SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La doppia sfida tra Samb e Lecce incombe e sta caricando come una molla tutto l’ambiente rossoblu. Tifosi in prima fila, i quali stanno rispondendo alla grande al fascino della partita, prendendo letteralmente d’assalto i botteghini già da questa mattina. D’altronde c’è da capirli, la Samb non gioca una sfida così importante, con una chance per la Serie B in palio, da 12 anni. Da quando i rossoblu guidati da Davide Ballardini quella chance se la giocarono nel doppio turno contro il Napoli. E chi si ricorda bene quel confronto, con l’1 a 1 in casa e il 2 a 0 per gli azzurri al San Paolo, è Gianluca Colonnello che, fra le altre cose, è un doppio ex della sfida di domenica avendo giocato per quattro stagioni (anzi “quasi cinque” ci corregge lui) dalle parti del “Via del Mare” e per due in riva al nostro mare.

Colonnello non è di certo il primo o l’unico che ha incrociato i sentieri e i destini calcistici di Lecce e San Benedetto. Il primo in assoluto fu infatti Franco Causio, leccese doc, che dal Salento si trasferì in Riviera nel 1965 a soli 16 anni, il trampolino di lancio di una carriera sfolgorante che lo portò anche ad alzare la Coppa del Mondo al Bernabeu nel 1982, un anno dopo la fantastica cavalcata della Samb verso la B, firmata pure quella, in qualche modo, da un leccese ovvero il vice di Nedo Sonetti e “scout” rossoblu Aldo Sensibile (Curiosità: sia Sensibile che Causio furono scovati dallo storico talent scout e allenatore rossoblu Alberto Eliani durante una partita che la Samb vinse contro un Lecce che schierava solo giovani, a causa di uno sciopero della prima squadra. Sensibile però, già accordatosi con la Roma, non approdò mai da giocatore in Riviera).

Dicevamo di Gianluca Colonnello, uno degli ultimi ad aver percorso quei 500 chilometri di costa adriatica che separano due città così diverse per cultura e tradizioni, ma così vicine per calore ed entusiasmo quando si parla di pallone. Proprio con l’ex difensore Riviera Oggi ha voluto fare una chiacchierata prima della sfida di domenica, prima che sia il campo a parlare e a decretare il vincitore tra Samb e Lecce. Due squadre che, in qualche modo, sono rimaste nel cuore di Gianluca.

Buonasera Gianluca, mancano pochi giorni a questi playoff tra Samb e Lecce, due squadre che conosci bene. La Samb poi, torna a giocare una sfida del genere dopo 12 anni, dopo quella semifinale playoff contro il Napoli in cui tu eri in campo.

“Sì, penso che sia un risultato molto importante per la Samb, che dopo tanti anni di sofferenze è tornata a giocarsi qualcosa di bello per la squadra, la società e soprattutto i tifosi”.

Che ricordi hai di quel 29 maggio 2005, di quella sfida contro il Napoli?

“Ho ancora negli occhi quella doppia sfida. Ho ricordi vivi soprattutto della partita del Riviera in cui, a mio avviso, meritavamo di più; ricordo infatti che sull’1 a 0 per noi ci fu annullato un gol che ci avrebbe portati sul 2 a 0 e magari anche in B, perché quella squadra poteva riuscirci. In ogni caso, nonostante tutto, ho ben presente lo stadio di San Benedetto pieno per quella partita e il grande entusiasmo dei tifosi. E’ ancora un’emozione pensarci”.

Con quattro stagioni al Lecce però (dal 99 al 2003 e tre campionati di A con i salentini n.d.r.) penso che ti emozioni anche pensare ai giallorossi.

“Questo è sicuro, io a Lecce ho vissuto quasi cinque anni, molto difficili, duri ma anche molto intensi ed entusiasmanti. Sono rimasto molto legato sia ai tifosi che a quelle terre perché Lecce, e il Salento in generale, sono davvero dei posti fantastici”.

Sappiamo che ogni tanto a San Benedetto torni e recentemente sei venuto allo stadio. A Lecce torni mai?

“Sì, a San Benedetto sono tornato ultimamente e ho assistito a Samb-Santarcangelo che è finita purtroppo con una sconfitta ma abitando a Pescara mi rimane abbastanza facile venire a fare una capatina ogni tanto. Torno anche a Lecce, infatti ci sono stato un mese fa insieme al mio ex compagno Tonetto (Max Tonetto, 4 stagioni a Lecce ma anche calciatore di Roma e Sampdoria n.d.r.) e spesso vengo invitato dai miei ex compagni Chevanton e Giacomazzi che vivono a Lecce.”

Conosci qualcuno dell’attuale staff dei giallorossi? Forse hai conosciuto l’allenatore Roberto Rizzo durante la tua militanza in Salento.

“Sì Rizzo lo conosco bene perché ai tempi in cui giocavo a Lecce era allenatore della Primavera. Tra l’altro fece benissimo con quella generazione di ragazzi, portandoli a vincere due scudetti se non sbaglio. Lo conosco più come uomo che come allenatore in realtà, ma è una bravissima persona”.

Rimanendo in tema allenatori. Anche tu da questo punto di vista stai facendo la tua bella carriera in panchina. Sei stato a Pisa e anche all’estero.

“Si a Pisa l’estate scorsa ho fatto due partite di Coppa Italia e ho colto due vittorie. Un piccolo record perché, dal 1909, solo in un’altra occasione i nerazzurri avevano raggiunto il quarto turno di Coppa Italia. E’ vero, sono stato anche all’estero, lo scorso anno infatti ho fatto tre partite e tre vittorie alla guida del Zakynthos, in Serie B greca, e abbiamo vinto anche una partita contro una squadra di Serie A in Coppa.”

Come mai sei andato via?

“Beh, per delle promesse non mantenute. Il problema in Grecia è che spesso gli stipendi non vengono pagati. Ho anche avuto delle offerte dalla seconda e terza divisione greche ma, per ora, resto in Italia”.

D’altronde la carriera in panchina l’hai iniziata a San Benedetto, anche se in condizioni particolari e magari la voglia di fare questo mestiere ti è nata qui…

“Sì, ho iniziato a fare l’allenatore qui nel 2006, quando ci fu quel periodo molto difficile in cui lo spogliatoio arrivò a dichiarare l’autogestione e io facevo sia l’allenatore che il giocatore. Ricordo che in quel periodo finimmo a “Striscia la Notizia” e su di me e i miei compagni scrissero articoli “La Repubblica”, “L’Unità” e tanti altri giornali. In realtà però, il pallino di fare il tecnico ce l’avevo anche da prima visto che dal 1999 a quando ho smesso ho sempre trascritto e preso appunti sugli allenamenti che facevo.”

Per chiudere torniamo su Samb-Lecce. Che partita sarà secondo te? E chi potrebbe essere determinante per i rossoblu?

“Io spero che sia una bella partita, anzi, una bella doppia sfida, sia a San Benedetto che a Lecce e mi dispiace non poter assistere perché mi trovo all’estero al momento. Tra i rossoblu un giocatore importante è certamente Mancuso, lo testimoniano i suoi gol. Mi piace tantissimo e gli auguro di confermarsi anche l’anno prossimo in B col Pescara, ha le carte in regola per farlo.”