 0 a 0) e un documentario del 1956 che mostrava molti giocatori della Samb, all’epoca guidati dal presidente Roncarolo, lavorare nelle barche al porto prima di giocare le partite.

Il mare, il porto e la Samb: tre elementi intrecciati profondamente fra loro. Molti pescherecci partivano subito dopo la fine della gara dei rossoblu e i pescatori sambenedettesi che si trovavano all’estero, quando chiamavano a casa (telefonate costosissime all’epoca) per prima cosa chiedevano: “Cosa ha fatto la Samb?”.

Tra i volti dei presenti, nel rivedere le immagini del passato, commozione e orgoglio. Sui più giovani, invece, curiosità e volontà di scoprire ancora di più cosa significava tifare Samb in quegli anni.

La serata è proseguita con la visione, in tre tranche del documentario realizzato nel 2000 da Remo Croci, Manlio Cacciurri e Luigi Maria Perotti: un tuffo nella storia della squadra di calcio ma anche della città. La nascita della Samb, la costruzione del primo impianto ovvero la “Trappoletta” in piazza San Giovanni Battista (curiosità, l’Ascoli vinse in una sola occasione a San Benedetto e lo fece in quel campo), poi del Littorio che nel 1944 venne intitolato a Tommaso Marchegiani, detto Massì (calciatore della Sambenedettese morto in un bombardamento durante la guerra) e infine nel 1949 ai fratelli Ballarin, calciatori del grande Torino, vittime della tragedia di Superga. Nel filmato allenatori storici (Eliani e Bergamasco giusto per citarne un paio) e giocatori leggendari divenute vere bandiere rossoblu o campioni affermati in squadre di serie B e A. Quando sono apparse le immagini del rogo del Ballarin che costò la vita, nel 1981, alle tifose Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri è scoccato un applauso commosso e spontaneo per omaggiare la memoria delle due donne.

Una bella serata condita da un monito per il presente e il futuro: grazie alla famiglia Fedeli è tornato l’entusiasmo in città dopo anni veramente bui ma comunque il passato va sempre onorato e deve dare una carica in più per migliorare e rafforzare l’orgoglio di essere sambenedettesi.