SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 31 maggio è stato presentato come nuovo allenatore della Samb, dopo che i rossoblu, autori di un buon cammino ai playoff hanno salutato la loro guida Stefano Sanderra. Francesco Moriero si è aggiudicato la panchina rossoblu dopo una trattativa-lampo che lo ha visto battere sul tempo Giuseppe Magi, altro concorrente per sedersi in panca al “Riviera”. A quattro giorni dall’avvio ufficiale della sua avventura in questa città abbiamo deciso di rifare il punto della situazione con l’ex ala di Inter e Roma. Questa la chiacchierata che ne è uscita fuori.

Buonasera mister Moriero. Quali sono le prime impressioni dopo quattro giorni da allenatore della Samb?

“Ora sono a Lecce, a casa, tornerò a San Benedetto probabilmente martedì. Le sensazioni dei due giorni che sono stato in città però sono tutte positive, c’è entusiasmo e questo è un fattore fondamentale. Nei giorni in cui sono stato a San Benedetto la società  stessa mi trasmesso un entusiasmo incredibile, e ho visto che c’è gran voglia di far bene.”

Ha già un’idea matura in testa di quello che sarà il suo calcio e la sua Samb?

“L’ho detto anche durante la mia presentazione, cercherò di trasmettere il mio calcio e soprattutto voglia di far bene, anche per la città, che ha una tifoseria importante  e con una certa cultura sportiva. Vorrei che la mia squadra rispecchiasse il tifoso sambenedettese, vorrei cercare di far identificare la squadra con i tifosi.”

La tifoseria sambenedettese, oltre a essere molto calda è anche esigente però, e qualcuno ha già espresso qualche dubbio su di lei, in riferimento agli ultimi risultati della sua carriera. Sente pressione?

“C’è sicuramente pressione ma è una pressione positiva che tutti i miei colleghi vorrebbero. So che i tifosi sono esigenti ma la squadra dovrà esserlo altrettanto con sé stessa. Per quanto riguarda me, non devo rispondere a nessuno, devo rispondere solo sul campo. Nella carriera di un allenatore, così come nella vita, ci sono degli alti e dei bassi, l’importante è rialzare la testa, andare avanti e rimettersi in discussione. Chi  mi conosce sa come lavoro e che persona sono.”

Dalle sue parole mi sembra una persona che sa reagire alle critiche. Mi sbaglio?

“Io credo che la mia carriera da calciatore e da allenatore lo dimostri, se uno ha voglia di mettersi in discussione è normale andare incontro a critiche. Quando prendi delle decisioni è altrettanto normale che a certi andrà bene mentre altri ti criticheranno. Nella vita si può sbagliare, dobbiamo cercare  di farlo il meno possibile però.”

Dopo risultati, forse non eclatanti per lei negli ultimi anni, questa sembra essere un’ottima occasione sia per Moriero che per la Samb. 

“Beh la salvezza a Catania (girone di ritorno 2015/2016 n.d.d.) non la reputo un piccolo risultato, quando ho preso la squadra eravamo terzultimi e sfido chiunque a salvarsi facilmente in quelle condizioni in un ambiente caldo come quello di Catania. Non è stata un’impresa facile. In questa stagione poi mi sono preso, diciamo, un anno sabbatico e adesso grazie a Dio ho la fortuna di riuscire a partire dall’inizio”.

Sul fronte mercato, invece, come vanno le cose?

“Stiamo lavorando e con la società ci sentiamo ogni 5 minuti, ho lasciato i miei input al Ds Francesco Panfili e sono convinto che questa dirigenza sia fatta di gente molto preparata, quindi sono molto fiducioso.”

Lei, poi, avendo giocato con Inter e Roma sul fronte trasferimenti potrebbe sfruttare amicizie importanti.

“Ho sicuramente molti amici fra i miei ex colleghi e quindi, in caso di necessità, una chiamata si può sempre fare ma in questi casi bisogna sempre fare i conti con le volontà dei grandi club, non sempre è facile far venire a giocare in Lega Pro un giovane della primavera di un top club.”

E’ pronto ad affrontare una stagione in cui dovrà rapportarsi con un presidente come Franco Fedeli che sa essere molto schietto e duro con allenatori e giocatori?

“Se Fedeli è duro io posso assicurare che non sono certamente un mollo. Trovo giusto che se la squadra non va il presidente se la prenda con chi crede che siano i responsabili, dall’allenatore ai giocatori, fa parte del gioco. Io personalmente ho avuto subito feeling con Franco Fedeli perché mi reputo una persona schietta e sincera e credo che lui sia come me. E’ una persona vera e nel calcio ce ne sono sempre meno.”

Un’ultima considerazione. Io vedo un paragone fra lei e Angelo Domenghini, ala che da giocatore ha fatto le fortune dell’Inter come lei e che da allenatore della Samb fece bene nel 1987-88.

“Beh mi fa molto piacere, Domenghini è stato un mio idolo da calciatore, e quando ero all’Inter mi hanno sempre paragonato a lui.”