SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un confronto sulla questione Muzi si sarebbe dovuto tenere in riunione dei capigruppo oggi pomeriggio (inizio alle ore 18) ma alla fine la dialettica interna di Forza Italia si è spostata sulle pagine dei giornali ancor prima che il meeting aprisse le sue porte. L’incontro avrebbe dovuto trattare (tra le altre cose) del regolamento del Consiglio, con particolare riferimento alla situazione del consigliere azzurro (sostituito da Pignotti con Bruno Gabrielli in commissione Lavori Pubblici) ma il documento, fra i meandri dei suoi articoli, sembrava non essere chiaro sulla fattispecie salva poi, a quanto pare, la rassicurazione che il segretario comunale avrebbe dato allo stesso Pignotti sulla legittimità della “sostituzione” da lui operata.

Muzi in ogni caso rende piuttosto pleonastica la riunione (almeno sul punto che lo riguarda) perché in mattinata protocolla le dimissioni, taglia la testa al “toro” e nel pomeriggio le motiva con un comunicato in cui spara a zero sul suo capogruppo Pignotti, che Riviera Oggi non poteva fare a meno di ascoltare. “Muzi è stato rimosso dal suo ruolo in commissione perché non ha la tessera di Forza Italia e quindi non può rappresentare il partito in un ruolo, istituzionale diciamo così, come quello di presidente di commissione” chiosa proprio Pignotti che prosegue: “Al suo posto ho inserito Gabrielli che non dimentichiamo che è il primo degli eletti della nostra lista”.

A questo punto decidiamo di incalzare il giovane azzurro, chiedendogli se, a suo avviso e visti i rapporti sempre più tesi, Muzi non farebbe bene a uscire dal gruppo di Forza Italia. La risposta di Pignotti, per certi versi, è più tagliente di quello che ci aspettavamo: “Muzi dovrebbe dimettersi da Consigliere Comunale perché Forza Italia è un partito e non un autobus che si sfrutta per raggiungere fini personali” tuona il forzista, che non finisce qui il suo j’accuse: “Muzi è stato eletto con Forza Italia e se non paga i 100 euro di quota annuale per la tessera farebbe bene a dimettersi” chiude il politico.