SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A poche ore dalla riunione dei capigruppo che avrebbe dovuto discutere del suo caso (Muzi è stato revocato dal Capogruppo forzista Pignotti dal suo ruolo in commissione Lavori Pubblici ma il regolamento, sulla questione, pareva avere delle lacune) Stefano Muzi si dimette dalla carica di presidente della commissione Lavori Pubblici e Ambiente. E lo fa con spiegando le sue motivazioni in un comunicato che non risparmia veleni, neanche allo stesso Pignotti.

“Nella mattinata di mercoledì mattina ho protocollato le mie dimissioni, con effetto immediato, dalla carica di Presidente della V Commissione consiliare, quella dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente, prima che l’argomento fosse affrontato e discusso dalla conferenza dei capigruppo. Tutto nasce dalla decisione unilaterale del Capogruppo di Forza Italia di rimuovere la mia figura come membro della suddetta commissione, lasciando così spazio a più interpretazioni sulla legittimità della mia permanenza come presidente della commissione consiliare, indicato per mezzo di un sistema elettivo in seno alla stessa” spiega lo stesso Muzi riportando, per filo e per segno, come sono andati i fatti.

Il consigliere abruzzese chiarisce come le sue dimissioni arrivino per “non creare imbarazzi alla maggioranza, che per dirimere la vicenda avrebbe dovuto portare l’argomento come ordine del giorno in discussione nella prossima assise consiliare, e per soffocare possibili tentativi di strumentalizzazione politica della mia persona” prosegue Muzi garantendo di non essere “incollato alla poltrona”.

L’azzurro nel commentare le sue dimissioni infine, non risparmia critiche, al veleno, proprio a Valerio Pignotti, che in qualche modo ne ha chiesto la testa. Muzi ironicamente paragona il più giovane collega ad Andreotti “per acume politico” e arriva a pungerlo in maniera diretta: “Ora dovrà dimostrare tanta abilità e lungimiranza per garantire a Forza Italia di riconfermare alla Presidenza della commissione. Se così non fosse, dopo lo scivolone alle elezioni provinciali, in cui non è stato eletto, ed il mancato assessorato comunale che più volte ha rivendicato, inanellerebbe il terzo insuccesso, in appena un anno da capogruppo, che farebbe intervenire per cause di forza maggiore, i vertici nazionali azzurri” chiude Muzi.