SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nuovo capitolo dell’epopea rifiuti in provincia. Nella giornata di ieri, infatti, l’Ata (Assemblea Territoriale d’Ambito) doveva votare il documento preliminare per il tanto chiacchierato Piano D’Ambito ovvero il programma degli interventi e il piano finanziario che il decreto legislativo 152 del 2006 (Codice dell’Ambiente) impone di redigere per la gestione provinciale dei rifiuti.

Il tanto atteso voto, dopo oltre 20 riunioni dell’assemblea sul tema negli ultimi anni, è saltato. Per colpa di un emendamento. Il segretario generale si è infatti opposto a modificare il documento preliminare (su richiesta del Sindaco di Castignano che voleva lo stralcio della “Geta” dalle discariche elencate nel documento n.d.r.) scatenando la reazione dei sindaci di Ascoli, San Benedetto e Arquata che sono usciti dall’aula facendo mancare sostanzialmente il quorum per l’approvazione dell’atto.

Il giorno dopo i fatti di Palazzo San Filippo, sono arrivate anche le reazioni della politica sambenedettese. In particolare il consigliere Giorgio De Vecchis è stato autore di un duro sfogo su Facebook (guarda GALLERY) in cui è arrivato a definire l’Amministrazione sambenedettese “pecora di Castelli”, ovviamente riferendosi alla comune scelta d’astensione dei due sindaci.”I sambenedettesi aspettano” prosegue il politico “dovevano già avere un impianto di trattamento dell’umido e un impianto di riciclaggio “vero” a spese della PicenAmbiente e invece è tutto fermo da anni per colpa dell’Ata.”

Ovviamente la questione si lega a doppio filo sia con gli aumenti della Tari con cui hanno fatto i conti i sambenedettesi in queste ultime settimane, sia con il programma di investimenti della PicenAmbiente, bloccato per colpa dello stallo in cui si trova l’approvazione del piano d’ambito. Lo scorso febbraio(CLICCA QUI), infatti, la municipalizzata presentò, in tandem con Ascoli Servizi, un piano investimenti 30 milioni di euro, la maggior parte dei quali sarebbero destinati alla creazione del progetto “Fabbrica dei Materiali” che prevede 4 impianti (rinnovati o di nuova costruzione) due ad Ascoli, uno a San Benedetto e uno a Pagliare del Tronto destinati totalmente al riciclaggio e al riutilizzo dei materiali con l’obiettivo dell’autosufficienza nella gestione dei rifiuti. “Gli impianti dovevano essere già funzionanti” chiosa De Vecchis raggiunto da Riviera Oggi “persino l’amministratore delegato di PicenAmbiente (Leonardo Collina n.d.r.) si auspicò che l’Ata agisse in deroga per permettere gli investimenti anche senza piano e invece i sambenedettesi sono ancora qui a chiedersi perché, nonostante il grande impegno per la differenziata, vedono lievitare costantemente la tassa sui rifiuti”.

Il consigliere poi fa riferimento alla gara “a doppio oggetto” tenutasi nel 2009 per scegliere il nuovo socio privato di PicenAmbiente, gara che vide prevalere la Eco Nord Spa (che detiene attualmente oltre il 25% del pacchetto azionario), “una gara che si basò su un piano industriale di investimenti che alla data odierna dovevano essere già realtà” prosegue il consigliere “e invece da quando si è messa di mezzo l’Ata è tutto bloccato”.