TERAMO – “Da parte della Procura c’è la massima attenzione perché sulla salute dei cittadini non si scherza” ha assicurato il Procuratore capo di Teramo Antonio Guerriero.

Riunione operativa, il 12 maggio in Procura, tra il pool di magistrati coordinati dal Procuratore capo Antonio Guerriero e il maggiore del Noe di L’Aquila Antonio Spoletini per un punto sulla situazione nell’ambito del fascicolo aperto dopo la dichiarazione di non potabilità, per 32 comuni del Teramano, dell’acqua proveniente dall’invaso del Gran Sasso.

Un divieto durato appena 12 ore e giunto dopo che l’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) aveva rilevato la non conformità di odore e sapore nei campioni prelevati l’8 maggio.

I successivi accertamenti, eseguiti sempre dell’Arta anche su quegli stessi campioni, hanno poi rilevato valori sempre nella norma. Il fascicolo in realtà riunisce anche quello aperto dopo lo sversamento registrato a fine estate e con le attività di indagine concentrate non solo sui singoli episodi ma sull’intero sistema Gran Sasso.

Massimo riserbo sul contenuto della riunione, nella quale probabilmente è stato fatto il punto anche sui risultati degli accertamenti disponibili fino ad oggi: mancano infatti quelli sui campioni dell’8 maggio inviati dalla Asl di Teramo all’Università di Padova per ulteriori approfondimenti.