ALBA ADRIATICA – Nella mattinata del 20 giugno i finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo il sequestro di beni mobili ed immobili, per un valore di circa 10 milioni di euro, nei confronti di W. D., imprenditore romano con significativi precedenti per reati fallimentari e tributari, e dei suoi congiunti.

La misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale capitolino su proposta della locale procura della Repubblica, trae origine dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma nell’ambito del fallimento della International Service Group srl e della Daf srl, società operanti nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti elettronici e riconducibili all’imprenditore e ai suoi familiari.

Il provvedimento si fonda sul fatto che le ricchezze accumulate negli anni sono frutto di abituali attività criminose e risultano nettamente sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati.

Così si pronuncia il Giudice della Prevenzione in merito alla pericolosità sociale dei proposti: “… quanto meno a partire dal 2006 … [hanno] commesso una serie strutturata, sistematica e plurima di fatti di bancarotta fraudolenta e di frode fiscale di enormi proporzioni (fatturazione per operazioni inesistenti attraverso cartiere, commercializzando un’ingente quantità di prodotti di alta tecnologia acquistati all’estero) così procurandosi un illecito arricchimento di rilevante entità e cosi manifestando uno stile di vita delittuoso”.

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare che i soggetti colpiti dalla misura patrimoniale hanno scientemente ostacolato la riconducibilità dell’effettiva gestione delle imprese attraverso la creazione di assetti proprietari e amministrativi “di comodo” e l’interposizione di compiacenti “prestanome”.

I beni oggi sequestrati sono i seguenti:

6 unità immobiliari, con annesse autorimesse: un appartamento a Roma, tre ville a Fiano Romano (RM) e due ville ad Alba Adriatica (TE);

un terreno seminativo di circa tre ettari sito a Fiano Romano (RM);

oltre 5 milioni di euro depositati su conti correnti accesi presso istituti di credito di San Marino (già bloccati dall’Autorità sammarinese su input dell’Autorità Giudiziaria);

saldi attivi di ulteriori conti correnti intestati ai soggetti proposti ed alle società loro
riconducibili;

quote sociali relative al capitale di 6 società riconducibili ai soggetti proposti;

tre autoveicoli;

un noto marchio di prodotti elettronici;