SAN BENEDETTO DEL TRONTO – ,Abbiamo provato la dieta del gruppo sanguigno, la dieta dissociata e la dieta a zone. Qualcuno ha seguito l’esempio delle celebrità, con la dieta Hollywood a base di frutta, altri hanno optato per la dieta paleolitica, la più antica di tutte.
Tanti regimi alimentari che cercano di esaudire un desiderio incalzante: perdere peso, per essere belle, piacersi e stare bene con se stesse. La corsa alla taglia quaranta è così accesa che, negli ultimi anni, la dieta ha acquisito una vera e propria funzione sociale: seguire un preciso regime alimentare oggi non significa più solo pancia piatta, ma ritrovare il proprio equilibrio mentale ed il benessere. Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria una terapia condivisa. Non più diete individuali e crisi di pianto per le ricadute nella Nutella, quindi, ma scuole di alimentazione in comunità, dove ogni membro viene sostenuto dal gruppo.
Il veganesimo, forse, è il caso più meritevole di attenzione: seguendo un ideale che esclude qualsiasi prodotto di origine animale, i vegani si nutrono con l’idea di rispettare la natura, di evitare cibi inquinati da ormoni e pesticidi, e di stare bene insieme ad altre persone che la pensano allo stesso modo.
La verità è che scuole di pensiero come veganesimo, fruttarismo e sottocategorie varie sono pensate come diete purificanti, ma da sole non forniscono tutti i nutrienti necessari al benessere fisico; per questo, di norma, sono sconsigliate ai bambini.
Le cosiddette filosofie alimentari sono dunque tante e varie, ma non rispondono ad una domanda fondamentale: quali sono i cibi giusti da mangiare?
Una delle risposte più accreditate, al momento, proviene dagli studi del biologo americano Ancel Keys, che negli anni cinquanta scoprì i benefici della dieta mediterranea; Keys compì ricerche approfondite sulle malattie cardiovascolari, e fu tra i primi ad ipotizzare la relazione tra colesterolemia elevata e rischio di infarto. Per dimostrare le sue teorie, compì un lungo viaggio intorno al mondo, esaminando gli stili di vita, le abitudini alimentari e la salute di varie popolazioni. Da un confronto tra Stati Uniti, Finlandia, Spagna, Giappone e Italia, emerse che nei primi due Paesi il tasso di infarto era elevato, mentre si abbassava drasticamente nelle altre nazioni. Queste osservazioni gettarono le basi per una più estesa ed accurata ricerca, denominata “Seven Countries Study“.
Keys fece interessanti osservazioni soprattutto in Italia: si accorse infatti che i lavoratori più modesti, contadini ed operai, erano molto meno soggetti ad ischemie rispetto alle classi agiate. Facendo ulteriori confronti, arrivò a stabilire che la loro migliore salute deriva da un’alimentazione estremamente bilanciata; cereali, frutta e verdura erano alternati a moderate quantità di latticini, carne, pesce e qualche dolce. Un altro salutare contributo deriva dal consumo dell’olio d’oliva e della frutta secca, ottimi per controllare il livello di colesterolo.
Grazie all’impegno di Keys, la dieta mediterranea è oggi considerata una delle più salutari del mondo, perfetta per vivere a lungo e in forma; dal 2010, fa parte dei beni immateriali dell’umanità.
Gli studi però non si sono fermati qui: ricerche recenti stanno analizzando la relazione tra alimentazione e ritmi circadiani, con risultati promettenti; sempre in base ai ritmi circadiani, inoltre, è stata stabilita una “giornata ideale” che individua gli orari migliori per compiere le comuni attività quotidiane.
Il mattino, per esempio, risulta essere il momento del giorno in cui il cervello è più attivo; i ricercatori consigliano quindi di dedicarlo al lavoro o allo studio. Dal momento che i neuroni del sistema nervoso possono assimilare solo glucosio, è buona norma fare colazione con zuccheri semplici, contenuti in frutta, pane tostato o un dolcetto.
In accordo alla dieta mediterranea, il pranzo è indicato come pasto principale. Pasta e contorni vari costituiscono la principale fonte di carboidrati, proteine e lipidi; la necessità del pisolino pomeridiano è soggettiva, ma secondo il parere degli esperti non dovrebbe essere prolungata oltre il primissimo pomeriggio.
Nella seconda parte del giorno, infatti, i muscoli sono più tonici e sciolti: questo è il momento da dedicare all’attività fisica, sport o anche lavori manuali.
Sopraggiunta la sera, la dieta mediterranea prescrive una cena leggera, ma non troppo; il consiglio è di alternare le fonti energetiche: se a pranzo sono stati ingeriti molti carboidrati, la sera è meglio privilegiare le proteine, e viceversa.
Infine, naturalmente, i nutrizionisti raccomandano di andare a dormire presto e riposare almeno otto ore a notte. Se i pasti sono ben bilanciati, e gli alimenti sani e genuini, il corpo è libero di lavorare al meglio, senza fastidiose alterazioni metaboliche che possono compromettere le prestazioni e anche la salute.
Insomma, non è importante solo cosa si mangia, ma anche quando si mangia. Pasti completi, uniti ad una sana attività fisica e alle giuste ore di sonno, sono oggi la migliore dieta che si conosca.
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