SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Delle sue gesta  si ricordano forse solo i tifosi della  Samb coi capelli  bianchi o perlomeno brizzolati.

Si  è spento il primo luglio nella sua casa di Corinaldo vicino a Senigallia, dove lui milanese di nascita, si era stabilito alla fine della carriera da allenatore, Pietro Camozzi che ha rappresentato una piccola ma significativa parentesi nella storia  rossoblu’ in cui militò per una sola stagione (1972-73), proveniente dall’Arezzo,  disputando 33 partite su 38  senza realizzare alcun gol.

Ma in quel campionato si gett8arono le basi per la piu’bella Samb che si ricordi: quella di Anzuini, Basilico, Castronaro, Catto, Chimenti ( 14 gol) , Daleno,  Marchini, Isetto, Ripa, Simonato ( 12 reti) e Valà con cui  appunto  giocò , ma soprattutto di Marino Bergamasco il quale subentrò a Piero Persico dopo poche giornate.

Ma per lui nato appunto a Milano  il 28 novembre 1940 non fu una stagione fortunata: pur con la fascia di capitano al braccio, disputò un torneo sottotono forse anche perché impiegato in un ruolo , quello di regista, non propriamente consono alle sue caratteristiche,  per cui non fu confermato l’ anno seguente terminando  cosi’ in Riviera  la sua  carriera di giocatore.  

Non ha mai militato in serie A pur avendovi ottenuto una promozione col Foggia.  I suoi destini si incrociarono comunque successivamente con la Samb durante la breve carriera di allenatore: quando infatti  fu chiamato alla guida della Vigor Senigallia nella stagione 1983-84 prese il posto di Paolo Beni ( con cui condivise sempre in quella stagione 72-73 l’ ultima annata da giocatore del mitico capitano) e quando vi fece ritorno nel 1987-88 come Direttore Tecnico, in panchina sedeva Eugenio Fantini che a San Benedetto aveva vissuto una breve ma negativa esperienza in serie B ( 1976-77), in quanto dopo l’ennesima sconfitta a Ferrara fu sostituito dal duo Traini-Tribuiani che ottenne invece un’ esaltante salvezza.