SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Diramati, dal Commissariato di Polizia Sambenedettese, i dettagli inerenti al fermo dei responsabili della rissa del 15 aprile in Riviera.

Le indagini, subito intraprese da personale del Commissariato di San Benedetto del Tronto e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica  Umberto Monti, effettuate principalmente mediante acquisizione di immagini e di testimonianze, si incanalavano immediatamente su connazionali della vittima.

Nel corso dell’attività posta in essere dalla Polizia di Stato si riusciva a risalire al motivo della lite, dapprima verbale e successivamente sfociata nel ferimento della vittima e che nasceva dal fatto che la stessa chiedeva la restituzione di un telefono cellulare che uno degli aggressori gli aveva rubato pochi giorni prima e da qui, anche e probabilmente a causa dell’alcol, ne era scaturita la brutale aggressione.

La vittima veniva colpita con ripetuti e violenti calci e ripetutamente con una bottiglia di vetro rotta sul volto, anche quando la stessa era già a terra sanguinante con l’aggravante di aver provocato uno sfregio permanente sul viso e di aver commesso il fatto utilizzando uno strumento atto ad offendere di cui è vietato il porto senza giustificato motivo.

L’attività di indagine permetteva  di ricostruire la dinamica dei fatti e fare piena luce sull’increscioso e drammatico episodio che per la sua gravità aveva provocato un rilevante allarme sociale e che portava all’emissione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere per furto, ricettazione e lesioni gravissime, emessa dal G.I.P. dott.ssa Rita De Angelis, a carico dei cittadini marocchini di 25 e 37 anni, entrambi pregiudicati e senza fissa dimora.

A tale provvedimento veniva data esecuzione nella giornata del 15 giugno, dopo difficoltose ricerche dovute al fatto che i due extracomunitari sono sul territorio nazionale sprovvisti di documenti e senza fissa dimora. Gli stranieri venivano rintracciati ed arrestati.

Dopo la cattura dei suddetti, la notifica del provvedimento restrittivo e le formalità di rito, entrambi venivano associati alla casa Circondariale di Marino del Tronto a disposizione dell’autorità giudiziaria.