SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il CrossFit è una disciplina che nasce nelle palestre dall’unione di tre specialità: sollevamento pesi, ginnastica ed endurance. Per endurance si intende tutto ciò che è monostrutturato, come corsa, nuoto, ciclismo, quindi sport che riescono a portarti costantemente ai limiti del lattato e della resistenza aerobica. Dopodiché c’è la ginnastica, sia di base che evoluta. La ginnastica di base è il corpo libero, l’altra è costituita dalle evoluzioni che si fanno alla sbarra. Infine ci sono le alzate con i bilancieri, quelle che si vedono alle Olimpiadi”. Così Bernard Luzi descrive il CrossFit, la disciplina che ha stregato tantissime persone in ogni parte della terra, tra cui proprio l’atleta sambenedettese, che ha deciso di dedicare tutta la sua vita a questo sport, aprendo anche un centro specializzato, il CrossFit San Benedetto del Tronto, l’unico certificato del Piceno. Oltre alla carriera di coach, Bernard Luzi prosegue quella di atleta e ad agosto parteciperà ai Reebok CrossFit Games negli Stati Uniti, una competizione mondiale a cui prendono parte solo i migliori.

Bernard, come mai secondo te il CrossFit negli ultimi anni ha preso così tanto piede tra la gente?

“Questa disciplina è nata negli anni ‘90 da un’idea di Greg Glassman e il primo box di CrossFit è stato aperto nel 1995 negli Stati Uniti. Non so quale sia la magia del CrossFit, ma sicuramente è entusiasmante, non ti fa mai annoiare e porta il tuo corpo al limite. La definizione di CrossFit infatti è: allenamento costantemente variato, con movimenti funzionali, eseguiti ad alta intensità. Quando inizia a praticare questo sport la gente sgrana gli occhi, perché non sapeva che poteva arrivare a certi limiti e addirittura oltrepassarli. Faccio sempre l’esempio di una mia cliente che lavorava in un ufficio, madre di due bambini: con le gravidanze aveva sviluppato dei problemi e i medici le avevano detto che non avrebbe mai potuto fare sollevamento pesi. E’ venuta a fare una prova nel mio box ed è rimasta sbalordita da quello che riusciva a fare. Da allora non ha più smesso”.

Come si svolgono di norma gli allenamenti?

“Di solito ci si allena in gruppo ed ecco perché c’è bisogno di grandi spazi, anche se si è all’interno di una palestra. Utilizziamo tanti attrezzi differenti, a volte spingiamo anche le macchine, quindi annoiarsi è impossibile. Quanto alla frequenza degli allenamenti, lo standard è di un’ora al giorno per cinque giorni alla settimana, ma chiaramente si può scendere al di sotto. Non è richiesta una particolare capacità fisica, anzi, sono particolarmente benvenuti coloro che non hanno una preparazione”.

Tu come hai iniziato con il CrossFit?

“Sono uno sportivo da sempre: ho fatto e insegnato nuoto per tanti anni e ho giocato a pallanuoto. Ma a un certo punto avevo bisogno di nuovi stimoli. Mi sono iscritto in palestra, ma il primo anno non sono andato mai e il secondo sono andato solo due volte. Il terzo anno ho cercato di impegnarmi di più, però gli esercizi erano sempre quelli, mi annoiavo. Poi l’istruttore Giacomo Amabili mi ha proposto di provare una disciplina nuova, americana, il CrossFit. Era il marzo del 2012. Mi sono innamorato e non l’ho più lasciato. All’inizio mi hanno un po’ impaurito, dicendomi che se avessi dato troppo avrei potuto vomitare o comunque sentirmi male, ma non è successo niente, anche se io volevo arrivare a quel livello, volevo superare i miei limiti. Lì ho capito che potevo fare molto. Ho cominciato a documentarmi da autodidatta e poi ho cercato un allenatore che potesse prepararmi e ho trovato Matteo Fuzzi, il proprietario del Reebok CrossFit Ravenna. Lui ha scoperto il CrossFit prima di me, negli Stati Uniti, durante un corso di difesa personale, e ha tramandato le sue conoscenze a tutti noi. Io ancora sono allenato da lui, perché solo lui e il suo team, dopo avermi fatto dei test specifici, sanno quali sono i miei difetti e dove posso spingere di più. Io sono in grado di lavorare sui miei punti deboli e alla fine la chiave del CrossFit è questa. Devi essere capace di capire le tue debolezze e rinforzarle. Soltanto così puoi essere un vincente”.

Parliamo del CrossFit San Benedetto del Tronto, il centro che hai aperto l’anno scorso.

“Tanto sono stato invasato da questo sport che ho deciso di farne il lavoro della mia vita. Ho aperto il box CrossFit San Benedetto del Tronto e lì alleno le persone insieme a Daniele Perozzi. E l’unico centro certificato di tutto il Piceno e ci sono classi la mattina, all’ora di pranzo e la sera. Ognuno decide quanti giorni alla settimana allenarsi. In ogni classe ci sono al massimo quindici persone, così possiamo seguirle tutte, adattando gli esercizi alle esigenze e alle capacità di ciascuno. C’è un’applicazione per prenotare le lezioni e per sapere chi altro parteciperà alla classe. Oltre a ciò, abbiamo la sezione dei ‘competitor’, cioè di coloro che partecipano alle gare”.

A proposito di questo, racconta il tuo percorso agonistico.

“Ho iniziato da subito con le gare, perché sapevo che esistevano. La prima volta che mi sono confrontato con qualcuno è stata al Rimini Wellness: bisognava riuscire a portare a termine un esercizio in un certo tempo e in caso di successo si accedeva a una fase successiva, un camp in cui c’era un WOD (‘Workout Of the Day’), ossia un esercizio sempre a tempo. Mi sono reso conto che c’era competizione e la prima vera gara è stata a dicembre 2012 a Padova, dove sono arrivato terzo in ambito nazionale. Questo mi ha spinto ancora di più: dopo pochi mesi che avevo iniziato già avevo ottenuto buoni risultati, quindi potevo migliorare ancora, impegnandomi maggiormente e affidandomi a una persona davvero preparata. In seguito ho partecipato ad altre competizioni, salendo sul podio sia in ambito italiano che in ambito europeo. Quest’anno finalmente sono riuscito a qualificarmi per una gara mondiale molto ambita, i Reebok CrossFit Games negli Stati Uniti, che si terranno ad agosto e per cui c’è un iter di selezione decisamente complesso. Ci sono cinque step, al termine dei quali devi classificarti tra i primi venti al mondo. Io sono attualmente ottavo. Ce l’ho fatta anche grazie al fatto che ho aperto un centro di CrossFit e ho smesso di lavorare: meno stress, alimentazione più pulita, mi dedico di più a me stesso e al mio corpo”.

Spesso si sente dire che il CrossFit fa male. Come rispondi alle critiche?

“Non volevo affrontare questo argomento, perché inevitabilmente si finisce per parlare male di qualcosa o di qualcuno. Quello che posso dire è che c’è molta disinformazione e che ci sono molti corsi improvvisati di CrossFit nelle palestre. Il CrossFit non è un corso, è una disciplina sportiva che deve essere insegnata da persone specializzate e fatta in luoghi appositi. Io ho dedicato tutta la mia vita al CrossFit e nel mio centro il primo obiettivo è quello di insegnare il movimento base alle persone, per poi inserire dei pesi. Se già da subito si parte con dei carichi molto pesanti, come alcuni fanno per sentirsi ‘fighi’, ci si fa male”.