SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ormai il presidente della Samb Franco Fedeli lo conosciamo bene; così bene che il figlio, l’amministratore delegato Andrea Fedeli, scherzando ma non troppo chiede di non intervistarlo nel dopo partita, per paura che dica cose troppo forti e inneschi delle polemiche. A parte che i giornalisti, in sala stampa, sono ormai embedded, ovvero possono intervistare solo giocatori o dirigenti che espressamente si presentano, il punto è un altro.

Dopo l’eliminazione dai play off, Fedeli ha detto: “Sono deluso da questa eliminazione. Alcuni giocatori mi hanno deluso”. Sanderra, qualche minuto dopo, ha risposto: “No, nessuno ha deluso, hanno dato tutti il massimo”. Ma al di là di questo piccolo botta e risposta, quello che ci preme qui approfondire, al di là delle corrette volontà del figlio Fedeli, è l’acquisizione di una mentalità che deve essere vincente.

Questo non significa che la Samb “deve vincere” per diritto divino o per il blasone dei decenni trascorsi o addirittura per la passione della piazza. Né che eventuali sconfitte o cattivi risultati debbano essere vissuti come tragedie sportive o inizio di contestazioni da fine del mondo.

Semplicemente, le vittorie arrivano, per prima cosa, se la mentalità dell’ambiente diventa vincente. Per esserlo, occorre anche saper digerire i passaggi negativi con una consapevolezza che è prova di maturità.

Capisco, ovviamente, che l’eliminazione ad opera del Lecce, giunto in seconda posizione, non è un’onta per la tifoseria, che è consapevole delle diverse forze in campo e delle diverse ambizioni di due squadre, l’una, da anni a ridosso della promozione in Serie B, l’altra una neopromossa dopo anni difficili nei Dilettanti.

Ma come vi debba essere la giusta razionalità nel valutare il risultato raggiunto, deve crescere nella mentalità anche il fatto che la Samb deve diventare per sua natura una formazione di alta classifica, ambiziosa, e una eventuale eliminazione agli ottavi, prima del campionato, sia valutata come un insuccesso.

Significherebbe acquisire la mentalità da grande squadra. Si badi bene: gli insuccessi non sono la fine del mondo, specialmente quando ci si ritiene, appunto, una grande squadra, perché capace e organizzata per superare le difficoltà.

E proprio di questo, la capacità di rinascere sportivamente nel momento in cui sembra si sia toccato il fondo, parleremo nel prossimo articolo, a proposito della Samb, del gruppo e del futuro.